Un moderno maleficio

Un moderno maleficio spendere Un moderno maleficio I prodotti antiparassitari, irrorati sulle piante da frutto, possono avere conseguenze molto gravi sulla salute, se gli agricoltori non rispettano le norme di sicurezza - Dal carbone al metano Di quale diabolica mistura si era servila la strega di Biancaneve per avvelenare la polpa della mela matura? La invola accennava a code di rospo, lingue di serpente ed altri malefìci ingredienti. Nella versione moderna della fiaba potremmo parlare più genericamente di prodotti antiparassitari in dose massiccia: l'effetto venefico non sarebbe dissimile. Come difenderci? Il signor Leporati di Casale è preoccupato: « Si fa gran uso di anticrittogamici ed antiparassitari per la frutta che mangiamo cruda. Si possono eliminare le tracce di veleno sui frutti che si lavano con maggiore difficoltà come gli acini d'uva e le fragole? ». ** Noi consumatori possiamo far poco per difendere la nostra salute. Il solito consiglio di lavare a lungo ogni frutto sotto l'acqua corrente, di sfregare leggermente con le dita la sua superficie, acino per acino nel caso dell'uva, non basta ad escludere la possibilità di un pericolo connesso con l'eventuale presenza di residui di pesticidi nel frutto stesso. Usare i prodotti secondo coscienza Il problema deve essere affrontato prima, quando l'agricoltore fa uso di prodotti antiparassitari. « Il loro impiego — spiega il chimico dott. Andrea Gargano — è oggi inevitabile in agricoltura: aumenta la popolazione nel mondo ed aumenta di conseguenza la necessità di recuperare una maggior quantità di alimenti. Da una recente statistica della Fao è risultato che il 40 per cento circa della produzione annua mondiale sarebbe distrutta dai parassiti senza l'uso degli antiparassitari. Ma purtroppo a questi sono connessi problemi di ordine sanitario non indifferenti. Devono essere adoperati con precauzione, seguendo con scrupolo le indicazioni suggerite dalle ditte produttrici. Bisogna ricordare che a causa della forte duttilità degli agenti infestanti, pronti ad adattare il loro organismo ai più attiili insetticidi, le industrie sono costrette a ricercare prodotti sempre più potenti, capaci di debellare qualsiasi tipo di insetto. Ad esempio gli esteri fosforici e gli idrocarburi clorurati appartengono agli insetticidi sistemici, così detti perché entrano a fare parte del sistema della pianta. La loro caratteristica è quella di penetrare nei tessuti più interni e nella linfa della pianta, alla quale vengono somministrati; in tal modo essa risulta tossica per gli inselli che ne vengono a contatto, ma vi e la possibilità, di migrazione dell'insetticida, anche in parti commestibili della pianta, cioè nei frutti ». Il chimico prosegue: « Ogni rischio può essere eliminato, se gli agricoltori rispettano due fondamentali norme di sicurezza: 1) fra l'ultimo trat. lamento e la raccolta delle colture deve essere osservato il " tempo di sicurezza ", prescritto per ciascun antiparassitario; 2) al momento della raccolta i residui eventualmente presenti nel frutto devono essere inferiori al limite di tolleranza, il quale è fissato per ogni prodotto con gli stessi criteri attuati per gli additivi alimentari ». Una maggior diligenza nell'uso di questi mezzi di lotta contro gli insetti porterebbe indiscussi benefici. Per gli agricoltori è un caso di coscienza. La favola di Biancaneve e della mela stregata nella sua trasposizione moderna potrebbe avere conseguenze molto gravi per l'intera umanità. Su e giù dalia cantina prracllcnduqdcqscmmavsccstmnnvfceagdcCon I sacchi SUl'.e spalle mi, , Scrive la signora Jolanda: « Da anni abbiamo una cuidaia automatica marca X a carbone, che sviluppa 9 la calorie ed ha sempre scal dato bene le stanze La accen- , , ,, . ' , . diamo ad ottobre e resta in funzione fino a aprile. Unica , .. . ,- , ' n,,rinr,rln fatica giornaliera: caricarla con il carbone e scaricare la cenere. Gli anni volano e per mio marito diventa sempre più duro scendere in canti-1 bra e portare su, anche in pie- rrate quantità, il carbone. Ora i nche sta per arrivare in tutta la città il metano, ho pensalo che potremmo cambiare la caldaia ed adottare questo nuovo combustibile che mi dicono anche più economico. « Ecco il mio quesito: con una capienza totale di metri quadri !