Annata senza vino Barolo? di Piero Cerati
Annata senza vino Barolo? NELLE LANGHE Annata senza vino Barolo? Le uve hanno gradazione bassa, in molti casi non consentono il riconoscimento d'origine - Una riunione di sindaci e viticoltori (Dal nostro inviato speciale) Alba, 7 novembre. Si è svolta questa sera nel municipio di Grinzane Cavour una riunione di sindaci e agricoltori degli 11 Comuni compresi nella zona d'origine controllata del vino Barolo. L'assemblea era stata indetta dal sindaco di Castiglione Falletto, Arnaldo Rivera, per esaminare la situazione della vendemmia dei vini d'origine controllata (4050 per cento in meno dello scorso anno, bassa gradazione delle uve) e per trovare un accordo « sulle eventuali proposte per il riconoscimento dell'origine controllata é garantita del Barolo ». Rivera ha detto di essere stato « più volte invitato da sindaci e viticoltori» ad indire una riunione in cui dibattere i problemi creati dalla magra vendemmia, alla luce di una lettera inviata dalla Camera di Commercio di Cuneo all'Associazione commercianti, alla Coldiretti, all'Unione agricoltori, all'Alleanza contadini, ed all'Unione Industriali per « esprimere il proprio parere sulla eventuale necessità di squalificare totalmente la vendemmia 1972 come vino a denominazione di origine controllata e di ridurre ad un minimo contenuto il massimale dì produzione per ettaro ». Le associazioni, cui la lettera è stata indirizzata, non hanno ancora inviato una risposta. S'è mosso allora il sindaco Rivera e ha convocato colleghi e viticoltori per « coZteborare — egli ha spiegato — coti la Camera di Commercio in questa difficile scelta ». Le tesi emerse dal dibattito sono state tre. Prima. Declassificazione totale del Barolo per l'annata 1972 e rinuncia alla denominazione d'origine. Ad essa sarebbero favorevoli alcuni grossi produttori e vinificatori, i quali, avendo a disposizione le scorte degli anni precedenti, potrebbero immettere sul mercato bottiglie a prezzi maggiorati, compensando in questo modo le perdite attuali. Seconda tesi: concessione del riconoscimento d'origine a tutta la produzione che raggiunga in vino i 13 gradi previsti dalla legge. Ad essa sarebbero favorevoli le industrie vinicole non della zona, con sede fuori delle terre del Barolo, ma che hanno acquistato le uve per produrre bottiglie con il marchio « doc ». Terza tesi: declassale del 50-70 per cento il massimale di 80 quintali per ettaro concesso dalla legge e rilasciare quindi il riconoscimento d'origine al vino prodotto con 15-20 quintali di uva per ettaro. Questa proposta ha incontrato i favore della maggior parte degli agricoltori, delle associazioni di categoria, degli « invecchiatori di vini », che hanno compiuto una vendemmia selezionata, protrattasi sino alla fine di ottobre, e hanno vinificato le uve migliori, ottenendo i prescritti 13 gradi. Il problema non si esaurisce in queste tre proposte: molti produttori (sono 1092 nella zona del Barolo, cui si aggiungono 200 imbottigliatori) .hanno già venduto le uve (senza selezionarle) alle industrie e attendono il saldo del prezzo, pattuito con l'impegno della consegna dei « bollini » di origine controllata: se ora questa clausola non fosse rispettata, i compratori potrebbero abbassare ulteriormente i prezzi e l'uva nebbiolo da Barolo toccherebbe limiti incredibilmente bassi: 1400-1500 lire il miria, contro le 22002500 lire del 1971. Le conseguenze per gli agricoltori sarebbero gravi: ci si troverebbe di fronte ad un incentivo 1 per l'abbandono della campagna, già colpita dall'annata scarsa. L'assemblea non ha potuto prendere decisioni, ma tornerà a riunirsi per far sapere alla Camera di Commercio di Cuneo i propri orientamenti. La questione è molto delicata, coinvolge interessi per miliardi e né i Comuni, né la Provincia, né la Regione hanno compiti di istituto per intervenirvi direttamente. Una decisione spetta all'ente camerale, all'Ispettorato dell'agricoltura, al Comitato nazionale di difesa della denominazione d'origine con l'avvertenza che questi enti non dispongono di uno strumento legale per « declassificare » un vino. Ci si trova di fronte ad un problema giuridico nuovo, ma in base alla legge esiste un'unica soluzione: la concessione del riconoscimento d'origine controllata a chiunque ne faccia domanda e dimostri di avere in cantina vino Barolo di 13 gjfòdi. Se si voleva giungere afta « declassiflcazione », sarebbe stato necessario controllare .e uve nebbiolo da Barolo e impedire la vendita di quelle che non avevano caratteristiche organolettiche tali da consentire mosti di 20 gradi. Piero Cerati e mcisefapevadpbpddè stachsidsoe lelidcsstgtstscuLshmgclpltCrmtcpimPtivgmcu
Persone citate: Arnaldo Rivera, Rivera
Luoghi citati: Alba, Barolo, Castiglione Falletto, Cuneo, Grinzane Cavour
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