Più civiltà sulle strade di Renzo Villare

Più civiltà sulle strade Un convegno a Milano Più civiltà sulle strade L'educazione degli automobilisti di domani deve cominciare fin dalle scuole inferiori - Si sollecita l'intervento del ministero della P. I. (Dal nostro inviato speciale) Milano, 8 dicembre. Si e svolta nei giorni scorsi a Milano una tavola rotonda — la ventiduesima in quattro anni — organizzata dall'« Automobile Speciale » in collaborazione con la BP Italiana e con l'Aci sul tema « L'educazione stradale come elemento necessario per una politica globale del traffico ». Come ha detto Pierluigi Sagona in apertura del dibattito, queste riunioni hanno lo scopo di promuovere un contatto diretto fra tecnici e giornalisti su specifici problemi della crescente motorizzazione, che vanno dall'inquinamento, alla congestione urbana, alla sicurezza stradale ecc. E' chiaro — ha aggiunto Sagona — che tali incontri non intendono risolvere d'incanto problemi di cosi vasta portata, ma vogliono favorire una loro soluzione, sensibilizzando anche l'opinione pubblica. Cosi come è pacifico che essi non intendono assolutamente j aprire un processo all'automobile, poiché non sono le I « cose » ad avere una colpa, ma gli uomini che di queste j « cose » si servono in modo non sempre corretto. All'animato dibattito — mo-1 derato con grande competenza dal dottor Vizioli — sono I intervenuti, fra gli altri, il dottor Rotunno, direttore generale del ministero della Pubblica Istruzione, il dottor Stiriti, direttore centrale del ministero dei Trasporti, e il | dottor Sorrenti, capo dell'Ispettorato dei lavori pubblici. Da notare che a tali interventi si sono affiancati quelli del dottor Camporota del ministero dell'Interno divisione Polizia della strada, dell'ing. Baldazzi dell'Automobile Club . d'Italia e dell'ing. Canestrini quale esponente anziano della stampa automobilistica nazionale. Come si è detto, la riunione non ha avuto la pretesa di risolvere il problema sul tappeto — uno dei più sentiti e fra i più pressanti — e che riguarda tutti indistintamente, ma di evidenziarlo in tutta la sua portata. E su questo punto si deve riconoscere che il risultato è stato raggiunto. E' necessario premettere, per farsi un'idea della situazione che, a fine '71, circolavano in Italia circa 12 milioni di autoveicoli, che le scuole automobilistiche sono oggi 5348 più 700 sezioni che possono essere considerate come filiali di autoscuole e che i nuovi patentati nel '71 sono stati quasi un r.iilione centomila. Autoscuole e todogltoninoe lafadsebpnpqbstgudcisczanchsonsefozpcSe è vero che le autoscuole sono moltissime, è altrettanto vero che il sistema di educazione stradale non è fra i più moderni, anche perché tale disciplina non può essere promossa nelle autoscuole ma deve essere importante materia d'insegnamento scolastico. Ed è qui che assume particolare evidenza il ruolo che dovrà svolgere il minis\.ro della Pubblica Istruzione. Sulla scia di quanto si è udito (e discusso) all'ultima conferenza di Stresa, è stato confermato che una delle esigenze più sentite e sofferte della nostra società è la necessità di una più civile convivenza sulla strada. L'uomo — si afferma — non è ancora psicologicamente maturo nei confronti della motorizzazione e questa immaturità è semplicemente il frutto di inadeguatezza psicologica dell'individuo nei confronti della civiltà delle macchine. Parecchio è già stato fatto per avviare a soluzione un problema che si fa di giorno in giorno più pressante, ma molto resta ancora da fare. Occorrono, ad esempio, strade confortevoli, in numero maggiore e sempre più sicure; autoveicoli più perfetti, ma soprattutto utenti della strada più educati; persone cioè, che alla guida di un'automobile o di un qualsiasi altro mezzo motorizzato seguano determinate regole come scelta consapevole ed autonoma e non come imperativo dettato dal timore di sanzioni. In altre parole, il problema della viabilità e della sicurezza stradale va considerato come sentimento di civismo, di educazione personale, investendo in tal modo l'opera della scuola nella quale oggi si realizzano vasti e profondi rinnovamenti. Si è molto vicini alla verità — hanno sostenuto alcuni oratori — affermando che è maturata nella pubblica opinione la convinzione che se nella scuola si riuscisse, con un'azione didattica formativa, ad integrare l'educazione stradale, si potrebbe riuscire, in una prospettiva futura, a creare la mentalità nuova, necessaria alle moderne esigenze della società. Insomma, è evidente che l'educazione stradale non può restare ulteriormente al di fuori della scuolapcScmpgctmcdgtddfp| e non si deve inserire soltanto a livello nozionistico, ma dovrà rappresentare uno degli « stimoli di comportamento » che la scuola stessa fornisce ai giovani. Eredità Da rilevare che il fenomeno del traffico, che per molti e sopravvenuto nel corso della vita, è per i ragazzi un fatto naturale, e ciò non va dimenticato quando con loro se ne parla. Ma è indispensabile — ed è questo il fatto principale emerso nella riunione di Milano — proprio per iniziare produttivamente questo discorso, conoscerne bene i termini, in un contesto più vasto dei semplici regolamenti. Se vogliamo una umana convivenza sulle strade non possiamo non affidarci ai ragazzi ai quali sarà lasciata l'eredità della motorizzazione. Essi comprenderanno certamente meglio — poiché nell'era delle macchine sono nati e cresciuti — la ì necessità di tale stato di cose senza che questo debba sof- i focare l'umanità. Una speranza nel futuro che dovremo però essere noi ad impostare con saggezza. Renzo Villare

Persone citate: Baldazzi, Camporota, Canestrini, Pierluigi Sagona, Rotunno, Sagona, Sorrenti, Vizioli

Luoghi citati: Italia, Milano, Stresa