Ì4 per 3 metri circa di altezza mi conviene una caldaia da 8 mila calorie o quella da 12 mila? M'interessa conoscere quale sarà il consumo in metri cubi per mantenere una temperatura media di 20 gradi nel nostro alloggio di tre camere e servizi, situato in un vecchio stabile del centro di Torino ». ** L'impianto a carbone che impone il trasporto del combustibile e della cenere è senza dubbio gravoso soprattutto quando gli anni incominciano a pesare. Si cercano sistemi più moderni, meno faticosi ed anche più convenienti. Le spiegazioni dettagliale fornite dalla lettrice in difficoltà hanno consentito agli esperti di dare una risposta abbastanza precisa: « Ritengo che nel caso prospettato dalla signora Jolanda — dice il tecnico — sia opportuno installare una caldaia da 12, mila calorie, anche se leggermente sovradimensionata rispetto al fabbisogno, dato il buon isolamento dell'alloggio, ma che permetterà una conduzione non al limite della potenzialità con un funzionamento intermittente in relazione alla richiesta di calore e quindi senza aumento di consumo rispetto ad una potenzialità inferiore. « Il consumo si può presumere nell'ordine di circa 6-7 metri cubi di metano per ogni metro cubo di ambiente, cioè circa 2000 metri cubi per tutta la stagione invernale sempreché l'impianto sia messo a punto regolarmente. Ma solo un sopralluogo del tecnico dell'Azienda Gas potrà verificare se la posizione attuale del misuratore è compatibile con l'ubicazione dei-1 la caldaia a metano e con-1 statare se la portata del mi-1 stiratore è sufficiente ». Desiderio di un uomo j che ama l'avventura I Scrive la signora Marica: ! « Mio marito. 36 anni, è come i un ragazzo, affascinato dalle j macchine elettroniche che hanno per lui sapore di futuro. Vorrebbe seguire un corso ver programmatoli. Ma lQtebèevpapsPfissiostnsmpgiuzsddprima di lanciarci in un'av ventura del genere, vorrem- . o essere certi di spendere bene i nostri soldi ». La signo ra, inquieta per il suo avve nire, domanda: « Quale scuo¬ la offre garanzie di serietà? Quanto durano i corsi e quanto costano? ». ** A trentasei anni non si e più giovinetti. Non si abbandona tutto ciò che già si è costruito senza un attimo di esitazione. L'entusiasmo e l'avventatezza potrebbero compromettere una vita, anziché aiutare a migliorare la propria posizione. Molte sono le scuole per programmatori. Presso il Centro Meccanografico (Ripartizione XIV Statistica del Comune) ci sono corsi completamente gratuiti. Se il marito di Marica vuole ad ogni costo avvicinarsi a queste «macchine del futuro» potrebbe provare qui; almeno non avrà il rimorso di avere speso cifre folli (anche 450 mila lire circa presso istituti privati), se il successo non gli arridesse. A che età inizia una nuova carriera? Abbiamo voluto conoscere il parere di un professore di una scuola privata specializzata: « Onestamente, devo distruggere le illusioni — ci ha detto —. .4 trentasei anni è difficile ricominciare da zero una nuova carriera. Qualche possibilità ci sarebbe forse se il lettore fosse già impiegato presso una ditta dotata di centro elettronico', ma anche in questo caso gli sarà possibile inserirsi? E con quali vantaggi? La fola pubblicitaria delle 500 mila lire al mese di guadagno può convincere soltanto gli ingenui. Il suo primo stipendio non supererebbe le 150 mila lire. Certo per chi ha diciotto, vent'anni è un inizio promettente, ma verso i quaranta questa prospettiva sembra meno allettante ». Signora Marica. convinca il suo « ragazzo » ad acconten- tarsi del suo lavoro attuale che non è male e a non so gnare ad occhi aporti. A lìti anni non si può più vivere di illusioni.

Persone citate: Andrea Gargano, Leporati, Signora Marica

Luoghi citati: Casale, Torino