Accuse ai genitori del bimbo ucciso forse dal suo fratellino di Francesco Santini

Accuse ai genitori del bimbo ucciso forse dal suo fratellino Inchiesta della magistratura a Roma Accuse ai genitori del bimbo ucciso forse dal suo fratellino La vittima aveva 10 mesi - Sarebbe stata percossa più volte dal fratello di 3 anni - Il giudice indizia di reato padre e madre ("poca attenzione nella tutela: omicidio preterintenzionale") (Nostro servizio particolare) Roma. 12 ottobre. L'improvvisa decisione della magistratura di indiziare di reato i genitori di Luca Di Mimmo, il bambino di dieci mesi ucciso dalle percosse, getta un'ombra oscura sulla inchiesta che ieri sembrava essersi risolta con l'inquietante testimonianza di Maurizio Di Mimmo, 7 anni, primogenito della coppia. « A far piangere Luca — aveva detto il bambino — era Fabio: si divertiva a picchiarlo, per sentirlo piangere ». Fabio è il secondo figlio di Caterina Salsedo, 32 anni, e di Eugenio Di Mimmo, un autista di 36 anni. Ha compiuto da pochi giorni i tre anni, ma non sembra un bambino sereno. La sua faccia impaurita e l'atteggiamento scontroso sembrano confermare quanto ha detto di lui la mamma al magistrato: «E' un bambino difficile. Dalla nascita di Luca erano ormai trascorsi dieci mesi, ma Fabio non era mai riuscito ad adattarsi alla presenza del fratello minore. Soffriva per le attenzioni che il padre riservava al neonato, mostrando una gelosia inspiegabile ». Adesso il magistrato contesta a Caterina Salsedo e ad Eugenio Di Mimmo un ruolo determinante nella morte di Luca. Per poter indagare sulla coppia ha indiziato i due del reato di « omicidio preterintenzionale », come vuole la legge. A palazzo di giustizia, l'iniziativa del sostituto procuratore. Claudio Vitalone, che guida l'inchiesta, non viene commentata. Sull'indagine, che è ai primi passi, c'è molto riserbo: ci si limita a dire: « Tutta la storia potrebbe ridimensionarsi o. forse, ingigantirsi clamorosamente ». Gli inquirenti, in questa fase, esaminano gli elementi certi: le dichiarazioni rilasciate da Caterina Salsedo lunedi mattina quando, alle 6,30, con il bimbo avvolto in una coperta si presentò al pronto soccorso dell'ospedale di Tivoli, e quanto la donna disse, sei ore più tardi al posto di polizia, pochi minuti dopo la morte di Luca. Si continuano a cercare testimonianze a Villalba di Tivoli, la cittadina dei Castelli Romani, dove i genitori del piccolo si trasferirono un anno fa, appena due mesi prima della nascita di Luca. Il cardine dell'inchiesta resta l'autopsia che il sostituto procuratore ha fatto interrompere quando il medico che la stava eseguendo gli ha comunicato che sul corpo del piccolo erano evidenti i segni delle percosse e dei maltrattamenti subiti. « Non ci troviamo di fronte ad un caso di morte naturale — ha detto il prof. Durante al magistrato — il primo esame mi consente di dire che il neonato ha subito una violenta compressione addominale; l'apparato digerente presenta una lacerazione profonda e la cassa toracica è solcata dalla frattura di sette costole, prò vacata in data non recente e mai curata ». Per continuare l'autopsia si aspetta adesso che Caterina Salsedo ed Eugenio Di Mimmo decidano se rivolgersi ad un medico di fiducia o di affidarsi ad un perito nominato d'ufficio. Gli esami necroscopici hanno anche accertato che nel giugno scorso Luca Di Mimmo subi una frattura alla gamba destra; la cartella eli I nica rintracciata nell'ospeda- l e le dove fu curato ha rivelato che i sanitari, al momento del ricovero, giudicarono il bambino denutrito e mal sviluppato. Le testimonianze raccolte dalla polizia a Villalba di Ti voli lasciano perplessi gli inquirenti. « Sembra che i genitori — ha detto un sottufficiale — nascondessero il lo- ro terzogenito. Quasi nessuno sapeva che avessero tre figli e gli stessi coinquilini erano convinti che in casa di Eugenio Di Mimmo i bambini fossero due soltanto: Maurizio, di 7 anni, e Fabio, di 3 ». La polizia si domanda ades- so perché Caterina Salsedo, ai sanitari che lunedi mattina visitavano Luca e le chiedevano che cosa fosse accaduto, abbia risposto: « Non riesco a capire che cosa è successo. Ieri sera Luca stava bene: stamane mi sono svegliata e ho visto che respirava a fatica. L'ho tirato su dal letto e sono corsa qui ». Morto il bambino, il racconto della donna mutava: « Forse Fabio lo maltrattava un pochino — ha detto — qualche volta lo ha picchiato, ma senza fargli male; cosi, per gioco, come fanno i bambini gelosi ». Quando il giudice oggi pomeriggio le ha contestato « poca attenzione nella tutela del neonato ». Caterina Salsedo ha ridimensionato il comportamento del figlio di tre anni e ha finito coll'incolpare i medici di « non aversaputo curare il bambino che, dalla nascita, me ne ha fatte passare di tutti i colori ».Francesco Santini Roma. Fabio Di Mimmo e, a destra, il fratello Maurizio

Persone citate: Caterina Salsedo, Claudio Vitalone, Durante, Eugenio Di Mimmo, Luca Di Mimmo

Luoghi citati: Roma, Tivoli, Villalba