Condanna di due "eresie" di Paolo Garimberti

Condanna di due "eresie" NUOVE DIRETTIVE PER GLI SCRITTORI SOVIETICI Condanna di due "eresie" In un lungo saggio-documento su "Literaturnaja Gazeta", un ideologo del partito deplora due correnti letterarie: quella che riprende le tendenze slavofile e coltiva la nostalgia della vecchia Russia; l'altra che attribuisce all' "intelligencija" una missione sociale privilegiata (Dal nostro corrispondente) Mosca, 20 novembre. Un severo richiamo all'ordine contro le tendenze slavofile e il nazionalismo grande-russo nella letteratura sovietica, contro le esaltazioni del passato patriarcale e contadino, ma egualmente contro l'attribuzione all'» Intelligencija» di un ruolo-guida nella futura società socialista, è il tema di fondo di un interminabile articolo (ben sedici colonne per oltre trentamila parole) pubblicato nell'ultimo numero della Literaturnaja Gazeta, il settimanale dell'Unione degli scrittori. Disse Breznev Il saggio — firmato da A. Jakovlev, uno dei principali responsabili della sezione ideologica del Comitato centrale — viene giudicato il più importante testo ideologicoletterario pubblicato dal 1965 ad oggi, paragonabile al celebre discorso di Kruscev sui problemi della cultura pronunciato, alla sala Sverdlov del Cremlino, l'8 marzo 1963. Esso, infatti, è l'interpretazione autentica e lungamente meditata delle direttive e delle critiche espresse dal 24" congresso in materia letteraria, così riassunte da Leonid Breznev nella sua relazione: « Si deve tener presente che lo sviluppo della nostra arte è stato appesantito anche da tendenze di natura diversa. Qualcuno ha tentato di ridurre la molteplicità dell'odierna realtà sovietica ai problemi che sono stati irrevocabilmente respinti nel passato in seguito all'attività svolta dal partito per superare le conseguenze del culto delta personalità. L'altro estremo in cui erano caduti singoli letterati consisteva nel tentativo di mettere in bella luce feno¬ meni del passato, che il partito aveva sottoposto ad una critica risoluta e di principio, di difendere idee e punti di vista che erano in contrasto con quanto di nuovo e di creativo il partito aveva introdotto negli ultimi anni nella sua attività teorica e pratica ». L'articolo (ma forse sarebbe più corretto chiamarlo documento, data la sua natura di testo ufficiale) sviluppa evidentemente questi indirizzi. Per la complessità e molteplicità della sua tematica, per l'asprezza delle critiche, esso ha suscitato perplessità e preoccupazioni negli ambienti culturali di Mosca. Il fatto stesso che sia stato pubblicato soltanto undici mesi dopo la risoluzione del Comitato centrale sulla critica letteraria e artistica (che denunciava il soggettivismo, l'impreparazione e il decadentismo borghese di molti critici letterari) indicherebbe contrasti al vertice. In efletti, Jakovlev — il cui articolo corre sul filo d'un difficile equilibrio tra posizioni reazionarie e atteggiamenti progressisti — attacca con estrema asprezza alcuni ba-' stioni dell'establishment letterario (come la rivista Oletjabr, citata due volte e solo in termini negativi per il suo « nichilismo » verso l'« Intelligencija»), o autori le cui opere sono state tirate in milioni d'esemplari con l'imprimatur ufficiale dell'Unione degli scrittori icome Ivan Shevcov, campione dell'antisemitismo con i suoi Amore e odio e Nel nome del padre, definito « isterico scribacchino »). Ma, al tempo stesso, egli demolisce quelle che sono I gestate considerate alcune del- ! kdi coni ste(Atan« eletto atl'ie msomcoRuti tudiraglge« ituvepa—focatae re« dignle espressioni più vitali del-1 Sla letteratura sovietica degli | rAnni Sessanta: il Novyj Miri copnsegiscvonridrin I georgiano, uzbeko ! kirghizo. eccetera di Tvardovskij, il filone dei Icosiddetta « scrittori-contadini », l'ultima opera dello stesso Aleksandr Solzenicyn (Agosto 1914, pubblicata soltanto all'estero), definita « estranea e ripugnante » alla letteratura sovietica in quanto « insinua nel lettore un atteggiamento negativo verso l'idea stessa della rivoluzione e del socialismo, denigra il movimento di liberazione russo e i suoi valori ideali e morali, idealizza la vita, i costumi e la morale della Russia autocratica ». ' La Chiesa russa Due sono i temi dominanti nell'articolo della Literaturnaja Gazeta e, quindi, le direttive che dovranno ispirare in futuro gli scrittori e gli uomini d'arte sovietici in generale. Jakovlev definisce « ideologicamente pericolosi » tutti i tentativi di esaltare la vecchia Russia contadina e patriarcale (« con la scusa — dice — di un ritorno alle fonti»), di contrapporre la campagna alla città, di cantare « la gloria delle chiese e delle icone », di « piangere sul tempio e la croce ». « Se qualche chiesa è l'opera di uomini di talento, bisogna ricordare che le armi di 1 Sto, della | russa. i E, d'altra coloro che annientarono la prima rivoluzione russa sono state benedette nelle chiese ». Egualmente, secondo il giornale dell'Unione degli scrittori, i buoni letterati devono respingere la tentazione di esaltare gli eroi prerivoluzionari, i grandi condottieri del passato, che si risolve in una lode ai vari nazionalismi repubblicani — moldavo, - o, peg-slavofilia grandeparte, vanno condannati gli scrittori che analizzando nelle loro opere la società sovietica moderna, contrappongono « i lavoratori manuali a quelli intellettuali », attribuendo aXYintelligeneija « una missione nella società», della quale «le masse lavoratrici sarebbero una parte inferiore e secondaria ». Secondo la Literaturnaja Gazeta. questa visione della società sovietica è degna di ideologi borghesi, che si pretendono socialisti o progressisti (quali Marcuse, Galbraith, Darendhorf) mentre il 24" congresso, « secondo una corretta analisi marx-ltminista ». ha sottolineato che la classe operaia è « il cervello e il cuore sociale per costruire la nuova società ». Quattro mesi fa, la, rivista Oktjabr aveva messo sotto accusa un altro genere di letteratura, i cosiddetti « romanzi fantastici », e due autori assai amati dalle giovar ni generazioni, Vasilij Aksenov e Bulat Okudzhava, erano stati definiti maldestri epigoni di Michail Bulgakov, imbevuti di « arbitrio soggettivista ». Ma se quell'attacco, che pure aveva suscitato doloroso stupore negli ambienti culturali di Mosca, aveva una por tata delimitata, l'articolo del- j la Literaturnaja Gazeta chia ma in causa tre quarti della produzione letteraria sovietica, toccando di striscio anche certa produzione cinematografica. Pur nella sua apparente imparzialità, questo saggiodocumento appare dunque come una nuova, severissima sterzata dirigista in campo culturale, tanto da far dire a molti artisti che « le mura che già delimitavano la libertà d'espressione si sono ora ristrette una volta di più ». Paolo Garimberti

Luoghi citati: A. Jakovlev, Mosca, Russia