È stato accusato d'omicidio colposo il giovane trovato in un burrone con la fidanzata morta

È stato accusato d'omicidio colposo il giovane trovato in un burrone con la fidanzata morta Con l'auto di notte precipitò in un dirupo a Genova È stato accusato d'omicidio colposo il giovane trovato in un burrone con la fidanzata morta Francesco Pedemonte, 19 anni, è ancora sotto choc dal giorno dell'incidente e il magistrato non ha potuto interrogarlo - Forse la "127", ferma, è piombata nel baratro perché era parcheggiata male (Dal nostro corrispondente) Genova, 2 novembre. Il sostituto procuratore della Repubblica, Marvulli, ha iniziato un procedimento per omicidio colposo a carico di Francesco Pedemonte, 19 anni, il ragazzo precipitato con la « 127 » del padre in un burrone sul monte Fasce, un colle che sorge nella zona nord-orientale, alle spalle di Genova: a bordo dell'utilitaria c'era Giovanna Cola, di 15 anni, che rimase uccisa sul colpo. La polizia ritiene che la vettura sia scivolata nell'abbordare una curva sull'asfalto reso viscido dalla pioggia e che Francesco Pedemonte non sia stato più in grado di controllarla: questa rimane sino ad oggi l'ipotesi più probabile. Resta comunque il fatto che il sostituto procuratore ha individuato nella vicenda gli estremi del reato. Marvulli cercherà di interrogare il giovane appena questi sarà in grado di poter rispondere alle domande del magistrato. Sinora questo pe-rò non è stato possibile; pur avendo riportato soltanto He- vi ferite e contusioni e lafrattura della mano destra. Francesco Pedemonte è sem- pre in preda ad un grave stato di choc: delira, chiama Giovanna, non sapendo anco- ra che è morta nel tragico volo, ed è continuamente assistito dai genitori. Francesco Pedemonte e Giovanna Cola martedì 24 ottobre avevano deciso di compiere una romantica gita in Riviera: si conoscevano da poche settimane ma tra i due era sbocciata una viva simpatia. Al ritorno dalla passeggiata, si recarono lun-go la strada solitaria del monte Fasce e non tornarono Pm a casa, Le famiglie informarono la polizia. La vettura fu poi ri- trovata il giorno dopo fracassata, in fondo a un burrone. Il giovane era ferito e in stato di choc, per Giovanna, trovata con la testa spaccata contro una roccia, non c'era più nulla da fare. Accanto al cadavere della ragazza, che era uscita di ca¬ sa dicendo alla mamma che sarebbe andata a studiare presso un'amica, c'erano i libri di scuola sparpagliati. L'attenzione degli inquirenti però si era subito fissata su un altro particolare: vicino alla ragazza c'era il fodero di plastica del triangolo, contorto e mezzo bruciacchiato. Come mai il triangolo era stato tirato fuori dalla custodia? La « 127 » si era forse fermata in panne? Si pensò che la vettura fosse ferma, che il giovane fosse sceso per accertarsi del guasto e che Giovanna si accingesse a scendere a sua volta con il triangolo in mano. La vettura potrebbe essere scivolata in quel momento, perché parcheggiata in pendenza, precipitando con la ragazza nel burrone. Francesco Pedemonte si sarebbe allora gettato dietro alla vettura giù per la scarpata e avrebbe allora riportato soltanto lievi ferite. Le illazioni non si sono fermate qui: nel delirio subito dopo il suo ricovero in ospedale, Francesco ha pronunciato una strana frase: « Datemi una pistola che lo ammazzo. Guai a lui se trovo \ chi mi ha fatto quello scherI zo ». E' difficile ricostruire il filo logico di chi paria in stato di grave turbamento psichico. Qualcuno ha avanzato una terza ipotesi: l'utilitaria è stata urtata da un'altra automobile, che poi è fuggita. Di qui il risentimento di Francesco e il suo desiderio di ritorsione. Questa tesi appare per ora la più fragile, anche perché sino ad ora non c'è traccia o indizio che possa avvalorarla. I sopralluoghi sul Monte Fasce, data la pioggia torrenziale dei giorni successivi all'incidente, non sono mai stati esaurienti e la « 127 » è I troppo malridotta perché sii possa trarne utili indicazioni. Le uniche speranze sono quindi riposte in un pronto ristabilimento di Francesco i Pedemonte, l'unica persona in grado di ricostruire le drammatiche fasi dell'incidente, p. 1. [ \ I

Persone citate: Francesco I, Francesco Pedemonte, Giovanna Cola, Marvulli

Luoghi citati: Genova