Infermiere per amore

Infermiere per amore Saper Spendere Infermiere per amore Purtroppo non basta la buona volontà, né la dedizione per intraprendere la carriera - Occorre un diploma di licenza media ed età inferiore ai 30 anni - Come riuscire ad assistere bene un malato Allimprovviso la vita ci può richiamare a compiti non facili. Un incidente sopraggiunge a turbare il quieto scorrere dei giorni e mette a dura prova la serenila di una famiglia. Elisa ha HI anni, il marito invalido e tanla pena nel cuore. « Sono costretta a cercarmi un lavoro per provvedere a! sostentamento dei mici due bambini. Ma avrei bisogno di un'occupazione che mi lasciasse anche tempo libero per assistere mio marito. Avevo pensato di seguire un corso per infermiere: avrei potuto fare qualche iniezione c magari assistenza notturna negli ospedali. Purtroppo mi i e stalo detto che mi manca no i requisiti necessari: sono troppo in -u' ho soltanto il diplon . ,. quinta eie mentore. Potete darmi voi qualche speranza? ». Un compito difficile che richiede capacità ** Lo avremmo desiderato, ma ci sono ostacoli contro i quali non possiamo fare j nulla. « Ciò che è stato detto alla lettrice è esatto — ci ha confermato un'esperta di questo settore —. Possono seguire i corsi per infermiere e conseguire il diploma soltanto coloro che non hanno ancora compililo i trenl'aniii e sono in possesso della licenza dì scuola media infe riore. Abbiamo tentato di ottenere dalle autorità competenti norme meno restrittive, ma tutto e risultato vano. Il compito di un'infermiera non è semplice: richiede capacità e una buona base culturale Non basta la pratica né la buona volontà per assolvere questo compito ». Nessuna speranza per Elisa, almeno su questa strada. Potrebbe però sceglierne un'altra meno impegnativa: « Ad esempio fare l'ausiliaria ospedaliera — ci è stato suggerito —. Entrare a far parte degli inservienti, sempre molto ricercati in un ospedale, cioè del cosi dello personale di fatica. Per ottenere il posto, si deve fare domanda presso l'amministrazione di un ospedale ». Anche la signora Mariuecia desidera imparare a fare le iniezioni, ma « solo per uso personale ». Scrive: « Mio marito ha contratto una grave malattia ed ha bisogno di continue cure per poter lavorare. Non ci possiamo permettere di pagare un'infermiera per le iniezioni. Vorrei farle io, ma dove potrei imparare? Sarei disposta ad andare a scuola, ma alla mia età (42 anni) è troppo tardi e poi forse costerebbe caro ».** La legge prescrive che siano autorizzate ad eseguire le iniezioni soltanto persone specializzate e qualificate. Se lei, signora Mariuecia, decidesse di fare tutto da solarischierebbe mollo. Un'iniezione mal fatta può provocare la formazione di un ascesso o addirittura mettere in circolo germi nell'organismocon tutte le possibili conseguenze. E' vero che molti saffidano, talvolta con un podi incoscienza, all'abilità dun parente, ma in caso derrori ognuno ne risponde in persona prima davanti alla legge. Educazione sanitaria per solo uso privato« La lettrice — ci hanno detto — potrebbe seguire un corso di educazione sanitaripresso la Croce Rossa. Si tratta di sci lezioni di due orciascuna, tenute da personalspecializzalo volontario. Icosto complessivo è di 4 mla lire e dà diritto anche aun libro. Si può imparare cosi ad assistere un malato ifamiglia ed a somministrargle cure elementari. Non si ìmpara a eseguire iniezioni, msi saprà tutto ciò che non bsogna fare. Al termine decorso si otterrà un attestatdi frequenza, non utilizzabilnaturalmente per prestaziona pagamento » Se seguirà queste lezionne semina qui sic »c«u»usignora Mariuecia, riuscirà curare con amore e con competenza suo marito. Ma nocerchi di fare più di quantsia nelle sue capacità. R schierebbe soltanto di mette re a repentaglio la salute e. Dio non voglia, la vita stessa del suo compagno. Esperienze dei lettori per i casi di psoriasi Si può guarire dalla psoriasi? Alla signorina Maria Luisa, che ci aveva scritto: « Ho già provato ài tutto, senza risultato ». il dermatologo aveva spiegato che la terapia e la guarigione sono sempre legate al caso singolo e che non esiste un rimedio generico sicuro e consigliabile a tutti per questa noiosa malattia. I nostri lettori però non hanno esitato a mettere a disposizione di Maria Luisa i frutti della loro esperienza. Scrive la signora Rita di Torino: « Mio figlio ha avuto la psoriasi per quasi due anni, poi un medico gli ha consigliato una