Il "protocollo,, politico e le intese commerciali di Arrigo Levi

Il "protocollo,, politico e le intese commerciali La visita di Andreotti nell'Urss Il "protocollo,, politico e le intese commerciali Patti chiari La parte ufficiale del viaggio conclusa con la firma del documento sulle consultazioni c di un nuovo trattato di navigazione - Allo studio un accordo decennale di coopcrazione economica - Previsto un notevole aumento degli scambi (gas metano dell'Urss contro tubi della Finsider) Il presidente del Consiglio oggi a Città Togliatti (Dal nostro invialo speciale) Mosca, 26 ottobre. L'accordo ilalo-soviclico che c sialo firmato slatinine al Cremlino da Kossighin c Andreotti ha un obicttivo preciso e limilato: esincNsititinello di garantire Ire-'pqucntl e regolari consultazioni tra i due governi su lulli i grandi problemi internazionali e sulle questioni bilaterali. Se esplodesse una crisi lanlo grave da creare una minaccia per la pace, Italia e Unione Sovietica saranno temile, in base a questo «protocollo», a mettersi subito in contano, cercando «comprensione reciproca» su] da l'arsi. Se non vi saranno eventi che richiedano consultazioni straordinarie, i ministri degli Esteri, o i loro rappresentanti, si incontreranno comunque almeno due \ollc l'anno. Onesto impegno ili consultazione non incide sugli obblighi internazionali già assumi dai duo Paesi in base ad altri accordi. In pratica, ognuna delle due parli riconosce e dichiara di l'ar parie di un'alleanza e di un «blocco» diversi: ma tra questi Paesi, appartenenti a schieramenti contrapposti, si afferma comunque una volontà di coopcrazione, da cui si attendono utili l'in11i. Quesla sorla di ponte gettalo ira l'uno e l'altro»blocco, che è il « protocollo Andrcolti-Kossigllill ». potrebbe apparire singolare, se non fosse sialo preceduto da diversi accordi simili, taluni anzi d'importanza assai maggiore. Molto vicini sono i tesii dei « protocolli di consultazione» fianco-sovietico (14 oltobre 1970) e sovielico-canadesc (19 maggio 1971); più vasti impegni sono previsti dal trattalo sovielieo-iedesco di rinuncia all'uso della forza (12 agosio 1970), come dalla dichiarazione sui principi eli coopcrazione franco-sovietica del 30 otiobre 1971. Infine, il più importante fra tulli questi documenti, e la Carla di Mosca, o « Statuto della coesistenza », firmata al Cremlino da Nixon e Breznev il 29 maggio tli quest'anno, Il documento italiano si inserisce dunque, come ci ha ricordalo stasera Andreotti, in un « movimento intemazionale clic tende ad avvicinare le posizioni». L'insieme degli accordi Ira l'Unione Sovietica c alcune Ira le principali nazioni dell'Alleanza Occidentale, favorisce una cooperazione che, col Icmpo, potrà allentiate o rendere meno pericolosi i contrasti esistenti e consolidare le forze tli pace. Anche dall'accordo decennale di coopcrazione economica e tecnologica, che i governi italiano e sovietico si sono impegnali a mettere a punto, potranno scaturire effetti benefici per ambedue le nazioni. Sostanzialmente, ci sembra dunque che la visita abbia ottenuto i risultati voltili. Per completare questo giudizio occorrerà comunque attendere il comunicalo liliale. Teniamo presente che nei colloqui è emerso anche qualche contrasto, anzitutto per le etiliche dei sovietici sulla «base» della Maddalena, Il portavoce della farnesina, ministro Bollai, ha commentato slamane: «L'Italia è uno Staio sovrano e gli Siali Uniti sono nostri allenti. L'Unione Sovietica imo avere unii opinione, uni essa non ci tocca ». Su queslo pillilo, Ionio basla. L'altra riserva o critica sovietica riguardava il processo di unificazione politica dell'Europa: un'impresa nella quale 1 'Ilatin c attivamente impegnala, come ha giustamente riaffermato tpti a Mosca il presidente del Consiglio. Bisogna ricordare che il governo sovietico ha aceeltato soltanto di recenic l'unificazione economica dei Paesi dell'Europa Occidentale come una « realtà oggettiva ». Ma esso c ancora, per ciliari segni, contrario o apprensivo circa la prospettiva di una unificazione politica. Nell'oli ica ilei governo sovietico, dunque, la politica ilei palli bilaterali con Paesi dell'Occidente, che esso da qualche tempo persegue, può anche casobmnaa(ndtlmn1indppnsmmplttCnagfaqnfnhptprmm essere intesa come miratilo ad influenzare od ostacolare il processo di unificazione europea. Noi confidiamo che non siano siali lasciali dubbi, nei dirigenti sovietici, sul l'alto che l'ini- pegno ili consultazione politi- ca assillilo dai due governi, non soliamo non incide sugli obblighi internazionali «anteriormente assillili », ma non può neppure costituire impedimento agli impegni che l'Italia intende assumere in avvenire, seguendo appunto la politica europea più volte riaffermata. Analogamente, e non a caso, il Parlamento tedesco riaffermò l'obiettivo dell'unificazione politica dell'Europa nel preambolo del trattato tedesco-sovietico. Sarebbe sialo preferibile che il nostro impegno europeista venisse in qualche modo ricordato anche nel « protocollo » di Mosca. E' da sperare che lo sarà, almeno, nel comunicalo conclusivo della conferenza, che c lultoia in discussione tra le due parli. Arrigo Levi

Persone citate: Andreotti, Breznev, Kossighin, Nixon