Si può dire "la notaia"?

Si può dire "la notaia"? LA DIFESA DELLA LINGUA ITALIANA Si può dire "la notaia"? I grammatici approvano; rimane aperto il problema d'indicare le professioni al femminile Nazionale La « Cassa Notariali)» di Roma ci chiede un parere circa l'uso, da essa adottato, del termine notala per esprimere il femminile di Notaio; uso che seni bra non incontri troppo nel t'ambiente notarile, dove «si è sostenuto che l'espressione pili ortodossa è quella di nolaressa oppure di dannano tato». Il parere è inutile dopo che la Cassa, bene ispirala, ha cominciato a dir notane. l'Uso fa la legge. - Bene ispirata porcile già il Tagliavini, che trattò la questione ex professo, si dichiarò in favore della forma in aia (o -ara se si accetta Nòtaro), che e. la regolare usci la femminile dei nomi in -aio o uro (lai. minsi, come diluirsi rana calzala io-calzoluiu, cartolaio carlolaìn, macellaioI macellala ecc. Ma forse all'aI mor proprio dei lahellioni '(variante antica di Notaio, sentita come invariabile) cuoco che le loro consorelle si ritrovino in siffatta compagnia; e invero l'amor proprio ha una parte importantissima nel favore o disfavore con cui sono accolli i nomi di professioni femminili. E' uno spavento a considerare come questo capitolo della grammatica, pur cosi necessario all'uso vivo, sia ancora sconnesso, rimpiaccicottalo (donna clown), rimesso all'orecchio o all'arbitrio individuale; come sia ancoradel1 lontano da una codificazione soddisfacente. Alla rettilinea avanzai it delle donne nelle cose della vita, risponde un tortuoso arrancare della lingua nel settore impreparato delle desinenze Per lo nieno nel caso di Notaio non si ha una difficoltà (una delle tante) che si riscontra in altri nomi da volgere al femminile. La tradizione linguistica noti conosce una notaia che sl ia per «moglie di notaio», si che ne pos sa seguire ambiguità come in tnnliascialricc. che doppieggià Ira «ambasciatore donna» e «moglie dell'ambasciatore». E per la sua snellezza e perche trova il campo sgombro di equivoci, la forma Notaia merita dunque fortuna; e in quanto alla terminazione che in verità non è nobilissima, se non se ne adonta il ma schile notaio i lat t'inaio), non si vede perche dovrebbe farlo il femminile nolaia t lat rinaia). Per un altro nome in o suggeriremmo la stessa semplicità di criterio: architetto architetta: e forse anche per fantino-Iantina (sempre che dal contesto risulti trattarsi di termini ippici). Ma poi gli imbrogli sono troppi. I grammatici possono bene prescrivere questa o quella terminazione del femminile (distili guendo tra nomi in a. in 0in c, in -sore, in loie ecc.): non sarebbe mai possibile I mettere riaccordo i vani gujsti, tendenze e tradizioni de ; gl'Italiani di tante regioni. Stiratrice, che per noi sta be! nissimo, faceva ridere i vec, chi Toscani avvezzi a stiratoI ra: avvocala (se non sia det- ì 1,1 della Madonna) era e for- , e se e ancora tabù. E in quanto id suffisso -essa, comanda to in astratto in tanti casi, se ne conoscono le disavventure. Quella stessa desinenza che non dà la menoma noia in professoressa e dottoressa, sembra sonare greve o canzonatoria in altri nomi di professione. Si senta Croce sulla concorrenza filosofa - filosofessa: «Filosofo (dirà una grammatica di tipo puristico, della scuola del Puoti) fa al femminile filosofa e non filosofessa. Perché non ' filosofessa ' se si dice ' poetessa ', ' profetessa ' ecc.? Ma la regola e intonata allo stile del purismo e anche forse alla qua lità napoletana di quei grammatici, che rifuggivano dal pericolo di un facile e grasso bisticcio. Filosofessa (dirà una grammatica di tipo manzoniano i è in tono serio e non ha .empie, come l'altra parola di filosofa il significato spie giulivo di donna saccente. 11 che mostra che, in ambiente fiorentino, quella terminazione femminile può passare senza accentuazione comica, e anzi si contrappone all'altra, che diventa essa comica 0 irridente». Si vorrebbe dire: tot capila tot grommaticae. E' da incoraggiare la tendenza a considerare omofoni, cioè uguali per i due generi, con ' la sola differenza dell'articolo, nomi come preside presidente inlciidciile usi rollatila e siili. E' anche da incoraggiare, ma tino a un cesto segno, la tendenza a sgattaiolare dalle difficoltà mediante la figura di Circonlocuzione: « Avvocato sig.na Min:u Peri». Fino a un certo seguo: perché chi non sente la viltà di questa forinola che conserva quasi intatta la concezione aristotelica circa l'inferiorità della donna, qua le affermava lo stridente modo antico: « nacque un figlino lo femmina »? Meglio, se non si vuole abboccare avvocatessa, « Avvocato Maria Peri », O addirittura «Avvocato Pc ri», gettando nella notte, come inerita, la precisazione del sesso. Ma ci vorrà del tempo (un'alluvione di tempo) perché la lingua si adegui ai fatti, e dal tormentato campo dei nomi femminili di lavoro scompaia quanto di soggettij vo, solistico e retrivo ancora vi si sente sotto specie di , difficoltà morfologico-forieti; ca. L'uomo con la sua presunzione di preminenza è ancora e sempre tra i piedi nel- 1 le strutture linguistiche. Leo Pestelli

Persone citate: Leo Pestelli, Maria Peri, Puoti, Tagliavini, Toscani

Luoghi citati: Roma