Mamma, li turchi
Mamma, li turchi CAMPIONISSIMO Mamma, li turchi Ecco, io non riesco a capire gli svizzeri. Hanno inventato le mucche, il cioccolato, i buchi per il grovìera, tutte le cose idilliache e serene, e poi sono andati a rovinarsi la reputazione con gli orologi. Perché bisogna essere proprio ubriachi di latte per inventare il « quadrante » e farla rotondo. Ma, forse, bisogna perdonarli, perché gli svìzzeri non sono, come noi, un popolo di santi (ne hanno uno in tutto e. forse è ancora solo «beato»), né di navigatori (In marina svizzera, compresa Marina Dona, è argomento da barzellette), né di poeti (o esiste un'antologia di lirici svizzeri?). E' chiaro però che sono un popolo di calciatori dal momento che, senza rubare nulla, sono riusciti a pareggiare con quella Nazionale italiana che. a detta di tutti, ha giocato benissimo. Mah! A noi ha fatto l'effetto di una «nazionale» del monopolio che per farla «tirare» ci vogliono appunto i santi, i poeti e i navigatori. E tutti a stupirsi per questo pareggio che non è certo sensazionale. Ma in Italia ci si stupisce sempre delle cose che dovrebbero essere normali. Non so... ci si stupisce, per esempio, se uno è onesto. «Hai visto quello? Ha trovato un portafogli e lo ha restituito». «Vuoto?». «No, pieno!». «Oeh, non mi dire». Un automobilista si ferma davanti alle strisce pedonali e ti lascia passare? Beh, tu non solo ti stupisci, ma ti senti addirittura in dovere di ringraziare e, a casa, lo racconti alla moglie: «Pensa, si è fermato per me ed ha rispettato le zebre». «E chi era? L'amico degli animali?». La Svizzera ha pareggialo con noi, zero a zero? «Ma va, chi lo avrebbe mai detto?». Valcareggi no di certo: lui. come sempre, temeva la sconfitta. Quelli che onestamente e sportivamente si sono stupiti, sono stati proprio gli svizzeri. Qualcuno Ila persino scritto su un giornale: « Prosperi, un arrètre d'anthologie! ». Ed è vero, il portiere elvetico ha eseguito un esercizio difficilissimo. Cercate di ricordare: si è tuffato completamente a sinistra mentre il tiro di Riva, violentissimo e teso, andava tutto a destra. Ma lui, l'antologico, prima di sfiorare l'erba, ha alzato di scatto la gamba destra ed ha calciato il pallone in corner. Un numero da circo, ma gli italiani, piuttosto che stupirsi, hanno preferito buttarla sul magico: «Ammazza che fortuna». E questo nella mi gliore delle ipotesi perché molti, per non svalorizzare Riva, hanno sentenziato: «Bella—forza. Quello è nientepopodimeno che il portiere della Nazionale svizzera. Hai detto un Prosperi ».. La Nazionale svizzera, quella che, se lsrcrvCm l'accendi, bene o male tira sempre. E Valcareggi? Dice di essere felice, ma c'è il sospetto che in fondo speri di diventare presto calvo per non doversi più strappare i capelli. Certo di problemi ne ha, a cominciare da quello della maglia numero sette. La Nazionale ha bisogno di un'ala destra, è chiaro, lo hanno visto tutti dato che Mazzola, dopo avere accettato quella posizione, non la frequenta quasi mai. Io capisco che andando all'estrema destra uno possa anche compromettersi, via il calcio vero, quello che si gioca sul campo, non e politica, nemmeno quando arbitra l'onorevole Lo Bello. Ci vorrebbe qualcuno che. magari a gesti o legandogli un fazzoletto alla caviglia, come si fa con certe reclute, spiegasse al nostro che un'ala destra, qualche volta, deve andare a destra. Ma si parlerebbe subito di coercizione e Valcareggi non vuole coercire: vuole soltanto sopravvivere. E sopravviverà, dato che i lussemburghesi, dal basso della loro «manifesta inferiorità», ci hanno fatto l'apparente piacere di battere la Turchia. Diciamo apparente perche non vorremmo che il nostro commissario unico, osservati i turchi, si rilassasse eccessivamente sull'ottomana della tranquillità. E se gli infedeli ci filano? Hai visto mai che. 10 abbiano fatto apposta? Quelli sono levantini, caro Ferruccio, sono già orientali, quasi come i coreani: una ne fanno e cento ne pensano. Ehi, non dimentichiamoci della caduta dell'Impero Romano d'Oriente e degli «spadoni» dì allora che pedalavano gridando: «Mamma, li turchi!». Mediti Valcareggi e non ci venga poi a dire che non lo avevamo avvertito. Né si lasci cullare dagli osanna della critica ufficiale che gioisce perché Rivera e Mazzola finalmente si sono messi d'accordo. D'accordo su cosa? D'accordo sull'intasare il centrocampo? D'accordo sul combinare poco o niente e quel poco piuttosto male? Occhio alla Turchia, Valcareggi, perché Maometto era di quelle parti e Allah pure. Non vorremmo impressionarlo ma, considerata la gravità dell'ora, riteniamo drammaticamente doveroso rammentargli la formazione dei nostri avversari: Yasin; Ekrem, Zekerya; Oezer, Tuncay, Kok.sal; Mehmet, Ziyn, Goekmen, Osman, Ender. C'è di che far tremare i polsi a Beckenbauer e C. Per fortuna ci rida un po' di sicurezza 11 fatto che Meazza giochi di nuovo in Nazionale. Ce lo ha rivelato Martelliìii quando, confondendo il nome di Mazzola, ha gridato: «Meazza entra in area». Errore o frustrazione? Forse soltanto nostalgia. I nostri, a quei tempi là. la Svizzera se la facevano ai ferri. E non avevano la fortuna di un Valcareggi in panchina. No, caro Mazzola no, cosi non va... Diamo un addio a Rivera, se con Rivera è l'infelicità. Leo Chiosso
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