Caro-domestiche il Fisco lo ignora

Caro-domestiche il Fisco lo ignora La "Vanoni,, in tribunale Caro-domestiche il Fisco lo ignora L'ufficio delle imposte respinge la tesi del medico napoletano, che vuole detrarre nella denuncia dei redditi le spese per la cameriera (Dalla redazione romana) Roma, 16 novembre. Ha suscitato molto interesse la vertenza intentata contro il ministero delle Finanze dal dottor Vincenzo Guidi, un medico napoletano residente à Roma, il quale chiede che gli venga riconosciuto il diritto di detrarre, nella dichiarazione dei redditi, il salario e i relativi contributi per la cameriera. L'anno scorso, il dottor Guidi, compilando il modulo Vanoni, iscrisse nelle detrazioni le spese sostenute per la «lavoratrice domestica». L'ufficio distrettuale delle imposte non accettò questa «tesi» e comunicò all'interessato che considerava la denuncia «non fedele». Prima di rivolgersi al tribunale, il professionista ha inoltrato alcune istanze all'amministrazione finanziaria, ma ha ricevuto sempre la stessa risposta: le spese per i domestici non sono detraibili. Di qui il suo ricorso alla magistratura. Nell'atto di citazione presentato al tribunale civile con l'assistenza dell'avvocato Vincenzo Spaltro, il Guidi spiega che il salario per la cameriera incide sul bilancio della sua famiglia per una somma (95 mila lire al mese più 30 mila per contributi) che supera di molto lo stipendio di maestra di sua moglie. Il documento afferma, inoltre, che il fisco opera una discriminazione fra contribuenti, violando la Costituzione, secondo la quale i cittadini sono uguali di fronte alla legge. Tutti i datori di lavoro, infatti, possono detrarre nella dichiarazione i salari pagati ai dipendenti, in quanto servono a produrre reddito. «Perché questo non è consentito al "datore di lavoro domestico"? Il professionista napoletano sostiene che, nel suo caso, la cameriera è una collaboratrice necessaria alla famiglia, altrimenti la moglie non potrebbe produrre il reddito che le proviene dall'insegnamento. Il ministero non ha ancora ricevuto l'atto di citazione; comunque, alla direzione generale delle imposte dirette non hanno dubbi: il salario corrisposto ai collaboratori domestici non può essere de¬ tratto nel calcolo dell'imponibile. «L'articolo 136 del Testo Unico delle imposte dirette — ci ha dichiarato il dottor Mario Maccarone, ispettore generale del ministero —' dice espressamente che si possono detrarre spese, passività e perdite inerenti alla "produzione" di reddito. Il salario versato alla lavoratrice domestica è " erogazione " di reddito ». La sottocommissione di funzionari ed esperti che prepara il decreto delegato per le imposte dirette sta considerando la possibilità di ammettere «in detrazione», nelle future dichiarazioni, alcune spese che nulla hanno che vedere con la produzione del reddito, ma che riguardano le condizioni di vita del contribuente. E' un concetto nuovo introdotto dalla riforma. E' molto probabile che vengano considerate «detraibili» le spese per malattia e quelle sostenute dal contribuente per i funerali dei congiunti. Di spese per le domestiche, almeno finora, non si è mai parlato.

Persone citate: Mario Maccarone, Vanoni, Vincenzo Spaltro

Luoghi citati: Roma