Forse un semplice sternuto del pasticciere sulla farina ha intossicato cento persone

Forse un semplice sternuto del pasticciere sulla farina ha intossicato cento persone Migliorano le condizioni degli avvelenati dalle bignole Forse un semplice sternuto del pasticciere sulla farina ha intossicato cento persone L'ipotesi avanzata dal medico capo del Comune che analizzerà i campioni di dolci prelevati dal negozio di via Bologna - Potrebbe trattarsi d'inquinamento da stafilococco enterotossieo - Ieri per entrare nel laboratorio i funzionari dell'Igiene hanno dovuto forzare la saracinesca - La polizia ha posto i sigilli alle porte Migliorano le condizioni degli Intossicati dai dolci comprati domenica mattina nella pasticceria di via Bologna 254, Le vittime, bambini per la maggior parte, sono circa un centinaio: una ventina si e curata con antispastici e disintossicanti consigliati dalle farmacie, ottanta sono stati portati all'Astanteria Martini, al "Mauri/i.nm. all'Infantile, alle Mnllnette, al Martini Nuovo. Le prognosi vanno na tre « quindici giorni, molti avvelenati sono stati dimessi ri, altri sono trattenuti in osservazione. Walter Scalambro, 31 anni, il pasticciere che ha rischiato di | fare una vera ecatombe nella zo na, ieri mattina sembrava scom parso. Neppure la polizìa era riuscita a trovarlo. L'altra sera l'uomo aveva lasciato le chiavi del negozio al fratello Valentino, proprietario di un laboratorio di dolciumi in strada della Pronda 39. L'appuntamento con gli agenti del commissariato Barriera di Milano ed i funzionari dell'Ufficio di Igiene era per le 10 di ieri. Alle 11,15 nessuno si era ancora presentato ad aprire la saracinesca, i il sostituto procuratore dottor Toninelli ha dato disposizioni di forzarla. E' intervenuto un lab- ' bro, la serranda è stata sollevata. Nella pasticceria erano rimaste alcune delle bignole, Chantilly e paste secche avanzate dal giorno precedente. Poco dopo è arrivato Walter Scalambro, assistito dall'avvocato Marchinl. Era semplicemente in ritardo. Il dottor Attilio Brussino dell'Ufficio d'Igiene ha prelevato dalle confezioni sigillate custodite nel magazzino campioni di uova, latte condensato, farina, zucche- ro, panna e crema, poi deposito e negozio sono stati sigillati. Resteranno chiusi finché non saranno noti i risultati delle analisdi laboratorio. Altri campioni dpaste sono stati consegnati aglufficiali sanitari dagli abitanti dequartiere che li avevano acquistati il giorno precedente. Glagenti hanno fatto il giro di tuttl bar della zona, per sapere sdomenica avevano comprato e rivenduto le bignole incriminateOltre agli esami disposti dall'autorità sanitaria, ne saranneseguiti altri da due periti nominati dal dottor Toninelli. primi esiti giungeranno forse oggi. « Faremo due tipi d'analisi —ha dichiarato il medico capo deComune, professor Turletti — quella chimica, per accertare snella farina o negli altri ingredienti vi siano sostanze intossicanti: quella batteriologica, chconsiste nel "seminare" i varprodotti in terreni patogeni, coltivarli In termostati e vederquali germi proliferane ». « Un'alterazione delle materiprime — ha continuato il professor Turletti — sembra da escludersi. E' probabile che si trattd'inquinamento da stafilococco enterotossieo, per esempio: un germe del quale quasi tutti siamo portatori, e che potrebbe essere immesso in un terreno adatto alta proliferazione, come la farina, per un semplice sternutoE' un'ipotesi che si può avanzare dall'osservazione della sintomatologia delle persone rimaste intossicate. I conati di vomitoi dolori di ventre, i malori sono infatti incominciati molte ore dopo che i dolci erano stati assimilati ». ii infornata u troppo affrettatcommettendo qualche errore. Oppure, che gl'ingredienti siano rmasti troppo a lungo nei recLa lolla che domenica sera, assiepata davanti al negozio, voleva letteralmente linciare WalteScalambro, si era ridotta ieri piccoli gruppetti isoiati che commentavano la vicenda. Dopo lviolenta, ma comprensibile reazione dell'auro giorno, la gentsembrava meglio disposta vers; :1 malcapitato pasticciere. Si avanzavano alcune ipotesi: chV.'ai'.er Scalambro, ad esemploabbia confezionato una parte dedolci di prima mattina, poi, vedendo che :1 quantitativo a dsposizione era inferiore alle rcri.este, abbia latto una second pienti di rame ed abbiano reagito nel metallo dando origine ad un composto velenoso. La proprietaria della torrefazione di via Bologna 256, Liliana Belligrandi, ha difeso Walter Scalambro: « E se fosse colpa dell'acqua? In questa zona è opaca, densa. Alcuni miei clienti sono costretti a fare il caffé con l'ac¬ qua minerale o distillata, altrimenti sarebbe imbevibile. A volte si cuociono gli spaghettt, e quando si scolano sono pieni di "pois" rossi. Li abbiamo portati all'Ufficio d'Igiene, ma ci hanno assicurato che non sono tossici il, Inspiegabilmente, Valentino Scalambro ha smentito che la poli¬ zia abbia dovuto forzare la saracinesca della pasticceria del fratello. Poi, spalleggiato dai lavoranti, ha aggredito i cronisti gridando: « L'avete rovinato ». Walter Scalambro, invece, è angosciato. « E' mai possibile — ha detto ieri — che gente che mangia le paste alla domenica debba finire in ospedale? ». | i ' li pasticciere Walter Scalambro, 51 anni - Due funzionari dell'Ufficio d'igiene prelevano campioni delle paste sotto accusa

Luoghi citati: Igiene, Milano