GISCARD, dopo un anno di silenzio presenta il suo programma politico

GISCARD, dopo un anno di silenzio presenta il suo programma politico Sono i primi passi verso la successione a POMPIDOU GISCARD, dopo un anno di silenzio presenta il suo programma politico II nuovo astro è alto, atletico, elegante; gioca a golf, ma talvolta suona la fisarmonica chiavellica : « spennare la gallina del partito gollista senza farla urlare » ; in altre parole nelle feste popolari - La sua linea masottrarre voti, marciando al suo fianco dal corrispondente I Parigi, lunedì mattina. Il generale De Gaulle, si ' narra, era parecchio superstizioso e. per esempio, credeva che esistesse una reta- | zionn particolare e misteriosa tra il nome ed il destino , degli uomini. Nel suo prò- | prio nome — De Gaulle. che suona come « della Gallìa » | — egli identificava segreta- ; mente un fatale legame con I la storia della Francia, Van- j tìca Gallia. Vedeva invece un che di fatuo e frivolo nell'appellativo del suo col- i laboratore. Pompidou. e una I volta, brutalmente e scortesemente, lo disse: « Con un nome cosi, non si" può far | carriera... Pompidou... ». Gli eventi gli hanno dato torto, nessuno è profeta in patria, nemmeno De Gaulle. Madre nobile Il Generale aveva invece una certa considerazione per il nome aristocratico del suo giovanissimo ministro delle Finanze. Valéry Giscard D'Estaìng. sebbene ci fosse qualche dubbio sulla sua genuina discendenza nobiliare, almeno per il ramo paterno, che la madre, senz'ombra di contestazioni, appartiene ad una famiglia di conti e pari di Francia, già illustri — risulta dagli archivi del Delfinato — fin dal XIV secolo. I Giscard erano ridiventati «Gistard D'Estaing» solo nel 1922, con un atto notarile nel quale si riconosceva una possibile parente! la con una celebre famiglia di feudatari dell'Alvernia già ritenuti estinti nella rivoluzione. Su questo dettaglio. De Gaulle, incinte non di rado a trattare i suoi funzionari come sottomessi sergenti, si permise più di un motteggio. Quando si trattò di lanciare un prestito nazionale, e il ministro ambiziosamente suggerì che lo si chiamasse «prestito D'Estaing », cosi come c'era stato prima il « prestito Pinati », il Generale, opponendosi, osservò: « E' un bel nome... preso a prestito... ». Tuttavia, contrariamente a quel che pensava per Pompidou. il vecchio Presidente riteneva l'enigmatico Giscard D'Estaing destinato a una luminosa carriera di statista. Gli riconosceva pre¬ parazione, talento e cinismo machiavellico. Lo licenziò di botto. « come un maggiordomo », dalla responsabilità dell'Economia e delle Finanze, ma poi, sapendolo depresso, lo invitò a cena all'Eliseo. Accompagnando l'ospite per le sale, a un certo punto gli disse: « Quando sarete voi il Presidente in questo palazzo... ». Molla acqua è passata da quel tempo sotto i ponti della Senna. All'ombra di Pompidou. grazie ad una strategia discreta quanto astuta, la notorietà ed il prestigio di Valéry Giscard D'Estaing sono straordinariamente cresciuti: e tre francesi su quattro, come rivelano i sondaggi, non esitano a pronosticare che il vincitore della prossima consultazione presidenziale, nel 1976, sarà luì. Giscard D'Estaing ha ammesso che tale è il suo obbiettivo: e in questa chiave, mirando all'uscio prestigioso. dell'Eliseo, egli manovra i (f repubblicani indipendenti ». cioè il suo partito, ch'è secondo nella presente coalizione governativa, affiancato ai gollisti dcll't! Union des democrates pour la Republique», il movimento che fa ' capo a Pompidou. I sostenitori del ministro dell'Economia e delle Finanze sentono in questi giorni d'aver il vento in poppa: « In Francia — dichiarano — c'è una maggioranza " giscardiana " latente: si tratta di portarla alla luce, con tatto, senza lasciarsi sopraffare né dai ! gollisti né dall'Unione della sinistra socialcomunista ». Corruzione I gollisti dell'U.d.r. sono notoriamente in crisi, travolti dagli scandali che hanno messo in luce la corruzione nelle loro file. Del prògromma politico comune dei socialcomunìsti. ricco di promesse di riforme, la gente non si fida: non crede all'impegno comunista di rispettare le regole del gioco democratico. Dunque i « repubblicani indipendenti ». rimasti fuori dagli scandali degli ultimi mesi, dichiaratamente conservatori, ma in senso « moderno e illumina- I to », possono offrire all'elettorato, nella votazione legi- I stativa del prossimo marzo I l'alternativa cercata. Su questo sfondo favore- | vole. Valéry Giscard D'Estaing è tornato ieri sera im- I penosamente sulla scena politica, dopo un anno di si- I letizio deliberato e ben cai- I colato, con un discorso pro¬ grammatico cauto eppur significativo a Charenton. alla periferia orientale di Parigi. Giscard D'Estaing, come ci si aspettava, ha parlato con distaccata superiorità — in effetti, come avrebbe fatto De Gaulle — della situazione politica del Paese, senza scender nelle miserie degli scandali che affliggono VII. d.r., partito alleato e rivale. Perché il problema più delicato del leader dei repub blicani indipendenti è quello di spremere dalle difficoltà dei gollisti tutti i benefici possibili senza darlo a vedere, cioè senza rompere i ponti e privarsi di buone chances nella futura scalata all'Eliseo. « Deve — è stato scritto — spennare la gallina dell'U.d.r. senza farla squittire ». Deve distanziarsi dall'alleato fingendo di marciargli al fianco. Le sinistre già riconoscono in lui il vero interlocutore di domani. Francois Mitterrand, il leader dei socialisti, Ila dichiarato in proposito: « Di tutti gli uomini della destra, Valéry Giscard D'Estaing è il solo sincero. Li batterà tutti. E' lui che rappresenta la realtà sociologica della destra... ». Un conservatore Eppure l'aristocratico ministro delle Finanze deve la propria ascesa in larga misura alle debolezze ed alle contraddizioni degli avversari, più ancora che ai propri meriti. Sta succedendo per lui quel che accadde per De Gaulle: a poco a poco questo conservatore sembra attrarre la fiducia e le speranze di strati sociali, che sono lungi dal conservatorismo ma nemmeno sono inclini alle rivoluzioni. Anche sul piano dell'immagine personale, infine. D'Estaing ha cominciato a « vender bene » ai ricchi come ai poveri la propria figura. Alto, elegante, dinamico ed atletico, eccelle nel gioco del golf — attività parecchio snobistica in Francia — come nei dibattiti. Agli occhi degli umini s'è invece fatto notare come ' virtuoso suonatore di fisarmonica, esibendosi tra la i folla danzante in feste di ! paese: la fisarmonica è di I gran lunga lo strumento più ' popolare della Francia e Giscard la impiega un po' co' me il pifferaio di Hamelin usava il flauto: ma incantan: do elettori anziché topi e 1 bambini. La sua marcia cau\ la e costante verso l'Eliseo 1 è ritmata su un vecchio valzer della Parigi «belle epo; que »: «Je cherche fortune... a Mohtmartre le soir». Carlo Cavicchiolì Valéry Giscard d'Estaing: tre francesi su quattro pronosticano che sarà il successore di Pompidou nel 1976

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