Lunghi colloqui sul Vietnam Ancora ostacoli all'accordo? di Ennio Caretto

Lunghi colloqui sul Vietnam Ancora ostacoli all'accordo? Quarta giornata di incontri "segreti,, presso Parigi Lunghi colloqui sul Vietnam Ancora ostacoli all'accordo? Kissinger e Le Due Tho hanno parlato per sei ore, anche in giardino, sotto l'obiettivo dei fotoreporters (non si sono stretti la mano) - A Washington commenti fiduciosi, l'accordo sarà raggiunto a metà dicembre o la vigilia di Natale (Dal nostro corrispondente) Parigi, 23 novembre. Quarta giornata consecutiva di incontri « segreti » tra il consigliere speciale di Nixon, Henry Kissinger, e l'inviato di Hanoi, Le Due Tho: i colloqui odierni, nella solita villa di Gif-sur-Yvette, una ventina di chilometri a Sud di Parigi, sono durati sei ore, dalle dieci c mezzo del mattino alle quattro e mezzo del pomeriggio. E' stata la sessione più lunga della nuova serie parigina, ma, nelle tre precedenti i protagonisti non hanno lasciato trapelare nulla di quanto si sono detti. Una piccola parte dell'incontro, s'è svolta all'aperto. Verso le quattordici, infatti, Kissinger è uscito con i suoi collaboratori più stretti — il generale Haig e l'esperto di questioni asiatiche, Sullivan — a prendere ima boccata d'aria nel giardino: faceva parecchio freddo e dal cielo cupo cadevano radi fiocchi di neve. Di li a qualche minuto, Le Due Tho ha raggiunto l'interlocutore americano: e i due uomini, assistiti solo da un interprete vietnamita, si sono scostati dai colleghi, avviando una conversazione animata, sotto gli occhi dei giornalisti. Le Due Tho, in un cappotto a tunica di stoffa nera, e con una sciarpa grigia avvolta al collo, agitava l'indice con energia, come a puntualizzare, ammonendo, aspetti irrinunciabili del negoziato. Kissinger, in soprabito grigio scuro, replicava con gesti ampi e lenti delle braccia. Su richiesta dei fotografi e degli operatori della televisione \ riuniti nella strada, le due delegazioni hanno acconsentito ad aprire per un poco l'accesso alla villa, e a posare per qualche ripresa. Ma, a differenza dell'altro ieri, Kissinger e Le Due Tho hanno ignorato l'insistente domanda di stringersi la mano. E' su quest'ultimo particolare che gli osservatori, a corto di informazioni precise, speculano questa sera: ma senza interpretarlo come un segno totalmente negativo, cioè di possibile rottura. Se Kissinger e Le Due Tho hanno rifiutato di stringersi la mano, si commenta, ciò vuol dire semplicemente che i negoziati procedono e che non si è ancora arrivati ad una intesa completa. Cosi, con la fragile scorta di questi elementi, si ritiene stasera che l'atmosfera del difficile dialogo continui ad essere distesa, ma che nel negoziato vi siano ancora ostacoli duri, in particolare sui termini delle mutue garanzie una volta deciso l'armistizio. Le Monde riferisce stasera che il Nordvietnam ed il Vietcong hanno cominciato a preparare le popolazioni alla cessazione del fuoco e al rispetto della tregua. Oggi, a Parigi, doveva svolgersi la riunione plenaria settimanale (la centosessantottesima) della conferenza sull'Indocina a quattro, nei saloni dell'hotel Majestic, sull'Avénue Kleber. Ma è stata rinviata al 30 novembre, con la giustificazione dell'odierna festività nazionale americana del Ringraziamento. Con gli incontri segreti in corso a Gif-sur-Yvette i delegati dell'Avenue Kleber avrebbero avuto ben poco da dirsi. Non è stato comunicato se KtbBspastPb Kissinger e Le Due Tho si ritroveranno domani: è probabile di si. L'inviato della Casa Bianca aveva detto lunedì che sarebbe rimasto in Francia per tutto il tempo necessario a concludere bene la sua missione. c. c. (Dal nostro corrispondente) New York, 23 novembre. Dopo