Tarro parla delle ricerche sul virus causa del cancro di Franco Giliberto

Tarro parla delle ricerche sul virus causa del cancro Una speranza contro il terribile male Tarro parla delle ricerche sul virus causa del cancro Dopo la rivelazione del Premio Nobel Sabin, il suo allievo napoletano spiega le indagini in corso: è stato identificato un virus che potrebbe essere responsabile di alcune forme di tumori maligni - Studi in numerosi Paesi per verificare con certezza la validità della scoperta - E' ancora lontana la possibilità di trovare una cura (Dal nostro'inviato speciale) Napoli, 6 dicembre. Cancro, problema numero uno della salute dell'uomo nel nostro secolo, per il quale non c'è ancora soluzione. Ma forse, proprio in questi giorni, sembra stia per socchiudersi una finestra sulla speranza che possa essere debellato. Sotto il cielo limpido di Napoli, un giovane medico — « figlioccio scientifico » del padre dell'antipolio, Albert Sabin — ci ha detto di quali argomenti si nutre questa speranza. « Ma andiamo con i piedi di piombo, non creiamo isterismi, spegniamo i facili entusiasmi. C'è gente che telefona chiedendomi di salvargli il padre o la madre, malati dì tumore: non voglio alimentare illusioni, ancora non siamo al vaccino che può guarire, alla terapia risolutrice ». Giulio Tarro, trentaquattro anni, è il medico al centro di un improvviso interesse mondiale. Nelle ultime ventiquattr'ore ha ricevuto centinaia di telefonate da ogni dove. Il centralino del « Cotugno », l'ospedale in cui dirige un moderno laboratorio di virologia, è « scoppiato », come l'apparecchio di casa sua, a Posillipo. Sabin, lo scienziato che ha sconfitto la poliomielite, con una breve dichiarazione lo ha « messo nei guai ». E' accadu.to durante un convegno televisivo fra sanitari italiani di Roma, Milano, Firenze e Bari e un gruppo di scienziati in America. Organizzato a circuito chiùso fra le varie sedi, e riservato a soli medici, il collegamento è avvenuto via satellite. Scambi di informaz'oni, di ricerche scientifiche fra i numerosi interlocutori. Poi, improvvisa, la rivelazione di Sabin: « Abbiamo ottenuto dei risultati esaltanti nella ricerca sulle cause dei tumori: ho quasi paura di parlarne. Giulio Tarro, medico che lavora a Napoli, aveva cominciato questi esperimenti sei anni fa. Me ne ha parlato, abbiamo continuato le ricerche insieme, tenendoci in contatto periodico. Siamo giunti alle stesse conclusioni: il virus che causa l'oidinario herpes simplex ha un ruolo nella genesi di alcuni tumori umani. Ci vorranno altri controlli, ma i risultati fin qui ottenuti sono più che confortanti. Conosciuta senza dubbio la causa di questi tumori, sarà molto meno diffìcile combatterla ». Fin qui la dichiarazione di Sabin. Al « Cotugno » di Napoli, oggi si dice: « E' stata carpita la sua buona fede, credeva che il collegamento televisivo privato fosse fatto solo per medici. Invece, c'era qualche giornalista, la notizia è rimbalzata su tutti i quotidiani del mondo. Adesso Sabin, in America, è assediato da chi gli chiede altre spiegazioni, la stessa cosa che sta accadendo qui al prof. Tarro ». Una troupe televisiva si è infilata nel laboratorio di virologia del « Cotugno », attorno al giovane medico ci sono tutti i suoi collaboratori, giornalisti, fotografi. Tarro parla poco, per i videospettatori dice a più riprese: « Spegniamo gli entusiasmi, di vera e propria speranza non si può parlare ». Gli chiedo: « Sabin non è un ragazzino, se ha fatto una dichiarazione entusiastica parlando di "risultati esaltanti" deve avere buone ragioni ». Risponde: « Lui ha ragione di essere ottimista ed entusiasta, ma non ha avuto ragione nel dare quell'annuncio; abbiamo perso la tranquillità, il lavoro intrapreso deve continuare giorno per giorno senza soste. Ora, invece, siamo assediati ». « Le vostre esperienze, su quanti tipi di tumori sono state fatte? ». « Abbiamo messo sotto controllo undici casi di tumori del collo dell'utero, cinque