Quartetti di Brahms e '700 piemontese

Quartetti di Brahms e '700 piemontese NOVITÀ DISCOGRAFICHE Quartetti di Brahms e '700 piemontese L'Oiseau Lyre e musiche inedite - Una suite latino-americana di Duke Ellington Il quartetto per pianoforte in do minore, op. 60 di Brahms aveva a tal punto esasperato il compositore che, un po' scherzando e un po' seriamente, egli si dichiarava sull'orlo del suicidio. Eppure quest'opera, eseguita per la prima volta nel 1875 a Vienna, porta inconfondibile il segno dei più geniali momenti della sua attività creativa. Di questa pagina brahmsiana proponiamo ora una prestigiosa edizione discografica, L'OiscauLyre (SOL 320), affidata al Quartetto Pro Arte, un complesso che da noi — purtroppo — si sente di rado, benché non sia da meno di altri, già assai noti. Inoltre, del Quartetto per pianoforte op. 60 di Brahms, questa, edizione discografica del Pro Arte ci sembra la migliore oggi esistente. Magnifica è l'esecuzione dello Scherzo (il secondo movimento che tante preoccupazioni diede a Brahms) e del Finale-Allegro, in cui tutti e quattro i solisti danno veramente il meglio di sé. Sull'altra facciata del disco c'è il Quartetto por pianoforte in mi bemolle maggiore, op. 47 di Schumann. Anche di questo quartetto le edizioni discografiche oggi sul mercato sono pochissime. L'unica competitiva è quella del quartetto Juilliard con Gould al pianoforte. Preferiamo però l'edizione delVOiseau-Lyre, anche perché Lamar Crowson, il pianista del Pro Arto, è più rigoroso nell'interpretare il concetto di Schumann, che voleva, si, il pianoforte come protagonista della composizione, ma senza offuscare gli altri strumenti ad arco. Accanto a Crowson, bravissimi Cecil Aronowitz viola, Terence Weil violoncello e Kenneth Sillito, una rivelazione, violino. Nel regno del quartetto, ecco un altro disco di indub- bia originalità. Sono le Musiche piemontesi del Settecento, affidate ad un quartetto di estrosi e bravi interpreti: Lorenzo Lugli e Massimo Marin violini, Giuseppe Ferrari violoncello e Marie-Thérèse Bouquet spinetta (Cetra LPU 0106). Un'impresa degna di lode: ricercare, riscoprire ed eseguire (rivedute) le pagine poco o affatto note del nostro patrimonio musicale. In particolar modo la Sonata per violoncello solo con basso, « Porto Mattone », di Salvatore Lancetti costituisce una vera e propria rivelazione. Giuseppe Ferrari, bravissimo, supera gli innumerevoli trabocchetti della partitura che duecento anni fa dovevano sembrare altrettanto difficili anche ad un virtuoso di violoncello così celebre come 10 fu lo stesso Lancetti. Accanto a questa, belle le pagine di Andrea Stefano Fioré, di Quirino Gasparini e, soprattutto, di Giovanni Battista Somis, del quale è eseguita qui la Sonata decima in sol minore per violino solo, violoncello e cembalo. L'Allegro finale di questa sonata è ricco di momenti di geniale inventiva e di freschezza interpretativa (grazie soprattutto all'ottimo Lorenzo Lugli). * * Un disco inaspettatamente gradevole, questa Latin American Suite di Duke Ellington (Fantasy AMI 8419). E' 11 risultato e il frutto di un viaggio che Duke Ellington e il suo complesso avevano compiuto nel 1968 in Sud America. Il disco è dominato dal modo a metà serio e a metà faceto, caratteristico di Ellington, di affrontare un clima musicale che non gli è congenito, ma nel quale egli sa immedesimarsi con la consueta bravura e con quel pizzico di humour che dà ali alle sue composizioni. Molto bella l'iniziale « Oclupaca », divertente l'«Eque » (neologismo inventato da Ellington per celebrare il suo primo passaggio dell'Equatore), indiavolata la « Brasilliance » che chiude il disco. Pregevoli le interpretazioni di Paul Gonsalves (sax). r. la.

Luoghi citati: Sud America, Vienna