Abbiamo ritrovato i campioni

Abbiamo ritrovato i campioni Decisivo al 51' un bel gol di Cuccureddu Abbiamo ritrovato i campioni Una vittoria che risolve molti problemi ai juventini - Con il sardo i migliori sono stati Capello, Furino e Morini Occasioni fallite di un soffio da Anastasi - Si è ritrovata anche la difesa - Stranamente assenti i dirigenti federali (Dal nostro inviato speciale) Magdeburgo, 8 novembre. La maggiore esperienza e la pura concentrazione dei campioni d'Italia hanno messo sotto quasi con disinvoltura i tedeschi del Magdeburgo. Gli uomini di Sparwasser hanno invano cercato di imporre un loro forcing scolastico, puntuale nell'esecuzione ma difettoso di inventiva, quindi monotono e prevedibile. Asserragliata ai limiti della sua area quando le folate dei biancoblù soffiavano un po' troppo impetuose, la Juventus non ha rinunciato alle azioni in contropiede, prontissime e pungenti. Per lunghi tratti del primo tempo, addirittura, ha attaccato molto, dimostrando che il Magdeburgo è squadra solida, ben impostata ma anche ingenua in fatto di esperienza internazionale I tedeschi non hanno certo ripetuto la prova difensiva compiuta a Torino: costretti a scoprirsi, hanno messo in mostra tutta la loro esilità di costruzione e la mancanza di fantasia giocolieristica. La vittoria a Magdeburgo risolve molti problemi e patemi della Juventus d'oggi: rappacifica uomini al limite del dissidio, rida fiato ad un morale collettivo che la sconfitta nel derby aveva deteriorato. Consente al club di programmare un calendario futuro sia per quanto riguarda il campionato sia per i prossimi impegni di coppa. Veniamo alla cronaca: parte il Magdeburgo come se volesse spaccar tutto, per cinque minuti tiene la Juventus serrata in area. Sono traversoni lunghi, passaggi anche troppo potenti per esser controllati su un terreno reso viscido dalla pioggia, sono rimesse laterali che per la violenza paiono corner. Ma i bianconeri non tardano a rimettersi in linea di volo, controllando quasi sempre bene Sparwasser, con Morini, e I Pommerenke, abile ma spes- I so soverchiato da un Capei- — lo in ottima vena. La prima palla in avanti la gioca Cuc- ] cureddu, con un colpo di testa, all'ir, ma al 18' Anasta- I si ha una magnifica occasione-gol in contropiede. Si lascia .impanare il tiro anzi- I che battere subito approfit- ' tando della viscosità dell'er- | ba che avrebbe sfavorito il portiere. Un duetto CapelloCuccuredtìu termina parato a terra dal portiere tedesco i al 22'. Qui la Juve si accorge di poter dominare la ga- i ra e non lesina gli sforzi in i avanti. Ecco infatti un tiro j da 20 metri di Bettega al 28', parato a terra, ecco un'improvvisazione felice di Ana stasi, che al 31' si spiccia a sparare un destro ma il nu- : mero uno tedesco è pronto alla presa. Il Magdeburgo cerca di ricostituire il suo gioco animoso, che però difetta nei singoli, non certo nei meccanismi mandati bravamente a memoria. Sparwasser I in gran duello con Morini) rie- j sce al 38' a superare tutti, ma spreca un'ottima pallagol a fil di palo. C'è ancora un'avanzata juventina, con cross di Anastasi da destra per Bettega, che gira splendidamente di testa, la palla sfiora il paletto sinistro della porta tedesca. E si arriva agli ultimi minuti, con un'azione Morini-Capello che effettua un bel tiro parato al 44'. Gli ultimi secondi di gioco vedono risse, un arraflaarrana, falli, controfalli e pestoni in area bianconera, su ennesimo rovesciamento di fronte, ma qui Machin, diplomaticissimo arbitro, aspetta solo di fischiare la fine del tempo. Ripresa: