I radicali continuano

I radicali continuano Decisione a Torino I radicali continuano li partito sopravvive e mette in programma "una raffica di referendum" I radicali — riuniti a congresso a Torino — hanno deciso: il partito non verrà sciolto, ma continuerà a vivere. Partendo dai 1130 iscritti che hanno oggi in tutta Italia (un successo rispetto ai 224 che avevano a gennaio di quest'anno) si propongono di svolgere un'attiva opera di proselitismo in modo da raggiungere i 5-6 mila iscritti in due o tre anni. Poiché si può aderire ai radicali anche se si è già iscritti a un altro partito, il proselitismo sarà più facile. Da un'indagine svolta, su un campione di nuovi iscritti è risultato che il 18 per cento ha la « doppia tessera » e che il 38,2 per cento appartiene al psi; il 31,8 per cento al pri; l'I 1,1 per cento alla sinistra di classe e agli anarchici; il 9,5 per cento al pei; il 9,5 per cento al pli. Prima della fine dell'anno i radicali creeranno « partiti regionali » in Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Toscana. Entro qualche mese verranno costituiti «partiti regionali)) nel Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Umbria e Puglia. Sedi, i radicali ne apriranno pochissime. Non hanno i soldi e non vogliono imitare i comunisti, che Pannella ha definito « una enorme azienda capitalistica ». I fondi dei radicali ammontano a 25 milioni all'anno. Per mettere insieme questa cifra (la campagna elettorale di qualsiasi onorevole costa di più) Pannella ha parlato di « feroce autotassazione » ed ha citato il caso di « un compagno che ha venduto l'unico alloggetto avuto in eredità » e di « professori di scuola media che versano il 30-40 per cento del loro stipendio ». II congresso, terminato questa notte, è stato un misto d'impegno totale, velleitarismo, intelligenza e originalità. Era libero a tutti, compresi gli hippies, gli omosessuali, le femministe ed i fautori della « libertà di drogarsi ». Benvenuti gli obiettori di coscienza, alcuni dei quali con « mandato di cattura » pendente sul capo. Perché si diventa radicali? « Per portare avanti — ha detto Aannella — battaglie civili». Il parlamentare socialista torinese Mussa Ivaldi ha aggiunto: « Propongo di fondare l'internazionale dei rompiscatole ». Se appena riuscissero a realizzare metà del programma, non c'è dubbio che i radicali « darebbero parecchio disturbo » al mondo politico italiano. I referendum proposti dal congresso dovrebbero essere una mezza dozzina: per abrogare il Concordato; per abrogare le norme autoritarie (non solo fasciste) contenute nei Codici; per far dichiarare anticostituzionali i tribunali militari; per far decadere le leggi che consentono il finanziamento alla scuola confessionale e all'assistenza clericale. Questa « raffica di referendum » è prevista dai radicali per il 1974-'75. Intanto Marco Pannella e Alberto Gardin sono giunti al 34" giorno di digiuno (tre cappuccini al giorno e qualche compressa di vitamine) « per ottenere che il Parlamento fissi le date iniziali e finali del dibattito e del voto sulle leggi per il riconoscimento giuridico dell'obiezione di coscienza ». Altri 59 congressisti ieri hanno « cominciato uno sciopero della fame di solidarietà ». Una trentina tra avvocati e me dici ieri hanno indirizzato al presidente della Repubblica Leone, un appello perché «faccia ricorso allo strumen to costituzionale del messaggio alle Camere » per la leg ge sull'obiezione di coscienza. Ad una precedente dichia razione già sottoscritta da 22 personalità (fra le quali Aragon, i premi Nobel Jacob e Kaster, Montale, Nenni, Rostand, Silone, monsignor Bottazzi) per « unirsi alle richieste dì Pannella e Gardin » ieri ha aderito il cardinale Lercaro. « Non ha aderito — ha dichiarato Pannella — il cardinale Pellegrino ». Il presidente della Carne ra, Pertini, ha telefonato da Nizza per informare Pannel la che è disposto a riceverlo subito: il colloquio è stato fissato per oggi, sabato, a Nizza. Il presidente del Se nato, Fanfani, ha conferma to che per il progetto di legge sull'obiezione di coscienza è stata adottata la proce dura d'urgenza e che figura all'ordine del giorno della Commissione Difesa nella pri ma seduta del 16 novembre Fanfani ha anche conferma to la sua disponibilità a ri cevere la delegazione radica le il 7 novembre. Sergio Devecchi 4 lGcdcgdRcfcGVSfglpaapcdgs