I produttori di vino replicano noi non aumenteremo i prezzi

I produttori di vino replicano noi non aumenteremo i prezzi Dopo l'annuncio dei commercianti a Genova I produttori di vino replicano noi non aumenteremo i prezzi I viticoltori delle. Langhe, dell'Astigiano e del Vercellese sono d'accordo per mantenere le quotazioni dello scorso anno; qualche maggiorazione in provincia di Alessandria - Per barolo e barbaresco c'è il problema dell'eventuale declassificazione doc (si decide martedì) (Dal nostro inviato speciale) Alba, 4 novembre. I commercianti la settimana scorsa hanno annunciato al « Bibe » di Genova che i prezzi del vino aumenteranno del 20-30"Zo. Per i vini d'annata si arriverà a punte superiori al 40"Zo* Le cause? La vendemmia negativa per qualità e quantità. I produttori smentiscono. Dice Renato-Ratti di La Morra: « La bottiglia pregiata non risente delle oscillazioni esterne del mercato: il prezzo se lo crea da sola, in base alla legge della domanda e dell'offerta ». E preannuncia che i prezzi non saranno diversi da quelli della primavera scorsa: barolo e barbaresco del 1968 costeranno 1400 lire alla bottiglia; il dolcetto 500; il barbera 450500; il nebbiolo 850 (annata 1969). A Dogliani, la bottiglia di dolcetto del 1971 continuerà a costare 400 lire; qualche vitivinicoltore ha preannunciato un ritocco di 50 lire, ma perché è aumentato il costo del lavoro. A Barbaresco, la Cooperativa produttori venderà la bottiglia di barbaresco del 1967 a 1100 lire, quella del 1968 a 900 lire. L'azienda agricola Oddero di La Morra prevede un aumento del 3-40''o in base al normale costo della vita: barolo e barbaresco del 1967 costeranno dalle 1100 alle 1200 lire la bottiglia; il dolcetto sarà messo in vendita a 350 lire il litro, come il barbera. Vi sono agricoltori nella Langa che hanno avuto l'anno scorso difficoltà a collocare tutto il vino, quest'anno venderanno anche le scorte e non si proporrà il problema dei « rimasti » di cantina: questo compenserà, in parte, l'annata quantitativamente scarsa. Per barolo e barbaresco si pone, pctò, un altro grosso problema. Da più parti s'è detto che il vino non ha raggiunto la prescritta gradazione di 13 gradi. Si è parlato di rinunciare per quest'anno al disciplinare d'origine. Dice l'assessore provinciale Oddero di Alba; « Non vorrei che la declassificazione venisse pagata dai viticoltori, i quali hanno già avuto danni , nella vendita delle uve. che hanno raggiunto quotazioni di 1700-1800 lire al miria. Il timore è che senza il riconoscimento dell'origine controllata il prezzo crolli ancora ». In realtà, nella zona sottoposta al vincolo del disciplinare vi sono viticoltori, come Corderò di Montezemolo, di La Morra (e se ne cita uno per tutti), che hanno vendemmiato con una rigorosa selezione grappolo per grappolo, terminando pochi giorni or sono i lavori e ottenendo un mosto di alta gradazione: la declassificazione del vino li punirebbe, con grave ingiustizia. Martedì, 7 novembre, dovrebbero riunirsi nel castello di Grinzane Cavour, sotto gli auspici della Camera di Commercio di Cuneo, tutte le categorie interessate al problema. In auella sede sarà presa una decisione. Di fronte alla varietà dei pareri, l'assessore Odderj proporrà di mantenere l'origine controllata di barolo e barbaresco (il nebbiolo verrà a traino), ma di ridurre del 50 per cento il massimale di 80 quintali per ettaro d'uva previsto dalla legge: questo impedirà di « punire » chi ha vendemmiato in periodi successivi, facendo la cernita tra grappoli sani e