I dubbi della vanità

I dubbi della vanità Saper spendere I dubbi della vanità A frenare l'entusiasmo per l'acquisto di una pelliccia interviene spesso il timore che il negoziante possa approfittare della nostra incompetenza - Un castorino morbido e brillante Noi siamo tra quelli che preferiscono il cappottino alla pelliccia. Per due motivi, anzi tre: costa meno, ci consente di non avere rimorsi nei confronti di graziosissimi animali a quattro zampe e di seguire la moda con spesa ragionevole. La signora Tina invece scrive con tono vittorioso: « Questo sarà il Natale della mìa pelliccia e della mia felicità ». Non immune però, da preoccupazioni. Ed eccole subito, a due righe di distanza dal grido trionfale: « Sono turbata dalla possibilità di fare un cattivo acquisto. Ho letto sempre con attenzione i consigli della vo stra rubrica, le raccomanda zioni a non fidarsi e a non credere che i prezzi bassi siano sempre sinonimo di " affarone". Chiaritemi perciò un dubbio: il castorino è una pelliccia delicata, di scarsa durata.? E' vero che richiede una pulitura completa ogni due anni? Quanto si deve spendere in media per pelli di buona qualità? ». ** Per un'illusione di eleganza molte donne sono disposte ad affrontare sacrifici economici e segrete paure. Le pungola la convinzione che la pelliccia sia il biglietto d'ingresso nella società; il desiderio di indossare un capo importante. Chissà quanto pagherebbero per essere caldamente avvolte in un mantello di pelo come la dama del bosco nell'acquarello di Rasch Naegele. Bando alle malignità. Un animale acquatico di origine argentina Che cos'è il castorino? « Non certo un piccolo castoro — ci ha detto un perito pellic ciaio — ma un animale ac quatico di origine argentina, il " nutria ". che ha una straordinaria somiglianza con il suo omonimo, senza dubbio più nobile ». Nonostante ciò, non è per nulla disprezzabile. « Un tempo si usava il castorino soprattutto per interni di lussuosi mantelli — continua l'esperto —, non soltanto per il suo calore e la sua morbidezza, ma anche per la sua discreta resistenza. Se le pelli sono di prima qualità, originali argentine, la pelliccia resterà bella per circa- dieci anni. Naturalmente se sarà trattata con l'attenzione che si riserva di solito ad un oggetto di pregio ». La brillantezza e la morbidezza del pelo sono purtroppo compromesse dall'uso. « Ogni due o tre anni sarà opportuno sottoporre la pelliccia a "brillantatura", cioè alla pulizia completa fatta in un laboratorio specializzato, per salvaguardare le pelli e la loro naturale bellezza ». Se si avrà la fortuna di possedere ritagli di pelli, avanzati dal mazzo scelto per la confezione del mantello, sarà possibile fare piccole riparazioni nei punti in cui i segni di usura sono più visibili: ad esempio, l'orlo delle maniche. Una spesa ben fatta deve dare anche la garanzia di poter intervenire con ritocchi nel modello quando alla cliente pare necessario. Qualcuno ci ha accusati di indicare per le pellicce prezzi molto elevati, « probabilmente di negozi di lusso ». Errore. Ci informiamo sui prezzi di mercato presso il delegato provinciale dell'Unione artigiani pellicciai, che è a sua volta pellicciaio e perito di pelli. L'esperto ci ha detto: « E' vero che preseti- l . i o a a e tate come castorino ci sono pellicce a prezzi accessibili: 200-280 mila lire. Abbiamo però il dovere di precisare che alcuni di questi capi più economici sono confezionati con pelli di montone rasato, tinto ad imitazione del castoro; altri, un po' più costosi, con pelli di bestiole di allevamento, le cui caratteristiche sono una maggiore leggerezza ed una minor resistenza ». Il castorino autentico, quello originale argentino, di buona qualità e lavorato « a trasporto » come si fa per il più pregiato castoro, costa molto di più. « Circa 500 mila lire per una pelliccia di grandezza normale (taglia 4i) e. se le pelli sono particolarmente belle, il prezzo è ancora più alto ». Chi vuole acquistare una pelliccia dovrebbe avere l'abilità e l'esperienza di un tecnico per valutare ciò che il negoziante offre, ma questa dote manca alla maggior parte delle donne. Si sa vagamente che si dovrebbe tener conto della brillantezza e della setosità del pelo, della robustezza e della buona concia delle pelli, dell'origine degli animali e di mille altri piccoli segreti, in base ai quali si stabilisce il