I romeni prendono posizione contro la "dottrina Breznev,, di Arrigo Levi

I romeni prendono posizione contro la "dottrina Breznev,, I lavori della preconferenza di Helsinki per la sicurezza I romeni prendono posizione contro la "dottrina Breznev,, La delegazione di Bucarest è la più attiva e manifesta evidenti posizioni di autonomia rispetto ai sovietici - L'ambasciatore romeno Lipatti protesta ancora vivacemente perché il presidente l'altro ieri gli ha "tolto la parola con un colpo di martello" (Dal nostro inviato speciale) Helsinki, 23 novembre. La preconferenza di Helsinki sulla sicurezza e cooperazione in Europa si è oggi messa in moto, con una prima seduta di lavoro ch'è durata un'ora e un quarto, dedicata soltanto a questioni di procedura: ossia, a come la preconferenza debba regolare il suo stesso funzionamento. I discorsi d'apertura dei capi delegazione, che avrebbero dovuto dare il tono politico a questo convegno di 34 Paesi, sono dunque rinviati, probabilmente alla prossima settimana. Il ritmo dei lavori non si annuncia molto intenso: si prevedono sedute plenarie soltanto al mattino, mentre i pomeriggi saranno dedicati ad incontri privati. I riposi di fine settimana saranno rispettati e vi sarà probabilmente anche una sospensione, ai primi di dicembre, in corrispondenza con la riunione del Consiglio atlantico. Questi tempi sono adeguati a una macchina di negoziato complessa, massiccia e carica di grandi ma incerte potenzialità, come sarà appunto la prima conferenza paneuropea. Anche le battute procedurali dell'inizio dimostrano che un incontro di 34 Paesi può riservare sorprese. Ancora una volta sono i romeni che tengono a dimostrare con molta evidenza la loro autonomia. Stamane è stato il delegato romeno Lipatti a parlare per primo; ha cominciato con una indignata protesta per il fatto che ieri il presidente — il finlandese Toettermann — gli avesse « tolto la parola con un colpo di martello », ignorando il braccio che egli aveva alzato proprio alla fine della brevissima seduta inaugurale: « La Romania — ha detto Lipatti — condanna categoricamente questo fatto senza precedenti nella prassi internazionale ». Il delegato romeno (che parla in francese, anziché in russo come gli altri delegati dell'Est finora intervenuti), non nasconde ai propri colleghi che ha avuto ordini diretti da Ceausescu di dimostrare intransigenza. Lipatti ha poi chiarito che ieri voleva intervenire per opporsi alla nomina di un vice presidente anch'egli finlandese, preferendo una continua rotazione di vice presidenti per ciascuno dei 34 Paesi. Questa proposta, 1 proprio regime, la non inter che vuole sottolineare, come tutti gli altri punti del progetto di regolamento presentato dai romeni, la totale indipendenza di ogni singola delegazione e il rifiuto dei blocchi (tutto questo dà visibilmente fastidio ai sovietici) è parsa in verità a tutti gli altri alquanto macchinosa. Si è finito per confermare il finlandese Toettermann alla presidenza e sopprimere la vice presidenza. Un secondo progetto di regolamento è stato presentato stamane dalla Francia. Esso rappresenta il punto di vista concordato dall'Aia dai nove della Comunità, ed è condiviso dagli altri occidentali. E' più semplice di quello romeno, ma non molto diverso; accetta anch'esso il principio che ogni decisione debba essere presa attraverso il consenso generale; sottolinea il carattere segreto dei lavori (ma finora ogni delegazione si affretta a diffondere le sue notizie) e il fatto che questo convegno di ambasciatori non è una vera e propria conferenza bensì un incontro « informale » per consultazioni. S'intravedono, dietro questi approcci diversi, impostazioni di fondo anch'esse diverse; i Nove, e più in generale gli occidentali, non vogliono dimostrare fretta, perché aspirano a una preparazione seria e precisa che conduca ad una conferenza capace di produrre decisioni concrete in materia di sicurezza e cooperazione, e non soltanto vaghe dichiarazioni come forse vorrebbero i sovietici. Cominciano anche a trapelare, alcune delle tesi di fondo che saranno presentate dalle varie delegazioni. Gli svizzeri proporranno la creazione di un tribunale europeo che decida su tutte le controversie tra gli Stati. Gli austriaci sono per l'istituzione di un « organismo stabile di mediazione ». Ancora i romeni, che sono molto attivi, diffondono documenti di principio che dovrebbero essere approvati dalla Conferenza comprendono il riconoscimento del diritto illimitato di ogni Stato a scegliere il mnlaulgSmsstqdmlspiacmtDdferenza negli affari interni degli altri Paesi e la « non imposizione dell'altrui volon-1 tà » (è la formula approvata I nel recente incontro italo-ro-1 meno su proposta di Bucarest), l'inviolabilità delle frontiere, la rinuncia a qualsiasi pressione o minaccia verso altri Stati. Questi concetti mirano a mettere fuori legge la dottrina Breznev detta del la « sovranità limitata », ov I vero « solidarietà socialista ». ! I romeni propongono an j che il ritiro futuro delle trup pe da tutti i territori strai j nieri e lo scioglimento dei patti militari. Questi ultimi I punti non suscitano per ora molto entusiasmo né ad Est né ad Ovest. I problemi militari, che saranno discussi anche nei negoziati Mbfr su una riduzione bilanciata delle forze (avranno inizio il 31 gennaio, probabilmente in Svizzera) si presentano come assai complicati. Intanto, qui ad Helsinki, si continuerà domani e presumibilmente lunedì a discutere di procedura, anche su questioni minime: oggi ogni delegazione, attorno all'immenso tavolo esagonale della conferenza, aveva due posti, dopo che vi erano state proteste per l'assegnazione, il primo giorno, di tre posti ai grandi (Usa, Urss, Francia, Inghilterra), di due ai medi e di uno ai piccoli (Vaticano, San Marino ecc.). D'ora in poi, almeno in fatto di seggiole, tutti sono eguali. Arrigo Levi

Persone citate: Breznev, Ceausescu, Lipatti