I padrini di "Playboy" di Lietta Tornabuoni

I padrini di "Playboy" Brevi incontri I padrini di "Playboy" Per Sophia oren l'imporante è che si esti fedeli « a uclla formula a quella seetà», secondo ilvio Ceccato la via edonitica va percorsa in altre direioni », Mina raccomanda «nudi meno caramellosi ». L'onoevole La Malfa si augura di anare adesso « oltre In copertia » e l'onorevole Craxi approa che « i pregiudizi vengano dispersi una volta per tutte », mentre Gianni Rivera la vede ome « un'ultra partita vinta ». Padrini curiosi, diciotto peronaggi tengono a battesimo la uovissima edizione italiana di Playboy, che nel primo numero ubblica i loro giudizi sulla ceebre rivista di Hugh Hcfner delle « conigliette ». Giorgio Almirante, segretario del nisi, il più nostalgico: « Piacevole per il pubblico giovane, stuzziante o forse malinconica per un pubblico anziano; temo di ppartenere al pubblico anziano», Angelo Costa, l'armatore enovese ex presidente della Confindustria, è il più avaro di onsensi: « Ho avuto solo modo di conoscere la copertina, che a me non poteva non fae un'impressione negativa. Se 'interno corrisponde alla copertina, l'impressione diventeebbe giudizio negativo; se non corrisponde, il giudizio sarebbe empre negativo, perché sarebbe una manifestazione di mancanza di sincerità ». 11 più imprevisto è il giudizio del giudice Guido Viola, ostituto procuratore della Repubblica a Milano: « Lina rivista notevole, e sul piano dela veste tipografica e su quelo dei contenuti »; un'iniziativa che « in un'epoca in cui il buon gusto c l'estetica Inumo ceduto il passo alla volgarità e ulta speculazione sui più tlissi istinti dell'uomo, è da accogliere con estremo interesse ». Quanto alle fotografie di « conigliene », infatti, « sarà bene ricordare che i famosi nudi, sia pure integrali, non hanno mai rappresentato un'offesa alla decenza o al buon costume: solo la volgarità offende, mai la bellezza ». trascgnsccignsitpeDtomtrmgeto"Lcacalognteal ronustul'avesetatertustinacozuliztehoLSi(ptandstGgdSentenza esemplare, che ha | ssuscitato qualche fermento nel suo ambiente professionale: tanto da far considerare al « magistrato con la Colt », sembra, l'opportunità di compiere qualche passo indietro. | nIl convertito « Va ben, sono reazionario, sotto reazionario. Me lo dicono tutti. Ma che ci posso fare, se sono reazionario'.' ». Isolato tra gli scrittori italiani, quasi lutti di sinistra. Goffredo Parise non si sente allatto a disagio. Per chi lo riteneva un narratore « nero », è anzi una sorpresa trovarlo tanto sereno, ottimista, benevolo. Da poco, spiega, ha capito: « Lu vnu e troppo breve per spenderla in polemiche querule, in dibattiti astiosi, in politiche imitili, in battaglie collettive sempre fruttuose; l'indignazione quotidiana intristisce ed è sterile, il pessimismo incattivisce e spegne ». Verso la viia ha adesso una disposizione posilha: « Mangiare bene, bere bene, dormire bene, amare bene chi ti ama, cosa c'è di più bello'.' ». L'esistenza ideale, ha scoperto, è quella clic i ricchi conducono da sempre: « Dividersi tra la bellezza della natura (il mure d'estate, hi caccia d'autunno intorno alla mia casa di Sugaredo sul Piave, lo sei d'inverno a Cortina) e la fastosità dei grandi alberghi internazionali f. Per chi conosceva i fervori di Parise verso l'Albania, il suo estatico trasporto verso la cara Cina, c una sorpresa la condanna spieiata: «Non metterò mai più piede in un paese comunista. Paesi tetri, paesi di morti ». Un tempo trascorreva il t.'.!podanno a Saigon, adesso gli piace soliamo l'Italia degrada¬ mpcddivznspptflpvdducemdIJm i tdnfdadNd«tpdr1 oddcsetcsla dalla speculazione edilizia, dagli inquinamenti e da! Uuf- lieo: « Approfittiamo, siamo gli ultimi a poter godere, prima che venga definitivamente a,. ' vinata, la bellezza di certi angoli italiani. Capri, i Faraglioni con la loro meravigliosa piscina naturale! Venezia, la sua piazza Sun Marco con l'orchestrina che suona! Lu spiaggia del Lido, così elegante! Roma nelle sere caldofresche d'autunno! Non ciste paese al mondo più bello dell'Italia ». Lo commuove, nel suo neopatriottismo, la bandiera nazionale: «Com'è bello, il tricolore! Quel rosso vivo di sangue mi fa sentire una cosa qm Ama anche «certe nobili acce di italiani»; ad suo entusia- sino, «che bello, hai quelle stupende venuzze rosse della salute contadina», loda incon- quel bianco marmo, quel verde fresco di prati... Mi emoziona. trando l'amica con le guance sciupate dalla coupcrose. Sugli amici, non una malignità: « D'ora in poi voglio scrivere soltunto dei miei amici, indicandoli con nome e cognome », è l'allarmante proposito, « raccontare soltanto le persone cui voglio tanto bene ». Da questa nuova bontà è nato anche Sillabario, il suo ultimo libro: « Ero seduto, molto triste, ai giardinetti. Accanto a me c'era un bambino che leggeva il sillabario. Ho guardato, sulla pagina stava scritto: "L'erba è verde". Allora ho capito. Bisogna ricominciare da capo, buttare via tutte le ideologie espresse da parolacce conte "politicizzazione", risalire al significato primitivo delle parole ». Lo domina insomma una nuova semplicità che evoca gli stupori dell'infanzia, oppure l'affannato, coatto cinismo della vecchiaia: « Cossa ti voi, sarà senilità, ma mi sento anche tanto bambino ». Non senza un poco di civetteria da esteta decadente, è naturale. Il suo libro esce in questi giorni, ma Parise il reazionario parte per Parigi. A far cosa? « A infilarmi tra le lenzuola del Ritz: nulla è più delizioso delle lenzuola inamidate, fresche e protettrici, di un hotel di lusso ». Lietta Tornabuoni

Luoghi citati: Albania, Cina, Cortina, Italia, Milano, Parigi, Roma, Saigon, Venezia