Il detective nero

Il detective nero le prime visioni sullo schermo Il detective nero "Shaft colpisce ancora": torna il poliziesco di colore - "Gli amori impossibili", difficile iniziazione di un'adolescente colpisce ancora, di j qShaft Gordon Parks, con Richard I fRoundtree, Moses Gunn, I. j mMascolo, K. Imrie, R. Miles. | lAmericano a colori. Cinema i zCristallo. i t | TSeconda uscita del noto se- agugio nuovaiorckesc di colo- \ c?'e creato dalla penna del giornalista Ernest Tidyman e portato sullo schermo dal regista negro Gordon Parks. già documentarista « impegnato » e fotografo di Life. Il film appartiene al prosperante filone americano dei « black movìes », ossia dei film, girati da negri per i negri, in lutto simili, del resto, salvo la IgFnqsfminversione dei ruoli « sìmpa- sa o e o o tici », ai comuni film bianchi dove intervengono dei negriinsomma un buon affare commerciale (per bianchi e per neri), da cui esula ogni seria considerazione del problema razziale. Ma non chiediamo al film di Parks quello che non pensa di dare, bensì un a divertimento » a tinte forti del genere, mutatis mutandis, di « James Borni », dove il poliziesco si sposa con bravura all'inverosìmile e al meraviglioso. Il nostro detective entra in azione quando il fratello della sua amante, un mafioso mascherato da assicuratore e impresario di pompe funebri, viene ucciso da chi ha interesse a mettere le mani sul suo malloppo, nascosto dalla vittima in quella che poi sarà la sua bara. I sospetti di Shaft vanno al socio d'affari dell'ucciso, colpito da dissesto: e comincia la bagarre, con diretto intervento dei caporioni della malavita che dominano i peggiori quartieri della metropoli. Ma né i sicari di costoro né altri deterrenti possono arrestare la macchina individuale del formidabile detective, che con una punta di disprezzo per i confratelli che hanno accettato di lavorare nella polizia, previene largamente quest'ultima, lavorando di astuzia e prepotenza, nella liquidazione dei malfattori. Su questo comune traliccio, il regista ha innestato un mondo variopinto di canaglie e belle donnine bicolori, sconvolto da inseguimenti, sparatorie e violenze, infondendo nel lutto una vita fittizia ma polente, quale si richiede al film di gesta criminose, aperto a tutti i mercati. E nelle scene erotiche, ha anche lavorato di fino, così come nel finale travolgente non si è lasciato indietro nessun modello di acrobatica inverosimiglianza. L'attore Roundtree dà-muscoli e scatti al personaggio principale; fra i molti altri, spiccano Ive Mascolo e le stuzzicanti Kathie Imrie e Rosalind Miles. Poteva mancare un commento jazz? No. ed è ottimo; lo ha composto lo stesso regista, con la collaborazione del « premio Oscar » Isaac Hayes. \, p. * * Gli amori impossibili di Guy Casaril, con Nicole Courcel, Anicée Alvina. Francese a colori. Cinema Gioiello. ta.v.ì Tamara, delusa da un matrimonio fallito, è la «maitresse», in una cittadina della provincia francese, di René Noris, vedovo e ricco industriale, genitore di Hélène, studentessa quindicenne che quando conosce l'amante di papà non le riesce di sottrarsi alle sue inclinazioni oblique. Un legame morboso si stabilisce tra la quarantenne e la giovinetta rèsa irre- quieta dall'» età ingrata ». In- frammezzata da pause romanticlle che ne smussano le punte di gelosia, la relazione si prolunga, euforica o tempestosa, sino a quando Tamara si stacca da Hélène affranta per diventare la seconda madame Noris. Il romanzo, noto anche in Italia, «Le rempart des béguines» della scrittrice belga Franqoise Mallet-Joris, ha fornito la scabrosa materia a questo terzo film di Guy Casaril, che rappresenta per il regista un progresso a confronto dell'Astragalo e delle Novizie. Qui, specie nella prima parte, c'è un certo spes- sore psicologico (i dialoghi sono della romanziera); il nascere e lo svilupparsi del- l'equivoco rapporto fra Ta- mara ed Hélène è sfumato da un pudore che toglie crudezza alla scena. Quando però la relazione va in fase di stanca il film lo imita: l'epilogo è prospettato in maniera alquanto corriva, senza indugiare sull'interiore sconvolgimento di Hé. lène che perde, insieme, il tenero affetto del babbo e quello «particolare» di Tamara destinata a diventare la sua irreprensibile matrigna. E' per questo che all'attivo restano soprattutto le due modulate interpretazioni di Nicole Courcel (Tamara) e di Anicée Alvina che a Hé- lène,' ragazzina al tempo stes- so innocente e sfrontata, istintivo slancio.

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