Dalla prima Topolino alla 126

Dalla prima Topolino alla 126 Breve storia delle famose utilitarie costruite dalla Fiat Dalla prima Topolino alla 126 La primogenita delle "auto di città" nacque nel 1936 e fu costruita per quasi vent'anni - Con la "Nuova 500" si affermò una concezione moderna e tuttora attuale - Adesso le strade di tutto il mondo aspettano la "126" l.a tradizione della Fiat nel settore delle piccole v.;::m ha origini mollo lontane. Se vogliamo rifarci al concetto di «piccola» amo com'era intesa nei primissimi decenni della motorizzazione, quando le automobili non polcvano che essere prandi e pesanti (anche perche le tecnologie dell'epoca non consentivano la coslruzione di parli leggere e ili dimensioni ridotte). bisogna risuli- re addirittura al famoso « tipo Zero » del 1912. che era. per quei tempi, una vettura mollo piccola (1800 cine. lunghezza m 3.66. peso 900 chili). Alla mela degli Anni Venti apparve poi la 501 (una « mille » lunga m 5,70 c del peso di circa 800 chili), seguita qualche anno più tardi dalla 508 « Balilla ». ancora con motore di quasi un litro, lunga 5 metri e 15 e pesante poco meno di 700 chili. Si noterà ehe la lunghezza delle veiture citate era assai ridotta: anzitutto per la struttura meccanica molto diversa da quella attuale, clic condizionava vivamente anche la forma della carrozzeria, poi perché non si pensava ancora al portabagagli. Comunque, la prima autentica « utilitaria » Fiat è stala la 500 Topolino, che possiamo tranquilj lamente considerare la progcnilriI ce e della 500 dei giorni nostri e della nuova 126. La Topolino i (continueremo a chiamarla con , questo nome, anzi soprannome, per distinguerla dall'attuale 500) nacque in tempi difficili, con il nostro Paese avviato verso la catastrofe: nel 1956. Impostata da quell'illustre progettista che fu l'ing. Antonio l'essia e da un altro grande tecnico che doveva succedergli alla testa dell'ufficio tecnico Fiat, l'ing. Dante GiacoI sa, la Topolino aveva un'architettura avveniristica, con il motore sistemato di sbalzo davanti all'asI se anteriore, i freni idraulici, le ruote anteriori indipendenti per mezzo di una molla a balestra trasversale supcriore che fungeva anche da braccio oscillante: posteriormente il ponte rigido era ancorato a mezze balestrine longitudinali (cantilever). Quattro cilindri, 569 eme, 13 Cv a 4000 giri, valvole laterali, la vetturetta era di lince molto arrotondate, secondo il gusto dell'epoca, con due porte e due posti: aveva un passo di due metri e lunghezza 3.21, pesava 555 chili, raggiungeva gli 85 km orari e consumava 6 litri di benzina ogni 100 km. Il prezzo di listino era di 8900 lire (berlina) e 9750 lire (tetto apribilc). Macchinetta riuscitissima, la 500 Topolino rese servizi preziosi in tempi di benzina cara e razionala (nei primi mesi di guerra ne circolavano trasformate con genera- I loie a gas di carbonella) ; e dopo | il conflitto, mentre la Fiat ne r prendeva lentamente la produzio- \ ne, lu ricercatissimo strumento di lavoro e di ripresa. Nel frattempo (1958) la sospensione posteriore venne modilicala con molle a balestra classica, e il telaio allungato e rinforzato. Nei 1948 uscì la 500 B, la cui innovazione sostanziale fu l'adozione delle valvole in testa, che portò la potenza del motore a 16,5 Cv a 4400 giri, e la velocità massima a 95 km/ora. L'anno seguente venne presentala anche in versione Giardiniera belvedere (fiancate in legno e masonilc), di grande successo anche per le notevoli capacità di trasporlo bagagli. Segui, nel 1949, la 500 C, uguale nella meccanica ma con carrozzeria ridisegnala, mentre la Giardiniera divenne interamente metallica. La simpatica