Un'operazione di "guerriglia" di Giampaolo Pansa

Un'operazione di "guerriglia"Un'operazione di "guerriglia" i j . e -1 - i . ne, | o pe e, e, uel r, e ali e. ia tiio à (Dal nostro invialo speciale) Roma, 211 ottobre. Non sembra davvero l'impresa di qualche isolato dinamitardo nero la « notte delle bombe » che fra sabato e domenica ha seminato il caos sulle ferrovie del Sud, mancando per pochissimo l'obiettivo previsto: la strage sui treni dei sindacalisti e degli operai che andavano in Calabria, Già ieri, il capo della polizia Vicari aveva parlato di « un'unica organizzazione ». E oggi l'ipotesi su cui lavorano quattro questure (Roma. Latina, Catanzaro e Reggio) sotto la guida dell'ispettore generale di p. s., Francesco Romanelli, resta sempre quella. Si cerca qualcosa di più grosso d'un pugno di bombardieri scesi in campo ciascuno per proprio conto, per iniziativa l individuale e senza colleganienti. Ma, sino a stasera, pare esserci ben poco nelle mani di polizia e carabinieri, e quel poco che c'è e difeso da un riserbo di l'erro. Una notizia che viene da I Latina sembra però conferi mare l'ipotesi di un'operazioI ne unica, almeno per quel che riguarda le bombe colloì cate anpena a Sud di Roma. 'J i Sarebbero state riscontrate analogie fra l'ordigno esploso alle 22,25 di sabato fra Campoleone e Cisterna, sulla direttissima Roma-PormiaNapoli, e quello che meno rii due uro dopo, alle 0.10 di domenica, ha interrotto a Valmontone la linea Roma-1 Cassino-Napoli. Qualcuno so- stiene ohe anche la prima | nella sua drammatici-i j bomba che alle 22,20, fra Sezze e Priverno, ha centrato la «cnda» rii uno dei treni speciali, fosse dello stesso ti- \ po. Ma per ora sono soltanto voci. Il raffronto fra le i relazioni tecniche sugli atten- ; tati e ancora in corso, e notizie più precise si conosceran- i no forse domani. Quel che, tuttavia, si può già fare stasera è una riflessione attenta sugli elementi i noti: basterà questo a restituire 1 tà, la dimensione esatta dclj la paurosa operazione tental ta sulla pelle di centinaia di i cittadini inermi. C'è, per prima, l'estensione geografica della «notte delle bombe». L'azione dei «commandos» di ' attentatori s'è sviluppata in : sette punti diversi, spesso lontani fra loro centinaia di chilometri, ma in un arco assai ristretto di tempo. Tre degli ordigni ( Priverno, Campoleone e Riace, a Reggio) esplodono fra le -92.20 e le 22,30; alle 0,10 scoppia la bomba di Valmontonc; alle 3,10 quella Ira Lamezia Terme e San Pietro a Maida; fra le 2 e le 3,55 vengono scoperti i cinque congegni i qinesplosi di Palmi e di Gioia | gTauro-Rosarno. j aUn it lavoro », dunque, ese- t guito in sole quattro-cinque i g ore, ma non fatto a caso. Le a ore sono quelle giuste, la scel- sta dei tempi è rii una precisione che colpisce. Fra Roma e Reggio non viaggiano solo i convogli straordinari riiretli al convegno: circolano anche treni normali e numerosi « merci ». Però i commandos aspettano al varco i « treni rossi ». A Priverno, la bomba esplode proprio sotto il convoglio « 55 ante » partito da Bologna, e non sotto il direttissimo 787, un treno « normale » che lo segue di appe na tre-quattro minuti. A La- a j 1 i 1 1 i j 1 e c\ -\ e j e ni » a i a n mezia Terme, l'ordigno delle 3,10 fa saltare sessanta centimetri rii binario appena prima de' passaggio del « RP bis», un altro treno straordinario con 000 operai romani. Quando il convoglio transita, il macchinista riesce a mantenerlo in linea, nonostante lo scossone tremendo. Una spanna in più di binario divelto, e sarebbe la strage, perche la bomba e collocata proprio all'imbocco di un alto viadotto. Bombe precise. Le prime due interrompono la direttissima R urna-l-'t ii-mia-Napoli attorno alle 2:2,311. La terza viene l'atta esplodere sulla Roma-Cassino-Napoli poco dopo la mezzanotte, bloccando così anche la linea sulla quale la direzione delle Ferrovie ha appena deciso di instradare i convogli che non possono più passare per la « direttissima ». Si realizza, così, il blocco totale delle comunicazioni fra la capitale e il Sud. Qualcuno sostiene che a compiere questi tre attentati sia stato uno stesso gruppo; altri parlano di nuclei diversi, collegati fra loro con radio trasmittenti. Anche queste sono soltanto voci. L'na cosa, però, è eerta: i commandos si muovono secondo un disegno, non si limitano a paralizzare la linea principale, ma colpiscono pure quella sussidiaria. Si muovono, cioè, come in un'operazione di guerriglia, studiata a fondo e preparata per tempo. La preparazione accurata halza chiara anche da un altro elemento, che potrebbe rivelarsi l'elemento chiave, quello che sia alta base della « notte delle bombe ». I tempi di viaggio dei treni straordinari non sono pubblici, cioè non si trovano sugli orari ter roviari. Li stabilisce con parecchi giorni d'anticipo il servizio movimento delle Ferrovie, che poi avvisa per telegramma gli altri servizi, i compartimenti e le stazioni interessate e, nel caso di sabato, la polizia ferroviaria. In questo modo, ne vengo no a conoscenza centinaia di persone, ma sempre in un giro abbastanza ristretto, di « addetti ai lavori ». Chi ha ideato e preparato gli atten tati ha probabilmente avuto qualche « amico » in questo giro, un amico che ha fornito al cervello dei commandos i empi di viaggio dei convo- gli, consentendo di preparare alcuni degli agguati con uno scarto rii pochi minuti. - C'è, infine, un ultimo aspetto della « notte delle bombe », anch'esso inquietante, i.d è la complessità organizzativa dell'operazione, una complessità senza precedenti nelle vicende terroristiche di questi ultimi anni. Sette azioni in sette luoghi diversi richiedono una preparazione para-mili- Giampaolo Pansa (Continua a pagina 2 in terza colonna)

Persone citate: Cisterna, Francesco Romanelli