pomata, che e risultata quasi miracolosa. E' guarito perfettamente e non è rimasto alcun segno. Sarci lieta di dare alla signorina tutte le informazioni necessarie. Potrà usarla anche lei dopo aver chiesto il parere del suo specialista ». La signora non ci rivela il nome della pomata. Lo stesso mistero vela il farmaco proposto da Maria Teresa di Bra: « Uno della mia famiglia dopo innumerevoli cure inefficaci ha trovato in farmacia un rimedio semplice, ma sicuro ». Siamo scettici. Se la psoriasi potesse guarire con una pomata, non sarebbe considerata ancora oggi dai migliori dermatologi « una malattia dal processo imprevedibile ». Da Lugano infine ci ò giunto il consiglio del signor Torricelli: « Vada a La Roche-Po hStcril i Say, in Francia, un bel paese j l a e , d o è i , o a e o vicino ai castelli della Loira Un ultimo tentativo per guarire da una malattia può essere una spesa ben fatta. La cura è a base di bagni in acqua termale. Io ero afflitto da un antipatico eczema e dopo solo due cure ne sono completamente guarito. Maria Luisa forse non raggiungerà la guarigione, ma ne trarrà senza dubbio giovamento ». Teniamo gli indirizzi a disposizione della lettrice, nel caso che dopo tanti inutili tentativi, volesse approfittare delle fortunate esperienze altrui. "I pum an cumposta" : con acqua pura o vino Profumi dimenticati affiorano improvvisi con il ricordo di anni verdi. Riportano in campagna, alle feste sull'aia, a tradizioni antiche distrutte dalla città. La signora Lina Piccaluga ha espresso alla nostra rubrica un desiderio che è una nostalgia: « Quand'ero bimba andavo a trovare la mia nonna al paese durante la vendemmia. Mi offriva mele lasciate fermentare in un barile con non so quale liquido. Le chiamava Unapum an cumposta . Unabontà. Oggi sono nonna an-ch'io e vorrei ripetere la ricetta per i miei nipotini ».** I «pum an cumposta» erano i dolci frizzanti e po veri delle campagne, dove lavita era legata all'abbondati-za del raccolto e nulla dove-va andare sprecato. Bisognatornare in campagna per ri-trovare coloro che non ne hanno dimenticato la ricetta. Scrive il sig. Massimo Martinelli di Alba: «7 "punì an cumposta " si gustavano durante l'inverno, ma soltanto in occasioni importanti come la visita di un caro parente, un battesimo nio ». un matrlmo- Le indicazioni del signorMartinelli, delle signore Gio-vanna Martina di Barge eCarmela Monticelli di La Mor-ra coincidono. Scrive questa ultima: «Per preparare i pum an cumposta o pum smujà si usavano due tipi di mele: le " renette rugginose " e le " grige di Tarriana". Unico ingrediente: l'acqua pura. Si scelgono frutti sani, senza ammaccature o incisioni, nel mese di gennaio. Si lavano con cura e si dispongono in un recipiente di legno fornito dun foro nella parie sottostante, chiuso da un tappo. Lemele si ricoprono con acquae sulla superficie si mettonoalcune assicelle fermate da una pietra o da un peso, alfinché le mele non gallegginoe restino sempre coperte daliquido. L'acqua deve essere rinnovata durante il periodo della conservazione, cstruendola dal loro in basso. Questa mele fermentate si guslano tra marzo c giugno; hanno polpa candida, soffice, frizzante ». Il signor Martinellconsiglia di « aggiungere al l'aqu un po' di aceto bian co se si desidera che le mele ubbiano un sapore leggermente più acidulo ». Diversa è la ricetta della signora Annetta Ciomarini di Tortona: « I pum an cumposta sono ancor oggi molto apprezzati nei paesi della nostra campagna e si considerano utili per coloro che soffrono di reumatismi e di fermentazioni intestinali. Si di- j spongono le mele in una tinozza di legno in modo che non si schiaccino. Si versano nel barile 20-25 litri di vino (9-10 gradi di gradazione alcolica); va bene anche la tor-1 chiatura delle uve. purché sin priva di fondi e di acqua. Si aggiunga infine un litro di j buon aceto. Se e possibile, si ricoprano le mele della su-1 , perfide con i raspi d'uva Do, un mcse ci secondo In \ qualità dei frutti usati, sono pronti per l'assaggio e si con servano intatti per circa. 4-5 mesi ». Non sembra difficile. Se la signora Piccaluga dispo I ne di un bel tino, di un loca- I j le adatto e di un po' di pa-1 t zienza, può mettere in opera il suo progetto: i pum an j cumposta. avranno il sapore | della sua gioventù.

Persone citate: Annetta Ciomarini, Lina Piccaluga, Maria Teresa, Massimo Martinelli, Monticelli, Piccaluga, Roche, Torricelli

Luoghi citati: Barge, Bra, Francia, Lugano, Torino