sembra che la fisionomia dell'incontro non debba cambiare, e invece dopo sei minuti è gol. Capello — una serata ottima per lui, ripetiamo, ma anche con una goccia di fortuna per i molti rimpalli favorevoli di cui ha potuto e saputo approfittare — agguanta un pallone su un dilensore che scivola, deve quindi effettuare una rimessa laterale per una deviazione tedesca. Direttamente imbocca Cuccureddu che opera uno slalom tra due difensori in scivolata e batte un diaconale destro: rete. La Juve pa^sa il turno, è facile prevederlo, a questo punto, vi¬ stoersntodn1umdp sta la carica tedesca così ostinata ma priva di risorse e di talento. Al 12' l'allenatore del Magdeburgo sostituisce due uomini contemporaneamente, per mantenere alto almeno il tono agonistico della sua squadra: operazione che però non dà frutti. Al 14' Zoff viene impegnato da un bel tiro di Achtel e un minuto dopo vi è un gol tedesco di Abraham annullato per evidente fuorigioco. i Entra Haller, applauditisi simo, al 28'. Un minuto priI ma per poco Anastasi non I raddoppiava, e sarà imitato j al 42' da Cuccureddu. Finiva in gloria, con bandieroni e ululati dei tifosi bianconeri giunti nel freddo della Sassonia dopo un viaggio di tremila chilometri. Una Juve volonterosa, e per concludere, che ha saputo piantare le unghie nel suo i obiettivo. Il pubblico tedesco ha fischiato lungamente Machin, vecchia volpe arbitrale di coppa, ma non poteva certo approvare lo scarso operato dei suoi biancoblù, privi di genio e ansimanti dietro triangolazioni puntualmente chiuse. Su tutti, tra i campioni d'Italia: Capello e Cuccureddu, Furino e anche Morini, pur se in certe occaI sioni il nostro « Tarzan » ha | dovuto subire uno Sparwas' ser che è certo uomo di va- lore europeo. La Juventus ce l'ha fatta, riuscendo anche a ritrovare la sua difesa, che coperta può funzionare con l'indispensabile durezza agonistica e registrarsi in corridoi stretti. La «débàcle» del derby è ormai in archivio. Dalla coppa i bianconeri ricevono un rilancio più che meritato, offrendo un ottimo biglietto da visita ai futuri avversari, siano questi un Ajax oppure un Bayern. Un'ultima cosa da rilevare: a Magdeburgo si è notata con un certo stupore l'assenza dei grandi « capataz » federali e di Lega. La squadra campione d'Italia, impegnata nella più prestigiosa competizione europea, ha ricevuto tre telegrammi titolati: dalla Fiorentina, dai lealissimi rivali del Torino e da Franco Carraro. Artemio Franchi s'è fatto vivo con una telefonata, il presidente Stacchi con una buona dose di silenzio. E dire che nelle grandi disfide europee non mancarono mai fino ad oggi, per stringere mani e ricevere omaggi. Sono sfumature che contano, che in campo internazionale hanno il loro peso e rivelano stati d'animo e disposizioni ben precise. Dipenderà dalla nebbia che avvolge i nostri aeroporti e dai tìpici disguidi postali italiani? Oppure si tratta di altre nebbie, di altri disguidi mentali? Anche il « tifoso a pagamento » Serafino era in tribuna. Non importa: dovranno ricomparire tutti quanti. Il sentiero juventino in coppa appartiene ancora al domani. Giovanni Arpino MAGDEBURGO — Schulze; Enge, Zapi: Abraham, Achtel, Pommerenke; Seguiti, Decker, Tyll (Raygust dal 57'), Sparwasser, Hermann (Pysal dal 57'). JUVENTUS — Zoff; Spinosi, Marchetti; Furino, Morini, Saivadore; Causi». Cuccureddu, Anastasi, Capello, Bettega (Haller dal 73'). Arhitro: Machin. Relè: Cuccureddu al 51'. a I Bettega ha svolto benissimo il suo compito di « pivot » dell'attacco

Luoghi citati: Italia, Magdeburgo, Sassonia, Torino