"Deficit,, alimentare e commercio estero

"Deficit,, alimentare e commercio estero Bilancia commerciale a settembre "Deficit,, alimentare e commercio estero Nei primi nove mesi disavanzo di 242 miliardi di lire (460 nello stesso periodo del 1971) - In settembre le importazioni sono cresciute del ì8,30Zo e le esportazioni dell'8,5 per cento (Nostro servizio particolare) Roma. 21 novembre. Un aumento delle importazioni del 18,3 per cento, quale si è verificato in settembre, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, è piuttosto insolito. Per un paese come l'Italia, la cui industria è essenzialmente trasformatrice di materie prime e semi-lavorati in prodotti finiti, per il mercato interno e per quelli esteri, questo aumento dovrebbe significare un tono più sostenuto dell'economia. L'esperienza passata induce, però, alla prudenza, sia perché fattori, che nulla hanno a che fare con una ripresa, possono aver gonfiato le importazioni (per esempio, i timori d'una svalutazione della lira, con conseguente corsa agli acquisti, prima che i rapporti di cambio mutino a svantaggio della nostra moneta; l'imminente introduzione dell'Iva, che non giocherà o giocherà sulle scorte in base a scadenze di data), sia perché non tutti gli acquisti si riferiscono all'industria. Basterà citare, a tale proposito, le carni, la cui importazione (rubricata come «prodotti degli allevamenti zootecnici») è passata da 320.7 miliardi nei primi nove mesi del 1971 a 473,8 miliardi nello stesso periodo di quest'anno, con un aumento spettacolare: 47,7 per cento. E' vero che anche le nostre e- untochesstil stesnoslziailesodeprneinmmsportazioni di carni hanno re- ggistrato quasi lo stesso au- ' mento: 40,7 per cento, solo che la cifra è ridicola, perché è passata da 2,6 a 3,7 miliardi di lire. In nove mesi, quindi, un disavanzo di 470 miliardi di lire, solo per le carni, che sale a oltre 895 miliardi se si aggiungono gli altri prodotti dell'agricoltura e addirittura a 1400 miliardi di lire se si somma anche il disavanzo tra importazioni ed esportazioni dei prodotti delle industrie alimentari. L'Italia, in questo, non può veramente essere accusata di manc-nza di serietà: si è trasformata da paese agricolo in paese industriale ed ha voluto farlo fino in fondo. Certo che, in questo modo, si mangia, letteralmente, i vantaggi della trasformazione, cioè un attivo della « bilancia industriale » di circa 1158 miliardi di lire in nove mesi. Per conseguenza, la bilancia commerciale dei primi nove mesi di quest'anno registra un disavanzo di 242 miliardi di lire, che ha l'unico aspetto positivo — strettamente limitato a questo confronto commerciale, senza tener conto delle cause — di essere assai inferiore ai circa 4(10 miliardi di passivo registrati nello stesso periodo '71. I dati definitivi, che l'Istituto di statistica comunica questa sera, danno per settembre importazioni per 938.1 miliardi di lire (con un au¬ mento, come s'è detto, del . 18,3"-» sul settembre 1971) ed | esportazioni per 872 miliardi (l'8,5 per cento in più dello stesso mese 1971). Il primo aumento è molto superiore, il secondo molto inferiore a quelli relativi a tutto il periodo gennaio-settembre, duran lebdividptgcdastccesiarlpgrirprpte il quale le importazioni so-no salite del 10,9 per cento (a un totale di 8079,6 miliardi) e le esportazioni del 14,8 per cento (in totale 7837,4 miliardi) rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Di qui, come prima impressione di settembre, quella di una ripresa economica (più importazioni per la macchina trasformatrice industriale, meno esportazioni per un risveglio della domanda interna), con le cautele, però, già indicate, alle quali si può aggiungere anche il fatto che un minor ritmo d'incremento dell'esportazione può anche significare una domanda estera più debole o una nostra minore competitività, per il continuo aumento dei costi di produzione. Dall'esame del commercio estero per gruppi di paesi si nota, però, che questo minor slancio delle nostre esporta- j zioni è in parte da attribuire ai paesi dell'Europa orientale, nei quali le nostre vendite sono addirittura diminuite del 3,8 per cento, rispètto ai primi nove mesi del 1971. A riequilibrare la situazione potrebbe contribuire « la intesa di collaborazione promozionale », siglata questa mattina tra il presidente del¬ l'Istituto nazionale per 11 commercio estero, Dante Graziosi, e il presidente della camera di commercio cecoslovacca, Ludvik Cerny. Le nostre esportazioni verso ia Cecoslovacchia sono già in aumento, ma solo del 12,2 per cento, mentre quelle cecoslovacche in Italia sono salite del 23,9 per cento, nei primi nove mesi di quest'anno in confronto al 1971. L'intesa odierna prevede anche iniziative nel campo della cooperazione economica, industriale e tecnica, partecipazione a fiere internazionali, incontri di operatori, che dovrebbero portare a risultati vantaggiosi per ambedue i paesi. m. s.

Persone citate: Cerny, Dante Graziosi

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Italia, Roma