La gran febbre di costruire di Nicola AdelfiMauro Vallinotto

La gran febbre di costruire SCANDALI A CATENA NELLA FRANCIA GOLLISTA La gran febbre di costruire Nella Francia di Pompidou la corruzione è grande, ma rappresenta forse lo scotto pagato da una società laboriosa ed efficiente, conquistata dal benessere - E' tutto un immenso cantiere: nella "banlieue" nascono città nuove, con strutture da fantascienza - Oltre l'Arco di Trionfo crescono i grattacieli, che si possono raggiungere in pochi minuti con il "Mètro Express" - Autostrade e centri commerciali rompono l'isolamento della provincia (Dal nostro invilito speciale) Parigi, oltobre. Ogni aiorno porta la sua pena, dice un proverbio francese, e ora lo hanno aggiornato nel scuso che ogni giorno porla alla luce un nuovo seandalo. L'ultimo riguarda due dirigenti di un ufficio fiscale di Parigi che "aiutavano" i contribuenti più facoltosi a compilare la dichiarazione sui redditi: e ora sono in ballo industriali, agenti immobiliari, cineasti, medici, avvocati, anche l'ex ministro Coniti, ottantenne e membro dell'Istituto. Tutte persone mollo note. Anche se in questa faccenda la politica non c'entra, il nuovo scandalo contribuisce a diffondere la sensazione che il marcio stia corrodendo dappertutto nella Francia epicurea di Pompidou. I rami marci A seconda del colore degli oppositori, variano le conclusioni sul piano politico: per risanare la situazione occorre cambiare gli uomini al vertice dello Stato oppure certe istituzioni o infine, lo slesso regime. Ma se sono in molti a rimestare net torbido, Pompidou come si difende? In primo luogo ammonendo il francese medio a diffidare di coloro le cui «narici hanno fremiti di voluttà non appena sentono odori fetidi e si eccitano al pensiero di potere annusare i miasmi delle fogne »; in secondo luogo promettendo al paese che i rami marci saranno individuati e recisi con severità. Tulio sommato, sì può dire clic gli scandali sono molti c seriamente preoccupanti: ma che c'è miche la speculazione politica e un forte piacere popolare, alimentalo ogni giorno dalla stampa, a fiutare miasmi di fogna in ogni centro di potere pubblico o privato, senza amiare troppo per il sottile nel cercar di capire se siano veri, esagerali o addirittura inventati. E ora mancano meno di sci mesi alle elezioni politiche, generali. Intanto, contraddittorio fino a rendersi confusamente indecifrabile appare il comportamento del parlilo dei gollisti, quello di maggioranza. l'Udr; c per un giornalista italiano molte sono le suggestioni a trovare analogie e a fare confronti tra. la francese Udr e l'italiana De. Mi limiterò a dire che nessuno dei due partiti Ila una comune matrice ideologica c si muove nell'ambito d'uno stesso corpo di dottrine politiche: perciò li e qui si trovano affiancati uomini politici ili desini, del centro e di sinistra, colti e incolti, idealisti e maneggioni, spesso divisi da vecchie e astiose inimicizie. La differenza sostanziale tra i due partiti sta nel fatto che, contrariamenta alla nostra De, l'Udr si raggruma intorno a un capo solo: ieri De Gallile, oggi Pompidou. Un capo solo e che in qualsiasi momento può licenziare il capo del governo o il segretario del partito gollista, senza dover dare conto a nessuno delle sue decisioni. Teniamo a mente che in base alla costituzione francese il presidente della repubblica è una specie di sovrano eletto direttamente dai cittadini, che indira, traccia e apre la strada al paese nel presente e per il futuro. De Gaulle non aveva idee economiche precise. Era un uomo dì un'altra epoca e pensava che l'economia francese avrebbe preso inevitabilmente dimensioni mondiali, se l'azione politica avesse' portato la Francia a. diventare una tra le massime potenze della terra. Tuttavia, con De Gaulle, da una parte l'economia perdeva colpi su colpi, e dall'altra le aspirazioni alla grandezza politica