valore di una pelliccia. Di solito, però, in mancanza di ogni possibilità di verifica, si è costretti ad affidarsi alla serietà e all'onestà del commerciante. L'acquisto di una pelliccia è una questione di fiducia. C'è da sperare che non sia mai mal riposta. Dae lamenti opposti sul blocco dei fitti Scrive M.V.: « Nel gennaio 1969 ho fatto la stupidaggine di dare in affitto il mio alloggio di due camere, tinello, cucinino e servizi in uno stabile di recente costruzione a 28 mila lire mensili, comprese le spese. Da allora i costi di queste ultime sono notevolmente aumentati, ma gli inquilini non vogliono sentirne parlare. Così a mio carico sono persino le spese per la raccolta dei rifiuti e per la riparazione della porta dell'ascensore, rotta dal figlio di questi signori. Che posso fare? ». ** Anzitutto stabilire chi ha effettivamente rotto la porta dell'ascensore. Se riesce a dimostrare che è stato il liglio dell'inquilino, questi non potrà sottrarsi al suo dovere di pagare i danni. Non crediamo che nel suo contratto di locazione rientri anche una clausola che consenta a colui che ha in affitto l'alloggio di evitare il risarcimento delle spese per ciò che rompe. . Per il resto c'è ben poco da fare. Il nostro esperto manifesta però qualche perplessità: « Come è possibile che nel contratto d'affitto si sia inserita anche la voce "spesa per raccolta rifiuti a carico del proprietario"? — ci ha detto —. Questa è di solito a carico dell'utente che fruisce del servizio. Bisognerebbe accertare com'è stato redatto il contratto. Se infatti la proprietaria avesse avuto l'avvertenza di stabilire una cifra esatta quale "rimborso spese", cioè avesse precisato ad esempio 25 mila lire per l'affitto e 3 mila per le spese, potrebbe chiedere in tale caso l'aggiornamento di queste, a patto che porti come prova degli aumenti i documenti giustificativi ». Se questa distinzione non esiste, come ci pn3salpbdfidvaa pare di capire dalla lettera, non ci sono speranze fino al 31 dicembre 197.'), data in cui scade l'attuale blocco degli affitti. La stessa legge interessa la signora Angela, che sta però dall'altra parte della barricata. « La proprietaria del mio alloggio, preso in affitto nel 1965 — scrive —. ha deciso di venderlo. Secondo lei dovremmo lasciarlo libero il più presto possìbile, perché il nuovo padrone lo desidera vuoto. Mio marito è tranviere; abbiamo fatto domanda per avere un appartamento in una cooperativa, ma chi sa quanto tempo dovremmo aspettare. Nel frattempo come faremo? ». ** Attendere lo scadere della proroga della legge sul blocco degli affitti che le dà il diritto di restare nell'alloggio, anche se subentra un nuovo proprietario. Il termine ultimo è il 31 dicembre 1973. Per il 1974 non possiamo fare alcuna previsione. Cucina d'autunno Una torta rustica La cucina d'autunno offre piatti saporiti e nutrienti. Eccone uno proposto da Angelo Sorzio. Torta rustica al formaggio. « Anzitutto occorre preparare la pasta per foderare la fortiera (ingredienti e dosi sono calcolati per un recipiente di 20 cm. di diametro): 200 gr. di farina, 30-40 gr. di margarina o burro, un uovo, un pizzico di sale e qualche cucchiaio di latte sufficiente per impastare e per ottenere un impasto piuttosto sodo. Lasciare riposare la pasta ricoperta per una decina di minuti, quindi spianarla sino ad uno spes- sore di circa 2 millimetri. Con questa foderare la fortiera, bordi compresi e facendo attenzione che la pasta non abbia alcun foro. Riporre la fortiera in frigorifero e nel frattempo preparare il ripieno con 4 uova intere, mezzo litro di latte, un cuc chiaio di farina ed un pizzico di noce moscata. « Battere le uova aggiungendovi la farina, il latte e la noce. Unirvi 30 gr. di parmigiano, 100 di fontina o altro simile formaggio nostra no e tagliato a cubetti, una cipolla tagliuzzata ed in precedenza rosolata e circa 60 gr. di pancetta affumicata tagliata e rosolata. Mescolare tutto al latte; se occorre, aggiungere sale. Versare questo composto nella fortiera fino a raggiungere il bordo della pasta e collocare nel forno già caldo (140") lasciandovela per circa 50 minuti. Ma attenzione: la torta dev'essere curata. Che non sia troppo colorita in superficie e che la parte sottostante sia ben cotta e l'impasto ben rappreso. Prima di sformarla, lasciarla intiepidire. E' ottima calda o fredda; adatta come primo o secondo piatto ».