La coscienza fastidiosa

La coscienza fastidiosa CRONACA DELLA TELEVISIONE La coscienza fastidiosa Adattata al video l'amara e sarcastica commedia di Brusati, con la regìa di Giorgio Albertazzi - Stasera « Canzonissima » Dovremmo rallegrarci che una commedia come La fastidiosa di Franco Brusati sia arrivata sul video: cioè che la tv — a parziale compenso di tanto teatro vecchio, polveroso, inutile, in parrucca e polpe, in crinolina e mustacchi, inflitto per anni e anni — si sia decisa da qualche tempo a pescare pure nel repertorio moderno. Si, in effetti ci sarebbe motivo di compiacimento se poi non si scoprisse che La fastidiosa è del 1963: nove anni per andare dal palcoscenico al teleschermo sono molti, sono troppi. Comunque, resta sempre una rappresentazione d'interesse, anche se, ripetiamo, la polemica che Brusati conduceva contro la borghesia italiana degli Anni 60 ha perso, nel 1972, se non lo smalto per lo meno la novità e la violenza dell'attacco che allora era sembrato di una asprezza nera e che oggi sfuma nel crepuscolare. Il copione è uno dei testi drammatici migliori del periodo, su questo non c'è dubbio. Lungo (ma il regista Albertazzi ha apportato non pochi tagli, alcuni per necessità di snellezza, altri probabilmente per imposizioni censorie); lungo, ma tutto in piedi e sorretto da un dialogo che colpisce alla lettura, che ci aveva colpiti nove amii fa e che s'è fatto sentire anche sul video: discorsivo, pungente, essenziale, sciolto — tolti un paio di passaggi — dall'impaccio di quel linguag gio convenzionale e letterario che è stato la rovina di gran parte del teatro italiano. La storia è nota: crollo di una famiglia borghese sullo sfondo di Venezia che crolla. C'è un padre irresponsabile, il « bel » Rudi, un uomo anziano che s'illude fanciullescamente di essere ancora un giovanotto e non è che un rudere che si finge arzillo; c'è il figlio Marco, un « mostro », uno sbandato, in preda al vuoto più totale dei sentimenti; e c'è la madre Lidia, « fastidiosa come la coscienza », che alla corruzione della famiglia non ha mai saputo opporre altro che un moralismo astratto, di tipo asfissiante e inutile. Attorno, figure minori ma r tratteggiate con gusto di prim'ordine: la ragazza incinta, il « fidanzato », la grottesca madre della ragazza, il grottesco generale. La vicenda è forse la parte più debole della commedia; e invecchiata, nonostante che Brusati la usi piuttosto bene, è la tecnica dei continui incastri che accolgono visioni del passato o del futuro. Ma i personaggi sono vivi e solidi: e l'autore li considera con amaro sarcasmo | perché ne vede tutti i ridicoli e deprimenti difetti e, insieme, con nostalgia, perché appartengono ad un mondo tradizionale che svanisce e oltre il quale egli non sembra scorgere nulla che sappia rimpiazzarlo e in cui valga la pena di credere. Giorgio Albertazzi, che fu uno degli interpreti (come Marco) dell'edizione del 1963, ha compiuto un grosso lavoro di adattamento: ossia non si è limitato a trasferire la commedia sul video ma si è preoccupato di darle una veste televisiva, di narrare per immagini, calandosi, per cosi dire, con l'obbiettivo nell'interno del copione e non accontentandosi di fotografarlo dall'esterno. E' stato un lavoro caparbio e minuzioso, che talora non è sfuggito alle tentazioni del compiaciuto e del calligrafico, vale a dire di una certa maniera, ma che in definitiva ha ottenuto ciò che si proponeva: scavare il testo, portare in primo piano non gli effetti scenici, che sono secondari, ma la psicologia dei personaggi che è quella che conta. Ne è venuto fuori uno spettacolo che non poteva sicuramente essere accusato di superficialità: neh' impegno sono stati positivamente coinvolti gli attori, da Gianni Santuccio che è stato un padre impeccabile a Lilla Brignone cui il ruolo di Lidia s'adattava perfettamente; da Pambieri e Antonini alla Esdra, dalla Zoppelli e dalla Giovine a Nelinti che era il generale in disarmo, anzi in sfacelo. * * Stasera quarta puntata di Canzonissima cui seguirà un ricordo di Enrico Mattei. Sul « secondo », in alternativa, Mille e una sera con il cinema d'animazione astratto di Otto Fischinger, e il film sperimentale Explosion di Mario Orfini. u. bz. lgzvzincspne l » l'ini del Terzo Mondo — Questa sera alle 21, nella sala delle conferenze, alla Galleria d'arte moderna, corso Galileo Ferraris 30, con la proiezione di « Les mutants » di C. Creton si conclude la rassegna di documentari atnograflci sul Terzo Mondo. La proiezione sarà preceduta da una tavola rotonda sul tema « L'urgenza di un dialogo tra i popoli per il futuro dell'umanità ». Pro Cultura — Oggi alle ore 17 nella sala di via Cernala 11, Concerto di musiche francesi da Massenet a Ravel. Enza Monetti, soprano, Roberto Cognazzo al pianoforte.

Luoghi citati: Lilla, Venezia