restavano sul piano delle velleità. Modello italiano Pompidou ha rovesciato il guanto: egli è convinto che un'economia che cresce bene, rende più importante il posto della Francia agli occhi del mondo, dà tranquillità sociale al paese, invoglia la gente a lavorare di più al fine d'avere più benessere materiale, allarga e dà vigore al ceto amante dell'ordine, estrania dalla società le forze eversive rendendo in questo modo im¬ probabili i pericoli di scop- pi di ribellione analoghi a quello del maggio 19HS. La mia impressione è che la grande maggioranza dei francesi accetta volentieri di vivere in una società dove i consumi aumentano in modo consistente e i servizi sociali migliorano in modo concreto, sotto gli occhi della gente. Gli esperti di qui mi dicono che alla base e all'origine di tutto questo c'è il modello italiano, quello dell'economia mista, che prevede interventi dello Stato — mediante enti come Viri — ti dove l'iniziativa privata non ha interesse, a operare oppure si sottrae agli stimoli della concorrenza assumendo posizioni di monopolio. Gli esperti aggiungono, tuttavia, che il modello italiano è stato in diversi punti ritoccato e complessiva/nenie migliorato, i Un esempio tipico è il ministero per le Infrastrutture, un organismo liberalo dalle tradizionali lentezze burocratiche e dotato di ampi poteri discrezionali per quanto riguarda l'edilizia pubblica e privata, l'assetto dei territori, la costruzione di autostrade, di porti, di vie fluviali, di parchi nazionali, di attrezzature turistiche, sportive e culturali. Direttamente o indirettamente quel ministero mette in moto migliaia di miliardi di lire l'anno; e se un tempo per costruire una autostrada occorrevano mettiamo sette, otto anni, ora ne bastano la metà, anche meno. Cosi è anche per l categorie meno abbienti: il governo anticipa somme considerevoli ai costruttori, e. quando le abitazioni sono collaudate paga subito quel che deve. Sempre al fine di incoraggiare l'edilizia sociale, lo Stato tassa poco i profitti dei costruttori di case a basso prezzo, c viceversa tassa molto coloro che costruiscono appartamenti di lusso. Tanti miliardi In questo permanente turbinio di miliardi, molte sono le tentazioni e le occasioni di brogli per i funzionari del ministero da un lato, gli avventurieri della, politica e della finanza dall'altro. Ma scandali a parte, ora nella Francia si costruisce come non mai. E per lo più si costruisce con l'idea di rendere migliore la qualità della vita, tanto per usare un'espressione di moda. Per esempio, da qualche tempo, sempre con i criteri ispiratori dell'Iri, lo Stato sta aggredendo la periferia di Parigi, la banlieue famosa per lo squallore delle sue case fatiscenti, e per tutto quel che di male fermentava sordamente lì dentro: miseria, promiscuità e prostituzione, vizi e crimini, ignoranza e sporcizia. In quelle zone suburbane sono sorte o stanno sorgendo città nuove, città di centomila o più abitanti, che hanno l'ambizione di migliorare per l'appunto la qualità della vita. A visitare una di quelle nuove città. Créteil. a sud di Parigi, mi ha accompagnato il deputato e sindaco locale, il generale Pierre Billotlr. che fu capo di stato maggiore di De Gaulle e ministro. Di Créteil vi parlerò un'altra volta; per ora dirò solo che li sono andato in giro con un senso di soggezione e di sin pel azione, come se mi trovassi in una città del futuro, tra strutture di fantascienza; e tuttavia mi sentivo in un ambiente amico e piacevole, in un luogo dove parole come «civiltà» o «progresso » suscitano la speranza d'un avvenire che sia più umano, più disteso e più confortante del tempo di qggi. Però, se vi trasferite nella parte opposta di Parigi, nel quartiere della Défense, un po' dopo l'Arco di Trionfo, lì vedete la linea dell'orizzonte seghettata da gelidi grattacieli. Crescono a vista d'occhio. Nelle intenzioni del governo, in quello