Studenti a Napoli devastano sede de
Studenti a Napoli devastano sede de Protesta per i doppi turni Studenti a Napoli devastano sede de Il mobilio incendiato, distrutte alcune automobili - Si cercano "i sobillatori" (Dal nostro corrispondente) Napoli, 14 novembre. Singolare e drammatica prolesta stamane a Casoria, un comune della cintura cittadina: circa duemila scolari delle elementari e delle medie, spalleggiati dai loro genitori, hanno compiuto una violenta manifestazione tenendo impegnate a lun go le forze dell'ordine. I giovanissimi dimostranti hanno compiuto atti di vandalismo ed hanno tentato di appiccare il fuoco al palazzo comunale, che ha sede nella piazza principale del paese. Fallito il tentativo, per la decisa azione dei vigili urbani e dei carabinieri, i dimostranti hanno assalito la sede locale della democrazia cristiana, attigua all'ingresso del municipio, che è stata messa a soqquadro e semidistrutta. E' stato necessario inviare rinforzi da Napoli e da altri centri della zona. Tuttavia l'età dei dimostranti ha indotto le autorità ad agire con molta cautela e prudenza per scon giurare che la dimostrazione potesse concludersi con conseguenze più gravi. I danni, secondo i primi accertamenti, ammonterebbero a quattrocinque milioni. La polizia ha aperto indagini «per identificare i sobillatori» della grave protesta ed accertare le rispettive responsabilità. Verso le 9 circa, duemila ragazzi delle scuole elementari e delle medie, invece di recarsi a scuola si radunano in piazza Cirillo, dove sorge il palazzo municipale. Alle loro spalle sono i genitori che seguono l'andamento della dimostrazione. I ragazzi intendono richiamare con la loro presenza nella piazza l'attenzione delle autorità sulle disagiate condizioni scolastiche. Dall'inizio dell'anno sono costretti ad affrontare indicibili disagi, a frequentare doppi e tripli turni a giorni alterni. Tra i dipendenti municipali si diffonde un certo allarme e si decide di battere in ritirata. Uno dietro l'altro, alla spicciolata, essi abbandonano il posto di lavoro, si precipitano in strada. «A fuoco il Comune — gridano in coro gli alunni in preda ad una furia devastatrice —, a fuoco il Comune», ed i vigili urbani fanno appena in tempo a sprangare il portone. Il comandante Luciano Volpe fa schierare i suoi uomini a protezione dell'ingresso, mentre i carabinieri — in tutto una decina — tentano di arginare la folla scatenata dei ragazzi che si abbandonano ad una sistematica opera di distruzione dei giardinetti e della segnaletica stradale. Gli alberi sono sradicati, i pali divelti, i viali disselciati. L'atmosfera è densa di tensione, e mentre l'allarme viene dato alla questura di Napoli la folla dei piccoli dimostranti ha piena libertà di azione. Si riversa alla sede della democrazia cristiana a piano terra del palazzo comunale, riesce a scardinare le imposte ed a penetrare nell'interno, dove è il custode con altri due amici. Anch'essi fuggono per timore del peggio. Una volta penetrati nei locali — un salone e tre vani — le suppellettili sono devastate. Parte del mobilio viene buttato in strada e bruciato. In serata gruppi di giovani e ragazzi hanno cercato di rinnovare gli incidenti della mattinata. Respinti dalle forze dell'ordine, i dimostranti hanno preso di mira i mezzi pubblici in sosta, infrangendone i vetri e tentando di darli alle fiamme. a. I. Per la frontiera Oder-Neisse
Persone citate: Luciano Volpe
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