Tre "condizioni,, del pri per tornare al governo di Giovanni Trovati

Tre "condizioni,, del pri per tornare al governo "La situazione economica è molto grave,, Tre "condizioni,, del pri per tornare al governo Tener conto della "condizione eccezionalmente precaria delle finanze dello Stato"; ottenere dai sindacati un periodo di tregua; razionalizzare il settore pubblico, "per alleggerirne il peso sul sistema produttivo" - Un'intervista di Forlani (Dal nostro corrispondente) Roma, 27 ottobre. In questi ultimi giorni la situaz'one economica e I problemi di governo sono stati dibattuti all'interno di partiti della maggioranza e dell'opposizione: tacevano 1 repubblicani. Oggi in un comunicato reso noto al termine della direzione, hanno fatto conoscere come la pensano. Riconoscono al governo «un'azione di contenimento » della crisi c alle forze politiche e ai sindacati «una volontà di revisione critica ed autocritica», ma constatano che la situazione economica, finanziarla, sociale « rimane molto grave e non si è stati finora in grado di arrestarne il deterioramento ». Il pri non abbandonerà l'attuale posizione di appoggio esterno al governo Andreotti e annuncia che non parteciperà « direttamente a questa come ad ogni altra formazione di governo », se non saranno soddisfatte tre condizioni. Eccole: i partiti che intendono collaborare debbono fondare la loro azione programmatica e legislativa sulle risultanze d'una vasta analisi, che tenga conto, tra l'altro, della gestione delle imprese produttive pubbliche e private e della condizione «eccezionalmente precaria delle finanze dello Stato, che non sono più in grado di sostenere il peso dì tutte le pressioni corporative». Come seconda con¬ dizione, il pri chiede alle forze politiche di governo l'impegno di ottenere «dalla responsabilità delle grandi confederazioni sindacali ed economi¬ che un adeguato periodo di tregua per ogni tipo di agitazione, di rivendicazione e di richiesta di intervento dello Stato» per consentire, d'accordo con le stesse forze, «un quadro di compatibilità in una politica di Programma-. zione seria». Questa politica ! D's.. ,. . . i pnvdenun sagchené la govi a i o a ansi i, e nee ineo, ie a a o l¬ ssa la ala è- deve consentire di valutare «la misura dei vari redditi rispetto alla reale utilità e produttività del lavoro, ridimensionare inammissibili redditi alti» (stipendi, parcelle, liquidazioni, pensioni) e «frenare altrettanto inammissibili disparità di reddito nell'ambito dello stesso tipo di attività lavorativa». La terza condizione è che si semplifichi e si razionalizzi il sistema pubblico, «così da alleggerirne il peso sul sistema direttamente produttivo e sui lavoratori ad esso addetti». Il pri andrà al governo solo se constaterà «il più serio sforzo per rovesciare la tendenza in atto». Queste ultime parole indicano implicitamente che il giudizio dei repubbli-1 cani sull'attuale coalizione non è positivo. Nel comunica-1 to non si fa cenno alle forze che potranno formarne una nuova, non si parla di quadripartito o di pentapartito con j i liberali e i socialisti. Non si nominano i socialisti, ma tutto il discorso è rivolto a loro, è un invito a pronunciarsi sui contenuti ed è, in fondo, una risposta al riconoscimento espresso da Mancini alla «serietà delle posizioni repubblicane». Nel documento si precisa che un chiarimento va fatto dopo «le determinazioni socialiste e democristiane»: determinazioni possono essere il congresso del psi di novembre e il convegno economico, che la de terrà a Perugia nella prima quindicina di dicembre. I repubblicani, se svolta ci dev'essere, sono per i tempi brevi e non ritengono che necessariamente si debba attendere il congresso democristiano, che si dovrebbe tenere nella prossima primavera, ma che ancora non è stato fissato. Anche Forlani è convinto che un discorso serio si possa fare solo dopo il congresso socialista, «adesso — ci diceva stamane — è come pestar acqua nel mortaio». Egli semplifica così il problema: «Oppi non ci sono alternative, non c'è nel Parlamento possibilità di altra maggioranza». Come segretario del partito, è portato a vedere negli interventi delle varie correnti «elementi di confusione», mentre ritiene che la situazione del momento imponga di sostenere l'attuale governo. «La ripresa — dice — è difficilissima». Dopo il congresso socialista si vedrà. Al democristiano della «sinistra di base» De Poli, che rilevava nelle sue ultime dichiarazioni a Panorama una posizione a favore dei liberali contro i socialisti, Forlani, sempre stamane, ha risposto: «La de è una squadra con mia forte ala sinistra, ma non ha I un'ala destra: io, che sono \ una mezz'ala, sono costretto ad andare a coprire i settori vuoti, quando è necessario, per rinviare il pallone verso il centro». Ossia, se ben intendiamo, come segretario del partito è costretto a bilancia-1 re le posizioni. La situazione economica preoccupa tutti i partiti, del- j !a maggioranza e dell'opposizione. Amendola osservava | stamane nel «transatlantico» i della Camera che il governo j Andreotti fa una politica in- I fìazionistica adesso per accontentare un po' tutti e che, se supererà la stagione dei i contratti e la stagione dei congressi (del psi e della de), passerà ad una politica di « stretta », cercando di superare la crisi a danno dell'occupazione. Ha confermato che al recente comitato centrale è prevalsa la tesi di considerare possibile un nuovo Centro Sinistra come fase intermedia per future alleanze. « Sarà sicuramente diverso dai precedenti, anche perché diverso è il momento, così come diverso è l'attuale governo di Centro rispetto agli altri degli Anni Cinquanta ». E' vero, gli è stato domandato, cne nel pei ce chi vorrebbe lasciar durare il governo Andreotti? Ancora negli ultimi scrutini alla Camera c'è chi crede d'aver contato anche voti comunisti, insieme con quelli della maggioranza. « Voti nostri a favore dì Andreotti? Non lo so, dico di govschsossquallaresdelto)no 10 28 "pA(DalopcovrmvaNmnopelestcupuridetidabmgininsiFlaturinotidaLacodarano. E' vero invece che nella — e¬ lìbera discussione qualcuno ha prospettato l'ipotesi che sia preferibile lasciar durare questo governo nella convinzione che porterà ad una sia- I tuazione di crisi esplosiva e e I favorirà allora un vero chiaie I rimento. Ma è prevalsa la te-1 c- \ sj ^i farlo cadere subito. Noi \ io ni. elnne ale za non siamo per il " tanto peggio tanto meglio"»- Ricorre- j rete anche all'ostruzionismo? I « No. Già lo disse Togliatti. 1 di recente lo ha ripetuto Ber- \ linguer. l'ostruzionismo è le-\ cito solo nel caso che sì tratti di una legge costituzionale ». De Martino, quasi rispon-1 cadere subito il D's0!na tar.c f!- SUlT? , pnvprnn Anrìrprttt.i -nprobe In un Centro Sinistra come passaggio intermedio, precisa che non si prospetta né oggi né per molto tempo ancora la partecipazione del pei al governo. Sostiene, invece, che governo Andreotti, perché lo schieramento politico che lo sostiene è pericolosamente squilibrato a destra lispetto alla realtà del paese: a destra resta fuori solo il msi (meno del 10 per cento dell'elettorato), mentre a sinistra restano fuori i socialisti con il 10 per cento e il pei con il 28 per cento. Giovanni Trovati Arnaldo Forlani

Luoghi citati: Perugia, Roma