Le servitù del mestiere più bello

Le servitù del mestiere più bello UN ALLARMATO CONVEGNO DI GIORNALISTI A PARIGI Le servitù del mestiere più bello Così lo definì lo scrittore Albert Camus - Perché non venga snaturato, 250 professionisti francesi hanno denunciato all'opinione pubblica le pressioni di ogni genere esercitate sulla stampa dalle indebite pratiche pubblicitarie 1 (Dal nostro corrispondente) Parigi, 10 novembre. La Costituzione francese garantisce la libertà d'informazione: ma purtroppo non può garantire che l'esercizio di questa libertà sia remunerativo. Per essere adeguatamente informata ed obbiettiva, la stampa ha bisogno di cospicue risorse finanziarie: e le attinge in massima parte alla pubblicità. L'inserzionista, però, ha a cuore la divulgazione del suo prodotto, e non il benessere del giornale. Quindi non gradisce critiche, non importa quanto giuste, al fianco della reclame. Se le trova, ha in mano una valida arma di ritorsione: il ritiro del suo contributo pubblicitario. Così l'attività dei giornali, in misura minore o maggiore, entra in un circolo vizioso: o rinunciare alla pubblicità e morire liberi, o assoggettarvisi dicendo addio all'indipendenza dell'informazione. Occulte e aperte Turbati da questi dilemmi che intaccano l'etica della professione, i membri dellVAssociazione dei giornalisti economici e finanziari francesi », un ente che ha circa 250 iscritti d'ogni tendenza, han- no indetto un convegno conlo scopo precipuo di richia-i mare l'attenzione dell'opimo- ne puDbiica sulle pressioni occulte o aperte di cui re- 1 t tti iù ancora, direttori, sono oggetto nel mondo consumistico moderno. La conferenza, svoltasi oggi, è stata un unanime grido d'allarme per la salvezza morale di un lavoro che Albert Camus definì « il più bello e nobile del mondo ». I giornalisti economici e finanziari hanno discusso su un documento scottante: il risultato di uno studio approfondito su numerosi casi di pressioni e « ricatti » inverecondi esercitati dalla pubblicità su quotidiani e periodici. Significativamente, il solo foglio francese che abbia finora divulgato i dettagli del dossier è il Canard enchàiné, un settimanale satirico maledettamente serio, il quale non teme reazioni di inserzionisti perché non ne ha: il Canard rifiuta per principio ogni reclame e si salva dal naufragio finanziario vendendo le sue otto pagine frizzanti d'informazioni ghiotte a un prezzo doppio degli altri giornali di dimensione pari o superiore. Ma nonostante lo svantaggio del costo, lungi dal perdere lettori, ne va acquistando di numero in numero. Negli ultimi diciotto mesi ha pressoché raddoppiato la ti| ratura, toccando le 600 mila | copie: e confermandosi come J l'eccezione alla regola econo- , , . ,, - , j mlca della btamPa Mancese, i L'indipendenza del giornali ' sta, apprendiamo dal docu mento citato e discusso nella i conferenza odierna, è attae- cata da ogni parte: con le buone, cioè con adulazioni e doni, fin dove si riesce, e con la forza dove gli altri meto- di falliscono. Su un tale sfon- do di profferte o di minacce velate, il cronista e i redat- tori finiscono il più delle voi- te per adattarsi al compro- messo: che è l'autocensura, talora perfino inconscia, come un riflesso condizionato. Evitare le noie Al di sopra del reporter, del resto, c'è non di rado l'apparato redazionale e direttivo che « non vuole noie », e provvede a sapienti modifiche e, più ancora, tagli nei testi: un « taglio » può sempre essere giustificato adducendo la scarsità di spazio a disposizione. Dunque ci sono pressioni non solo dall'esterno, ma pure dall'interno. Le prime, sulle quali il dossier si dilunga, sono di varia natura, spesso politica: « Lo Stato — leggiamo — ha tendenza a "mercanteggiare" la sua manna pubblicitaria non per ottenere vantaggi di dettaglio, ma per spingere un giornale su posizioni generali più favorevoli ai pubblici poteri ». Il cattivo esempio insomma vien dall'alto, e logicamente è ampiamente seguito ai livelli inferiori. Così, « ria; 1968 al 1972, in replica ad articoli che sottolineavano le lacune di progetti immobiliari del gruppo De Balkany. questo gruppo e i suoi satelliti han- no interrotto ogni pubblici tà sul quotidiano Le Monde: il che ha privato il giornale di varie centinaia di milioni dì franchi ». Analogamente, una agenzia pubblicitaria ha annullato un contratto per la ditta Persil sul Cooperateur de France, spiegando la decisione con questo candore detersivo: « Sarebbe paradossale che il nostro cliente proseguisse sulle vostre colonne uno sforzo pubblicitario per dei prodotti che sono direttamente attaccati dalla vostra redazione nelle colonne adiacenti». La ditta Berliet, invece, ha tolto le sue inserzioni dal mensile Expansion. reo di aver messo in copertina una fotografia d'una officina del gruppo occupata dagli operai e dove « il nome della società era stato trasformato ad iniziativa dei dimostranti da "Berliet" in "Liberté" ». Lo stesso E.ipansion si è visto decurtare il budget pubblicitario della Citroen « in seguito ad un'inchiesta in cui la Citroen era stata classificata tra le società male amministrate ». E' naturale che sulla scorta di queste esperienze molti articoli interessanti restino nelle penne dei giornalisti, ed altri, pur scritti, non arrivino mai all'onore delle pagine. Una simile frustrazione è toccata nientemeno che a Ralph Nacler, il moralista dei con sumi americani, venuto nella capitale francese su invito della rivista Paris-Match, ansiosa di conoscere la sua opinione sulla sicurezza delle automobili. Nader lasciò al settimanale un testo con dovizia di documentazione e nomi di marche: ma gli acquirenti di Paris-Match, finora, non hanno avuto ancor modo di leggerlo. Gli inserzionisti, e più in I generale i gruppi di pressione, amano i giornalisti «aceo- | modanti » ed anche gli tributano riconoscenze tangibili; agli altri invece capita j persino che neghino le in-1 formazioni. Come difendersi? Le conferenze stampa prò- \ mozionali, che si presentano corredate di qualche altra attenzione ( un viaggio, uno sconto, ecc.), sono un metodo j diffuso, elegante e discreto j di conquistare anime e di ot- j : tenere che accanto alla pub- i I blicità esplicita ne traspaia i I un'altra sottile e clandestina, i Come difendersi da tante | | sollecitudini? I giornalisti | riuniti a Parigi hanno evocal to il modello svedese, dove ! il codice dell'etica professionale proibisce anche al più modesto dei cronisti d'accettare ogni più piccolo dono sospetto: sia esso un accendino o una macchina a prez zo di favore. Le sanzioni, comminate dal Consiglio della stampa, sono dure. Ma la Svezia è remota, è fuori dal- Ila nuova Europa c. c. I i i I \ | | I j I 1 j | ; 1 I \ | i j I|iiiì

Persone citate: Albert Camus, Ralph Nacler

Luoghi citati: Europa, Parigi, Svezia