della prostata, cinque della vescica, quattro renali, cinque naso-faringiomi e vari tumori delle labbra. Per tutti abbiamo avuto i risultati sintetizzati nella dichiarazione di Sabin. La ricerca, però, è stata negativa nei tumori mammari e intestinali. Il virus dell'herpes simplex non vi lascia traccia». Sabin l'ha pregato di non diffondersi in spiegazioni sulle ricerche, dopo aver capito che enorme interesse ha suscitato il suo annuncio televisivo. Ma, senza usare termini rigorosamente scientifici, sarebbe in grado di spiegare a chiunque di che cosa si tratta? « Posso provarci. In questo caso paragonerei il virus del- l'herpes ad un killer che commette un omicìdio. Il corpo del reato è il tumore. Non sembra che il killer abbia lasciato tracce nel compiere il reato, penetrando nel nucleo di una cellula. Ma nessun delitto è perfetto, un indizio è rimasto. Ovviamente, il tumore ha sede in un organismo che ha reagito con degli anticorpi verso le tracce lasciate dal virus. Sono stati i ritrovamenti degli anticorpi e di queste tracce del killer che ci hanno fatto capire quale responsabilità abbia il virus dell'herpes». « A questo punto — domando — si può pensare che un vaccino contro il virus dell'herpes metterebbe al riparo ognuno dal perìcolo di certi tumori? ». « In teoria sì, ma questo farmaco non esiste ancora. Parallelamente alle ricerche della nostra équipe, ci sono altri sperimentatori, non in Italia, che battono questa strada. I loro risultati confortano le nostre ipotesi. «Quanto ai tumori intestina- j li e mammari, in cui non c'è i la prova di un ruolo giocato dall'herpes, riteniamo che le ricerche debbano indirizzar- \ si su altri tipi di virus, probabilmente responsabili di quelle forme. Comunque, ripeto che i nostri esperimenti devono essere verificati da altre squadre di medici prima di una parola definitiva sull'argomento. Si è già cominciato a farlo all'estero, ci vorrà qualche mese perché si possano fare i confronti e trarre conclusioni senza possibilità di dubbi». Nove uomini' su dieci — di- I | cono le statistiche epidemioI logiche — hanno o hanno I avuto nella loro vita un conI tagio da virus erpetico. Sono I queste persone le più esposte i ai rischi di tumori? « Esistono diversi fattori che favoriscono l'insediamene I to del virus nel nucleo di una | cellula, non sì può assoluta mente'dire che chi soffre di j herpes simplex sia destinato : ad ammalarsi di cancro. Un j fatto è certo tuttavia: questo j virus trova un buon terreno 1 in mancanza di cautele igie i niche ed è trasmesso con | maggior frequenza per vìa : venerea. Ecco perché sono ! molti i tumori della sfera ge I nìtale femminile in cui ci so no tracce del virus in questio- ; ne. Un altro esempio: la raz1 za ebraica, grazie alla circon I cisione. è più tutelata nei con j fronti di queste infezioni, co- me dimostrano alcune stati ! stiche ». j Giulio Tarro parla senza j tentennamenti, pur avverten do che ad un congresso me dico non userebbe un la | guaggio altrettanto « dimes so ». Dimostra meno dei suoi 34 anni, nemmeno un po' di j prosopopea. Non è sposato, i ha una sorella che insegna 1 in una scuola di Brescia, e | i genitori a Messina. Salvatore Esposito, il capo tecnico del laboratorio di virologia: «E' amato da tutto il personale per la sua modestia, la dedizione alla ricerca. Per lui lavoriamo anche di festa e di notte con passione. Lo stipendio che prende dal- consiglio americano di ricerche per questi esperimenti lo versa tutto al laboratorio: serve a sanare il magro bilancio, a comprare quello che ci occorre per non interrompere gli studi». Non è una novità, l'Unesco ha accertato nel 1965 che l'Italia, appaiata all'India, era in coda tra le nazioni impegnate nella ricerca. Franco Giliberto (A pag. 17: Una « nota informativa » del prof. Giulio Tarro: « Sulla presenza di particolari anticorpi nel sangue di pazienti affetti da tumori »). Napoli. Il professor Giulio Tarro (Telefoto Pressphoto) Albert Sabin