Topolino fu prodotta in olire mezzo milioI ne di unità, e uscì di listino alla I fine del 1954 per far poslo alla j 600, che era sempre un'utilitaria -— e modernissima —, ma già di categoria supcriore. Arriviamo alla 500 (Nuova 500 come fu chiamala allora), naia nel 1957, quando direttore dell'ufficio tecnico Fiat era l'ing. Giocosa, grande progettista di formazione umanistica, sono la cui guida era già stata impostata la 600. Con quest'ullima vettura, a sua volta di -tuande successo, la Fiat aveva affrontato per la prima volta il problema del motore posteriore, trasferendone poi l'esperienza sulla Nuova 500. La quale ebbe però un motore raffreddalo ad aria a due cilindri, in linea, la cui particolarità era costituito dall'albero a gomiti con una sola manovella largamente contrappcsata, sulla quale erano montate le due bielle. Ne risultava un'equilibratura (sempre delicata, nel caso di un bicilindrico) più clic soddisfacente. Con diametro c corsa 66 x 70, la cilindrata risultava di 479 eme, che torniva la potenza di 16,5 Cv Din a 4000 giri/minuto. C'ambio a quattro maree con ingranaggi a imbocco rapido, freni idraulici a tamburo, sospensione a quattro ruote indipendenti (con molla a balestra trasversale anteriore e molle a elica al retrotreno. Passo m 1.84, carreggiata 1,121/1,135; lunghezza 2.97, larghezza 1,32; velocità 95 km orari; consumo normalizzato litri 4,5 ogni 100 chilometri. Prezzo 465.000 lire. l.a Nuova 500 nacque come la più pieeola quattro posti del mondo, e fu anche la sola ad affermarsi, con il successo che sappiamo, li' vero clic in un primo tempo fu accolta con una punta di diffidenza, dubitandosi che un gingillo del geilere si sarebbe sfascialo in pochi mesi d'uso. E invece dapprima convinse, poi en- | eora. Economica, infaticabile, la Fiat 500 cominciò così una magnifico carriera, costruita in numeri crescenti e avviandosi a battere il primato delle produzioni Fiat di tutti i tempi. Come logica evoluzione, con il passare degli anni anche questo impareggiabile modello ha poi | avolo successivi miglioramenti e anche varianti. Nel 1958 uscì la versione Sport con motore aumentalo a 499,5 cine (67,4 x 70) e velocità 105 orari; lo slcsso motore venne montalo, n partire dall'anno successivo, sulla 500 trasformabile, che nel frattempo venne anche migliorala nelle finizioni e in alcuni dettagli meccanici. Nel 1960 fu la volta della 500 Giardiniera, con motore disposto orizzontalmente per consentire un piano di carico (a schienale posteriore abbattuto) di 200 chili. Non basta: nel I9b5 la carrozzeria subì una sostanziale modi li~ ca con l'adozione delle porte ccrinerate anteriormente e cerniere interne, aumento della superficie del parabrezza; e meccanicamente con l'irrobustimento della frizione e degli organi di trasmissione, e con l'adozione del dispositivo blow-by per la ricircolazione dei gas di sfiato. Nel 1968, inline, uscì la versione 500 L, con finizioni particolarmente curate, paraurti speciali, pneumatici a carcassa radiale. Ma, sostanzialmente, è sempre rimasta la piccola cara 500, con la sua forma inconfondibile, con le sue inarrivabili qualità. Adesso è arrivata la 126, che deve a quella la sua origine, anche se sottolinea un importante salto di classe. Ma a molti farà piacere sapere che la 500 continua, in versione unificata e motore a sua volta portalo a quasi 600 cine. Una « carriera » davvero leggendaria, f. b. 1936: nasce la «Topolino» I | \ | | 1957 la Nuova 500 tusiasmò, contribuendo in maniera decisiva ad accostare all'automobile categorie di lavoratori che altrimenti ne sarebbero slate escluse per chissà quanto tempo an- 1972: la Fiat 126

Persone citate: Cv Din, Dante Giacoi