Posta NORD/SUD

Posta NORD/SUD Posta NORD/SUD Fermenti vitali in Calabria; ma insieme a operatori onesti, ci sono arrivati anche gli sprovveduti e gli speculatori - Squilibri e contrasti ancora vistosi - Stanno sorgendo grandiosi alberghi: avranno clienti? - Dichiarazioni di politici: "Vogliano che i nostri giovani ritornino" Posta Nord-Sud si è trasferita in Calabria. Parecchi lettori ci avevano invitato a visitare la regione: « Venite a vedere quali sono i problemi della nostra gente. Perché il ponte NordSud diventi una realtà bisogna accertare l'origine di molti errori, riconoscere le colpe reciproche, individuare i pregiudizi che ancora scavano un solco tra di noi » Ci avevano scritto immigrati che fino a poco tempo fa erano stati a lavorare in Piemonte: a Torino, Chivasso, Trino Vercellese, Salice d'Ulzto. «E' vero, buona parte dei nostri corregionali non ha iniziativa, alcuni sono incapaci e pigri. Ma esaminate anche qual è stato l'aiuto che l'industria del Nord ha dato alla nostra terra. Scoprirete che ci sono stati capi azienda oculati, seri, preparati. Dal loro esempio alcuni nostri centri hanno avuto un impulso benefico. «Ma si sono insediati qui anche operatori economici sprovveduti, speculatori allettati dalle agevolazioni della Cassa del Mezzogiorno. La Calabria è diventata per costoro l'occasione per arricchire in fretta, ha offerto addirittura ia possibilità di compiere ricerche e sperimentare nuovi processi di lavorazione». La Calabria oggi è pervasa da fermenti vitalt. La diffusione delle scuole. Il risveglio di movimenti culturali (nei maggiori centri), la nascita di Circoli che dibattono i problemi regionali (anche se talvolta strumentalizzali da partiti) sono fatti positivi. Ma è quasi fatale che con la crescita di una nuova società si creino scompensi, ci siano disparità, emergano le lacune della pubblica amministrazione, la superficialità di alcuni imprenditori. Gli squilibri a volte sono macroscopici. A San Costantino di Briatico il direttore dell'Ufficio postale Stanislao Tassone dice: «L'80 per cento dei miei compaesani non sa leggere né scrivere, firmano con una croce. Cosa si può sperare per il futuro?». Lo stesso ufficiale postale è anche vicepresidente dell'ospedale di Vibo Valentia. Afferma: «E' stato bandito un concorso per un archivista, 3 applicati, 5 dattilografi. SI sono presentati 800 concorrenti; quasi tutti laureati o con diploma. Persino un vicepreside». Esempi dì contrasti simili sono frequenti. La costa calabra, da Paola a Maratea è tutta un cantiere. Stanno sorgendo decine di grandi alberghi, villaggi turistici, pensioni. A Catanzaro e provincia ci sono circa 4 mila ristoranti. Un albergatore di Vibo Marina dice: «Ci stiamo mangiando tutti i risparmi. E' una follia perché l'aeroporto di Sant'Eufemia Lamezia non è ancora pronto, quello di Crotone è d'importanza trascurabile. Come arriveranno i turisti? Siamo troppo lontani dai grandi centri del Nord. Le città meridionali hanno le loro spiagge (Napoli, Reggio, Bari), forse i più vicini sono i romani. Ma sono sempre 700 chilometri». Il senatore Antonino Murmura ammette: «Ci sarà un eccesso di costruzioni alberghiere. Temo che il risveglio degli operatori turistici sia amaro. Nessuno ha pensato a costruzioni più modeste, per un turismo di massa. La corsa al grande, al vistoso può essere fatale». Ma non è tutto, albergatori di Pizzo Calabro, Vibo Marina e Vibo Valentia sostengono: «Avremo centinaia di posti letto ma un personale im¬ preparato. La nostra scuola alberghiera è recente, anche se gli allievi fossero tutti bravi non potrebbero accontentare le nostre richieste. Così dovremo fare I come quest'estate, ricorrere a cuochi bolognesi, napoletani, romani, pagarli quasi mezzo milione al mese. Sono soldi che potevano restare alla nostra gente». Ad eccezione di Vibo Valentia e i suoi paesi satelliti che hanno aumentato la popolazione, dalla Calabria si parte ancora verso il Nord e si emigra in Europa, America, Australia. Afferma il sen. Murmura: «Vorremmo evitarlo, la classe politica cerca di I porre un freno, ma non ci rie! sce. La Calabria vuole riavere la propria gente con sè, ci occorrono i frutti dell'esperienza e delle iniziative degli abitanti del Nord». Stanislao Tassone con/erma: «Noi ci chiediamo perché 1 giovani non tornano. Hanno lasciato poderi magnifici, prodotti I preziosi. Ora i fichi li diamo ai maiali, mentre potrebbero rendere 200-250 lire il chilo. I pescatori vendono una cassetta di sarde per 600 lire e potrebbero essere invece 5 mila. Chi è rimasto si guarda attorno smarrito, continua a coltivare grano e lascia marcire le olive. Decine di contadini emiliani e veneti sono arrivati in Calabria e ora producono primizie, ampliano serre, irrigano lo campagne con i mezzi più moderni». L'ufficiale postale di San Costantino di Briatico si rivolge a due suoi paesani, Vincenzo Cognetto e Grazioso Garrì: «Ecco un esempio. Vincenzo ha 25 polli, Grazioso un podere splendido. Ho chiesto al primo perché non riesce ad allevare 100 polli, al secondo perché non trasforma le sue colture poco redditizie. Hanno risposto: "Ci manca una guida"». Stanislao Tassone con braccianti e agricoltori calabresi di San Costantino di Briatico

Persone citate: Antonino Murmura, Calabro, Grazioso, Murmura, Stanislao Tassone, Vincenzo Cognetto