il quarto colloquio tra Kissinger e Le Due Tho a Parigi, il più lungo di tutti, ben sei ore, a Washington si è rafforzata l'impressione che l'accordo sul Vietnam verrà raggiunto o a metà dicembre o alla vigilia di Natale. Il New York Times riferisce oggi che, secondo il Dipartimento di Stato, «il negoziato procede come previsto», cioè con l'inaugurazione della seconda presidenza di Nixon, intorno al 20 gennaio, come data del rimpatrio dei prigionieri di guerra americani. Lo stesso quotidiano informa che Hanoi ha dato l'ordine alle sue truppe di «osservare scrupo-1 losamente l'armistizio per 60 I giorni» a partire probabil-1 mente da Natale, e ha «sugge- j rito» loro di approfittare del tempo che rimane per conquistare quanto più territorio possibile. ' Sull'andamento del negoziato, tuttavia, non si sa nulla. Nelle rare apparizioni in pubblico, Kissinger e Le Due Tho si mostrano sorridenti, segno che «le cose vanno per il meglio», afferma il Daily News. Se il comportamento di Saigon serve da indicazione, qualche progresso è già stato compiuto. Il presidente sudvietnamita Thieu ha infatti mandato il proprio consigliere, Nguyen Fu Due a Parigi «per tenere d'occhio Kissinger», come commenta la Washington Post. Thieu ha talmente paura di un accordo a suo danno tra gli Stati Uniti e Hanoi che ha chiesto a Nixon di ricevere Nguyen Fu Due nei prossimi giorni. Ieri sera il portavoce della Casa Bianca Ziegler ha lasciato capire che il presidente accetterebbe di discutere con Nguyen Fu Due nel momento risolutivo del negoziato. Nixon e Kissinger si sono oggi consultati di nuovo telefonicamente e telegraficamente. Il presidente è a Camp David, presso Washington, e ha celebrato in famiglia la tradi zionale Festa del Ringraziamento. Egli sembra deluso dell'atteggiamento delle quattro nazioni che formeranno la commissione di controllo dell'armistizio vietnamita, Canada, Indonesia, Polonia e Ungheria. Avrebbe voluto che ciascuna fornisse almeno 1250 uomini per le necessarie operazioni, ma esse rifiutano. Oggi, Kissinger e Le Due Tho hanno probabilmente affrontato il problema del Consiglio di concordia nazionale, lo strumento di collaborazione tra il regime di Saigon e il Vietcong nel periodo preelettorale. Thieu teme che si trasformi in un governo vero e proprio Sul tappeto rimangono la creazione della zona smilitarizzata e l'estensione dell'ar mistizio al Laos e al Cambogia. Il primo problema è di facile soluzione, il secondo no. A Vientiane, il leader cambogiano Souvanna Phouma ha manifestato oggi un prò fondo pessimismo. Egli ha dichiarato che gli Stati Uniti si sono impegnati ad aiutare il Laos qualora le ostilità non cessassero nel paese. «Essi continuerebbero i bombardamenti: non avremmo altra alternativa, a meno che i nordvietnamiti non se ne andassero dal nostro territorio». A Vientiane, le trattative coi guerriglieri del Pathet Lao si I sono arenate, così come si sono arenate a Phnom Penh, la capitale del Cambogia, quelle con il Khmer. Il presidente cambogiano Lon Noi ha inviato un messaggio a Washington. Sui campi di combattimento vietnamiti, oggi è scesa una relativa calma. Come il presidente Nixon a Camp David, così nelle basi militari presso Saigon, i 28 mila sol- dati americani là ancora di stanza hanno celebrato la Festa del Ringraziamento. Vasta eco ha avuto l'abbattimento della prima «superfortezza volante» B52 da parte del Nordvietnam, ieri. Ma l'alto comando Usa ha annunciato che i possenti bombardieri continueranno le loro incursioni sotto il ventesimo parallelo. L'aereo era stato colpito da un missile nel cielo nordvietnamita, ma è riuscito a percorrere altri 160 chilometri, prima di cadere in territorio thailandese. Ennio Caretto