Processo per la sciagura di Robiei: quindici operai italiani morirono asfissiati nella galleria avvolti da una nube di gas

Processo per la sciagura di Robiei: quindici operai italiani morirono asfissiati nella galleria avvolti da una nube di gas Si spera in una sentenza più giusta di quella per Mattmark Processo per la sciagura di Robiei: quindici operai italiani morirono asfissiati nella galleria avvolti da una nube di gas Domani il dibattimento a Cevio, nel Canton Ticino - Nella tragedia perirono anche due svizzeri - Quattro imputati (Nostro servizio particolare) ' Locamo, 21 ottobre. Dopo Mattmark, Robiei. Dopo una sentenza ingiusta, si spera che non si ripeta un'uguale ingiustizia. A Mattmark erano morti, il 30 agosto '65, sotto valanghe di ghiaccio e di roccia, 88 operai di cui 55 italiani. I 17 responsabili di quel cantiere due settimane fa sono stati assolti dalla giustizia svizzera la quale, in sede di appello, ha addirittura condannato le famiglie delle vittime a pagare la metà delle spese processuali; una sentenza che, a dir poco, ha suscitato indignazione. A Robiei, il 15 febbraio 'riti morirono, asfissiati da una nube di gas, in due disgrazie, una al pomeriggio e una nella notte, 17 operai di cui 15 italiani e due svizzeri. Il processo contro i quattro svizzeri ritenuti responsabili della sciagura si aprirà lunedì mattina a Cevio, una piccola località della Valle di Maggio, a nord eli Locamo L'impresa Ofima stava costruendo una galleria per l'ampliamento degli impianti delle «Officine idroelettriche della Maggia S. A.». Questa galleria, a quota 2100 metri, partiva da Robiei (Val Bavo- na), ai piedi del ghiacciaio j Basodino e raggiungeva, con ! una lunghezza di quattro chilometri, Stabilisco in Val Bedretto. Era praticamente già ultimata e si stavano effettuando soltanto lavori di rifinitura. Dalla parte di Robiei, a un paio di chilometri dall'ingresso, la galleria era chiu- sa da una paratia stagna che tratteneva l'acqua dalle infi! ! trazioni attraverso la roccia. Da tempo nessuno entrava in questo tronco; si sapeva che vi si erano formati dei gas. Nel pomeriggio di quel tragico giorno era stato deciso 1di far aprire la saracinesca della paratia per far defluire verso Robiei l'acqua che si era ammassata a monte. Erano stati incaricati di questo lavoro due pompieri svizzeri,Gianfranco Rima e RenatoRoncoroni e il capo minatore italiano Romualdo Falconi di 32 anni, da Foresto Sparso I (Bergamo). I tre erano entra- . ti muniti di respiratori e di | bombole con un'autonomia di 45 minuti che a giudizio di chi aveva ordinato quel lavo- ro, dovevano essere sufficien-ti. I tre erano arrivati alla pa- ratia, avevano aperto la sarà- einesca e l'acqua aveva inco- minciato a defluire, correndo sul piano del tunnel con un'altezza di 35 centimetri. I due svizzeri e l'italiano, men tre stavano camminando nell'acqua per tornare indietro, erano rimasti senza ossigeno ed erano stramazzati a terra. Era pomeriggio; eppure alle 23 la squadra che lavorava dall'altra parte non era anco- ra stata avvertita del pericolo esistente nella galleria e quando il caposquadra Valerio Chenet, 50 anni, bellunese, che di questa operazione: si infilata nell'altra parte del tunnel uccidendo per primo lo stesso Chenet e poi i tredi ci suoi compagni, che erano | appena saliti sul trenino che j li doveva ricondurre fuori, j Stavano uscendo per la pausa della mezzanotte che ! spezzava il lunghissimo turno di 12 ore, dalle 18 alle 6 della 1 mattina. Gli operai sarebbero usciti per andare alla «canti na», lo spaccio che era all'ini bocco della galleria, per man | giare un panino. aveva aperto uno sportello fissato al centro della paratia (non era chiaro, allora, il per-pensava che l'avesse compiuta per 'salutare gli amici che riteneva fossero dall'altra parte), la nube velenosa che aveva già ucciso i tre, si era Le vittime italiane erano, I oltre a Romualdo Falconi e j Valerio Chenet: Giancarlo ! Butti, 24 anni, da Milano; Sii- vio Maglia, 30 anni da Spa- gnona (Milano), coniugato; , Piero Bonetti, 30 anni, da So- i vere (Bergamo), coniugato, Giovanni Dominighini, 24 an-1 ni, da Bergamo; Giovanni Pa- ' sinetti, 26 anni, da Castione ; della Presolana (Bergamo); i Enrico Barilani, 18 anni, il più giovane degli operai, da Dubbio (Sondrio); Antonio | Bilavini. da Angolo Terme i(Brescia); Bruno Lazzarotto, ;34 anni, da Vicenza, coniuga-1to, padre di due bimbe; Luigi jNordera, 28 anni, da Selva di Progno (Verona); Angelo Ca-sanova, 44 anni, da Sedico lBelluno), coniugato; Luigi Ranza, 40 anni, da Bergamo; Elpidio Vettori, 26 anni; Do- menico Caputo, da Catanzaro, l'unico originario dell'Italia del Sud La fase procedurale di questa tragica vicenda si era conclusa il 20 gennaio '70 con l'inchiesta di «prima urgenza» e le «informazioni preliminari» che si erano svolte sotto la guida del procuratore pubblico. Poi c'era stata l'istruttoria formale da parte del giudice istruttore dottor Giù- dici il quale si era servito di alcuni periti per gli accertamenti tecnici e per avere una spiegazione sulle cause della 1 morte delle diciassette persone. L'atto di accusa si compone di 41 pagine dedicate in parte alla storia dei lavori della galleria Robiei-Stabiasco. Gli imputati sono: l'ingegner Gino Boffa direttore dei'impresa Ofima, il geometra Arnaldo Nana, il vigile del fuoco Ettore Belvederi e il ca¬ pomastro Annibale Lubini. Le imputazioni per i primi tre sono di violazione colposa delle regole dell'arte edilizia e concorso plurimo in omicidio colposo; il Lubini è imputato di concorso per triplice omicidio colposo. Sono le stesse imputazioni che pesavano sui 17 di Mattmark e si sa come il processo è tinit0 Ma a differenza di quanto è avvenuto nel processo di Viege per Mattmark, e in quello successivo di appello a Sion dove i giudici vallesani sì sono unicamente basati sulle testimonianze raccolte durante l'istruttoria, qui a Cevio, che è nel Canton Ticino, le cose dovrebbero andare di- versamente. r. 1.