grappoli guasti e ottenendo un vino pregiato. Anche in provincia di Asti, la Coldiretti smentisce un aumento del vino alla produzione: i prezzi dell'uva sono inferiori a quelli dell'anno scorso — lo si deduce dai « mercuriali )i — e i vitivinicoltori non hanno eccessive richieste. I prezzi al produttore sono questi: barbera 180 lire al litro, grignolino 300 lire, moscato 200-250 lire. Per bottiglia: moscato 300-350 lire; barbera 180-200-250 lire; grignolino 350400 lire. Dice Gottardello, della Coldiretti: «Il produttore risente in modo negativo dell'allarmismo diffuso dai commercianti. Gli annunciati aumenti sono una speculazione a danno dei vitivinicoltori. Se vi sarà lievitazione dei prezzi, questa avverrà verso maggio, giugno: sofisticazione permettendo ». La scarsità del vino per la grama vendemmia è presa dai negozianti a giustificazione dell'-umsnto, ma il fatto è che le « sofisticazioni » compenseranno i vuoti e i prezzi rimarranno alti. Alcuni produttori non saranno d'accordo con le dish'a razioni sin qui raccolte, ma di sicuro, senza tema di essere smentiti si può dire che « uf ficialmen' ' non è stato deciso nessun alimento da parte dei produttori »: i sindacati di categoria su questo sono concordi. Nell'Alessandrino si raccolgono voci diverse, si parla di auchdescdeveavsupròCaudaalga12sonaclalitecdcctoladblcqvlgCPimnsaz aumenti del 10-30-40"?'o perché « i vini nuovi sono scadenti » e perché « non si riesce ad acquistare ì prodotti delle scorse annate ». Gli « invecchiatori » sostengono di avere pagato le uve a prezzi superiori allo scorso anno, parecchi produttori hanno però smentito. A Gavi, il cortese della Cantina sociale ha subito un aumento di 20 lire al litro, dovuto al costo del lavoro: al litro è venduto dalle 160 alle 200 lire (da 10,50 a 11.50 gradi); in bottiglia dalle 250 alle 500 lire (dai 10,50 ai 12,50 gradi). Nel Vercellese, la Cantina sociale cooperativa di Gattinara non ha ancora deciso alcun aumento: il gattinara costa dalle 700 alle 800 lire la bottiglia; lo spanna 300 lire al litro. In Piemonte, si è di fronte ad una situazione a mosaico. L'impressione è che i produttori tendano a mantenere costanti i prezzi, ma l'annuncio dei commercianti ha avuto l'effetto di un sasso nel lago: potrebbe causare onde di riflesso. Piero Cerati Barolo e barbaresco primi vini "Docg,, Alba, 4 novembre, (g.f.) Il Barolo e il Barbaresco, primi fra i vini italiani, stanno per avere il riconoscimento della più alta qualificazione d'origine prevista dalla legislazione italiana: si tratta del passaggio dalla denominazione Doc (Denominazione di Origine Controllata) alla categoria superiore dei vini a Docg (Denominazione di Origine Controllata e Garantita). Le domande per ottenere il riconoscimento Docg sono state inoltrate agli organi competenti tramite la Camera di Commercio di Cuneo nel dicembre '70. L'« iter » burocratico, superati positi- vamente gli esami deUe varie commissioni, è ultimato. Resta ancora da percorrere l'ultima tappa: la pubblica audizione-che la commissione delegata per l'istruttoria dei vini a denominazione di origine del Piemonte dovrà tenere in zona, per riscontrare se il parere favorevole già espresso a vari livelli è accettato dagli interessati. Queste audizioni avranno luogo ad Alba il 16 novembre per il Barolo e il 17 per il Barbaresco. Alle riunioni parteciperanno tutte le categorie interessate che dovranno dibattere e accordarsi in merito alla stesura del nuovo disciplinare.

Persone citate: Gottardello, Oddero, Piero Cerati, Renato-ratti