Pavia vota per evitare un nuovo commissario

Pavia vota per evitare un nuovo commissario Difficoltà in Comune e Provincia Pavia vota per evitare un nuovo commissario Gli elettori sono 393 mila - In consiglio comunale la maggioranza di Centro Sinistra è "saltata" per le dispute tra de e socialisti sui problemi urbanistici - Nell'amministrazione provinciale aspri dissensi quando si profilò una maggioranza di sinistra (per le dimissioni d'un socialdemocratico) - Le indicazioni dei partiti sulle possibili coalizioni future (Dal nostro inviato speciale) Pavia, 21 novembre. Sono 393 mila gli elettori che domenica andranno alle urne per designare i trenta membri del Consiglio provinciale. Contemporaneamente, in 12 centri della provincia, si voterà anche per il rinnovo dei consigli comunali: Pavia, Voghera, Mede e Garnbolò (con il sistema proporzionale); Battuda, Contienza, Corieolona, Borgo San Siro, Verrua Po, Casei Gerola, Rovescala e Val di Nizza (con il sistema maggioritario). Quello pavese è uno dei maggiori test della tornata elettorale di domenica (che vedrà impegnati, in tutta Italia, circa 4 milioni di votanti); pur trattandosi di una consultazione amministrativa i partiti gli attribuiscono importanti significati politici per le indicazioni che si potranno trarre a sei mesi di distanza dalle elezioni generali del 7 maggio scorso. Sia al Comune di Pavia che nell'Amministrazione provinciale c'è un commissario. La speranza è che il voto di domenica possa sciogliere questi due nodi. Alla gestione commissariale il Comune e la Provincia sono arrivati per strade differenti. Il consiglio comunale di Pavia aveva una maggioranza di Centro Sinistra che è «saltata» a causa dello scontro avvenuto tra democristiani e socialisti sui problemi urbanistici della città che sono particolarmente acuti. In Provincia non c'era alcuna maggioranza e nacquero dispu'e asprissime quando si profilò la possibilità d'una maggioranza di sinistra in seguito alle dimissioni dal partito di un consigliere socialdemocratico, il medico Luigi Panigazzi. Il Comune di Pavia nel 1936 era stato un anticipatore del Centro Sinistra avviando per primo la collaborazione tra democristiani e socialisti. Nel settembre del 1971 è stata anche la prima grande città a | cercare una soluzione di centro con l'appoggio esterno dei liberali. La Giunta centrista — che aveva 20 voti su 40 — non riusci però a superare lo scoglio del bilancio. Quali sono le prospettive del voto di domenica? I partiti hanno fatto dei calcoli prendendo come base i risultati delle elezioni politiche del 7 maggio scorso. Se i cittadini di Pavia votassero come la scorsa primavera i 40 seggi del Consiglio comunale sarebbero cosi ripartiti: 13 ds—vppCppmalcnenatfdrridemocristiani, 13 comunisti, 5 jsocialisti, 3 liberali, 3 missini, i2 socialdemocratici, 1 repub-!blicano. L'unica maggioranzapossibile sarebbe quella di ;Cenln0rv^Str- COt\21 SfgBJsu 40 (13 de, 5 psi. 2 psdi, 1 pri). La sinistra disporrebbe di 18 voti su 40 (13 pei, 5 psi) e quella di centro avrebbe 19 seggi su 40 (13 de, 3 pli, 2 psdi, 1 pri). Poiché i «resti» delle singole liste si equivalgono sarebbero sufficienti piccoli spo-stamenti del numero dei voti per modificare la ripartizione dei seggi. Se, per esempio, icomunisti assorbissero tutti i voti che il 7 maggio sono an dati al disciolto psiup, i democristiani correrebbero il rischio di perdere il «tredicesimo» seggio. In questo casnon sarebbe possibile nemmeno la giunta di Centro Sinistra. Però i democristiani conta no di migliorare ancora rispetto ai risultati favorevoldella scorsa primavera, assorbendo parte dei «voti in^ libera uscita» che il 7 maggio sono andati ai missini. La stessa speranza manifestano i liberali che hanno bisogno drecuperare rispetto al 7 maggio. Anche i socialdemocraticcontano di riassorbire l'arretramento lamentato in primavera. I socialisti nelle ultimelezioni hanno manifestatuna certa stabilità ed i repubblicani vogliono confermare progressi conseguiti. Per l'Amministrazione provinciale le prospettive, prendendo come base i .voti del maggio, sarebbero ancora pidifficili di quelle del ComuneI 30 seggi del Consiglio provinciale verrebbero, infatticosì ripartiti: (compreso il psiup, nell'ipotesi che i votdello psiup confluiscano tuttsulla lista del pei), 10 democristiani, 3 socialisti, 2 missini, 1 socialdemocratico, 1 liberale, 1 repubblicano. In pratica il Centro Sinistrin Provincia avrebbe 15 votsu 30. Anche la sinistra noavrebbe la maggioranza, raggiungendo 15 seggi su 30. Icentro, infine, disporrebbappena di 13 seggi su 30. Che cosa dicono i partitsul dopo eiezioni? Per la de rr.ocrazia cristiana, a maggio ranza dorotea. il segretariprovinciale Virginio Trespha dichiarato: «Se i socialistpunteranno ancora agli cquilt bri più avanzati diremo subì to di no. Non siamo razzistpolitici ma è necessario iuta volare un discorso impostatsulla chiarezza e sulla lealtà12 comunistseggio dell I socialisti — tra i quali i demartiniani hanno preso il sopravvento sui lombardiani — nell'ultimo congresso provinciale hanno respinto la proposta di impegnarsi a priori per giunte di sinistra al Comune e alla Provincia. Nel programma presentato dal partito si afferma: «Guardiamo a una Amministrazione aperta ai contributi di tutte le forze politiche democratiche e antifasciste, che sappiano interpretare le aspirazioni ed i bisogni dei lavoratori». I socialdemocratici «auspica- no per il Comune di Pavia un Centro Sinistra organico ed autonomo» come ha dichiarato il segretario cittadino professor Domenella, presentando i candidati del psdi. Per i repubblicani «il punto di riferimento c il programma» ed il segretario della sezione pa- vese del partito, Angelo Lepore, indica tre punti principali: urbanistica, salute pubblica, scuola. I liberali, ha affermato il segretario provinciale del partito, avvocato Davide Pedrazzini, non sono più disposti ad un «appoggio esterno» ma «intendono governare la città con una partecipazione diretta». Essi ritengono possibile «il superamento della linea di centro e di quella di centro-sinistra, con una Giunta di centralità democratica». 1 comunisti, infine, chiedo n0 un voto "Per, rafforzare ul- 1 teriormente la lotta dei lavoratori per le riforme e per sconfiggere al più presto l'attuale governo». Per l'amministrazione locale propongono «una nuova maggioranza di sinistra». Sergio Devecchi Crema 0

Persone citate: Angelo Lepore, Davide Pedrazzini, Sergio Devecchi, Virginio Trespha