Mosca non restituirà le Kurili al Giappone di Paolo Garimberti

Mosca non restituirà le Kurili al Giappone Ostacoli al trattato di pace Mosca non restituirà le Kurili al Giappone L'irrigidimento sovietico fa seguito alla recente intesa di Tokio con il governo di Pechino (Dal nostro corrispondente) Mosca, 24 novembre. La conclusione del trattato di pace sovieto-giapponese — che pareva cosa fatta all'inizio dell'anno, dopo la visita di Gromyko a Tokio — sembra ora di nuovo lontana. L'Unione Sovietica ha riveduto la sua posizione possibilista sul problema delle isole Kurili, la cui restituzione, pretesa dal Giappone, condiziona il negoziato. Oggi, la « Pravda » scrive che « le frontiere postbelliche sono inviolabili » e accusa il Giappone di fare un « chiasso inutile » intorno a questo «famigerato problema» perché l'Unione Sovietica non accetta pressioni in questo senso. Questa posizione — identica a quella espressa dalla Pravda il 29 agosto 1970 — rappresenta un passo indietro rispetto alla disponibilità a trattare espressa da giornali e diplomatici sovietici dopo la visita di Gromyko a Tokio. Che cosa ha fatto mutare opinione ai sovietici? La risposta è stata suggerita dagli stessi giornali russi: la visita del premier giapponese Tanaka a Pechino, che ha segnato una svolta storica nei rapporti tra il Giappone e la Cina. Quella visita non è piaciuta al Cremlino, che ha espresso dapprima caute riserve, poi critiche esplicite. «Questo scossone nella politica estera del Giappone — hanno scritto le Izvestija il primo novembre — lungi dal significare una nuova via. sembra piuttosto un segno di smarrimento. Il Giappone rischia involontariamente di diventare uno strumento della direzione maoista al potere in Cina. Essa non chiede di meglio che di sfruttare il Giappone per i propri interessi personali». . Quando, dopo il viaggio a Pechino ai seguito di Tanaka, il ministro degli Esteri giapponese Ohira venne a Mosca per porre le basi del negozia- to preliminare per il trattato I di pace, ebbe una fredda ac- coglienza. Gli fu negato un incontro con Breznev e il primo ministro Kossighin insistette per sapere se, aldilà del comunicato ufficiale, a Pechino erano stati fatti «accordi segreti». Oggi, la Pravda rincara la dose di accuse e sospetti nei confronti di Tokio, affermando che in Giappone si tenta «poco pulitamente» di far coincidere il rilancio di «pretese revansciste» nei confronti dell'Unione Sovietica con il negoziato per il trattato di pace. «Si hanno conferme sufficienti — scrive il giornale del pcus — che tale campagna è ispirata e guidata dall'alto. Infatti, secondo notizie diffuse dalla stampa giapponese e subito riprese dall'agenzia Nuova Cina, un recente comizio antisovietico svoltosi a Hiroshima è stato organizzato con l'aiuto della cancelleria del primo ministro e ha ricevuto l'appoggio telegrafico del ministro degli Esteri ». Paolo Garimberti

Persone citate: Breznev, Gromyko, Kossighin, Tanaka