Folla al teatro Alfieri per i film sul fascismo
Folla al teatro Alfieri per i film sul fascismo Folla al teatro Alfieri per i film sul fascismo Alla sera cinquecento persone sono rimaste fuori dei cancelli - I cinegiornali dell'epoca I documentari fascisti sui per- | sonaggi, le tappe, i fasti del re. | girne che cosa dicono oggi ai torinesi e alle nuove generazioni? Quali accoglienze ricevono e quali reazioni determinano? Ieri si è iniziato, al teatro Alfieri, per iniziativa del Comune, il ciclo di, manifestazioni it Propaganda di regime e- giudizio della storia », dedicato ai cinegiornali prodotti dall'istituto Luce nel periodo tra il 1919 e il '40. Alle due proiezioni (ore 17 e ore 21) hanno assistito più di tremila persone, metà delle quali giovani. Alla sera sono rimasti fuori del teatro quasi in cinquecento. Il prof. Quazza, presidente del Circolo della Resistenza, ha fissato i limiti del valore storico di questi cinegiornali: « Nel guardar- li bisogna tenere conto — ha del- to — che sono stati realizzati per i fini della propaganda fascista u. Non mostrano dunque la realtà profonda e autentica del fascismo, ma l'immagine che il fascismo si sforzava di avere di fronte alle masse. Documentano cioè non il modo con cui il fascismo conquistò e gestì' il potere, ma il modo con cui il fascismo catturava il consenso degli italiani. Nei cinegiornali visti ieri si passa dui toni vibranti dell'impresa di Fiume e della marcia su | Roma, ricostruite in chiave naI zional-combattentistica ni I legio. I nari si preparano all'azione: un i gioco per loro, le cui dita conservano il ricordo della canna arroventata della mitragliatrice n), ai toni sfumati delle nozze che unirono Edda Mussolini a Galeazzo Ciano, presentate in chiave di rassicurante rispettabilità (tights, stole di visone, cilindri, macchi- || ne lustre, porpore prelatizie e ra re divise). Il problema naturalmente, per S,T,.., ' chi guarda oggi questi vecchi do cumentarì, è inquadrarli storicamente. « Le fonti visive sono di interpretazione meno complessa di quelle scritte, ma non consentono l'inserimento diretto, immediato della riflessione critica — ha ricordato Quazza — Per avere una visione completa e necessario il confronto con altre tonti e documenti ». Solo attraverso questo metodo si potrà valutare la differenza tra « propaganda di regime e giudizio della storia il. Nel cinegiornale che ricostruisce la marcia su Roma non c'è traccia dell'appoggio dato al fascismo dagli agrari e dagli indù- Si vedono le « oceaniche i adunate » nelle piazze (di Roma. | duce di Milano, di Ancona, di Torino I in occasione della visita di Mus- (| solini nel 1932), ma manca il ri- |scontro con gli strumenti politi- |ci ed economici di cui il regime jsi serviva per controllare le for- ize del lavoro, per tenere in pu- jgno il paese. Ci seno coloro che hanno vis- jsuto di persona il fascismo. Ce n'erano molti anche ieri, n Ma se si è vecchi, se si è vissuto, ci si !sente coinvolti psicologicamente je sentimentalmente — ha osser- vato Qttazza —. Per ì giovani c'è il rìschio opposto: di cogliere in prevalenza gli aspelli grotteschi. buffoneschi, ridicoli che ha oggi, iti questi cinegiornali, il volto del fascismo ». infatti in sala, non- ostante l'ammonimento, i giovani faticavano a trattenere le risa, so- durante i discorsi del prattutlo
Persone citate: Edda Mussolini, Galeazzo Ciano, Quazza
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