spazio dovranno essere concentrati quanti più uffici pubblici e privati sarà possibile. E già fin da ora si può raggiungere in pochi minuti il più lontano dei grattacieli mediante il « Metro Express ». Anche questo, il « Metro Express », è una novità voluta da Pompidou: stazioni scintillanti e automatizzate, e gallerie scavate appositamente nel sottosuolo di Parigi per farci passare per l'appunto le nuove linee della metropolitana, i « Mètro Express ». Perciò anche sotto il suolo di Parigi centinaia di cantieri sono al lavoro. In questo modo, la regione urbana di Parigi — otto milioni di abitanti oggi, ma destinati ad aumentare rapidamente — disporrà tra qualche anno di due reti di metropolitana: quella ordinaria, con frequenti tappe, ogni due o tre minuti, e il « Mètro Express » destinalo ai percorsi lunghi e con pochissime fermate, come i nostri treni rapidi. Naturalmente si costruisce intensamente anche fuori di Parigi, in tutti i dipartimenti. De Gaulle non volerà sentir parlare di autostrade, ma Pompidou al contrario vuole che la Francia non sia inferiore né alla Germania né all'Italia in questo campo: non è tuia questione di prestigio, ma una necessità per tenere più uniti i francesi, e la Francia più unita all'Europa. E sono autostrade curate molto bene: sr non hanno la varietà dei paesaggi italiani, un po' dappertutto vedete alberi ornativi e prati tosati all'inglese, aiuole, rosai, alle sculture in metalli inossidabili. Il "bastimento" Si costruisce anche per sprovincializzare la provincia. E' difficile tenere il conto di quanti « centri commerciali» sono stati costruiti ncl'a Francia, perché quasi ogni settimana ne viene aperto uno nuovo. Diciamo solo che presto ogni francese, indipendentemente dal luogo dove abita, potrà raggiungere un « centro commerciale » percorrendo al massimo una quarantina di chilometri. Isolati dalle città e fasciati di verde, questi centri accolgono grandi magazzini, gli stessi di Parigi, supermarket, centinaia di negozi di ogni genere, dalle boutiques ai bazar artigianali, molti caffé, ristoranti, grill room, snack bar, cinema, e vastissimi parcheggi. Di solito restano aperti fino alle dieci e mezzo della sera, e attraggono decine di migliaia di persone ogni giorno specialmente dai casolari di campagna, dai villaggi e dalle cittadine. Sono perciò centri di commercio, di gite, di passatempi e di divertimento, che rompono la solitudine delle campagne, l'isolamento e. la pigrizia provinciale. Con una stessa parola, bàli ment, i francesi indicano sia l'edilizia sia un bastimento; e dice un loro vecchio proverbio che se il bàtimentedìlizia va bene, anche bene va ogni altra cosa in un paese: come se una nave alza tutte le sue vele e avanza sicura e spedita, col vento in poppa. Pompidou ha allargato questo concetto ai settori dell'industria, dell'agricoltura, del commercio e della finanza. In breve ha rianimato l'economia francese, che De. Gaulle teneva in condizioni depresse. Tutto merito suo e dei suoi collaboratori? Diciamo piuttosto che i francesi andavano cercando un Pompidou: un uomo cioè che assecondasse la loro aspirazione ad, avere, un'esistenza più tranquilla, più ordinata e più prospera, dopo trentanni di sconquassi esterni e interni, polìtici, sociali, economici. I comunisti lo hanno capito, e se ne stanno buoni; così fanno anche i sindacati. Fra tutte le parti in causa c'è dunque una tacita intesa a non disturbare la pace sociale e la crescita del benessere. Quanto durerà, solo il tempo potrà dirlo. Per il momento mi par di capire che « la marea nera » degli scandali è come un temporale di marzo; farà guasti, ma non modificherà la tendenza dei francesi a rasserenarsi in una società laboriosa e dove i consumi sono sempre più abbondanti. Nicola Adelfi Parigi. Il centro commerciale di Party, la modernissima città satellite sorta nei pressi di Versailles (Foto Mauro Vallinotto)