Rossellini al Senato con Petri e Antonioni

Rossellini al Senato con Petri e Antonioni L'indagine sull'Ente Biennale Rossellini al Senato con Petri e Antonioni Registi, produttori e critici sono sfilati davanti alla commissione istruzione presieduta da Spadolini - Punti di vista contrastanti sulla riforma dell'ente veneziano, da cui dipende anche la Mostra del cinema (Nostro servizio particolare) Roma, 26 settembre. Registi, produttori e critici cinematografici sono sfilati oggi dinanzi alla Commissione istruzione del Senato, presieduta da Spadolini (pri) per esprimere i loro giudizi e formulare proposte sulla Biennale di Venezia. Dall'Ente veneziano, oltre la grande mostra d'arte figurativa, che si tiene ogni due anni, dipendono anche le tre rassegne annuali del cinema, della musica e del teatro di prosa. La Commissione ha promosso un'indagine conoscitiva prima di discutere la proposta di legge per il nuovo ordinamento dell'Ente presentata dal capogruppo socialista, Pieraccini e da altri senatori del psi. E il Senato deve ora ascoltare grappo per gruppo, gli « esperti » dei vari settori nei quali si articola l'attività della Biennale. Il sen. Spadolini ha dichiarato stasera che l'iniziativa « si sta rivelando molto utile » ed il ritmo serrato con cui l'indagine viene compiuta non ritarderà la presentazione in aula della proposta di legge, prevista per il 10-11 ottobre. Nei giorni scorsi erano stati ascoltati responsabili politici e amministrativi veneti e rappresentanti del personale in servizio all'Ente veneziano. Oggi è stata la volta di registi, produttori e critici. Dinanzi alla Commissione si sono alternati Roberto Rossellini, Michelangelo Antonioni, Elio Petri, Gillo Pontecorvo, Francesco Maselli, Nanni Loy e, in rappresentanza dei produttori, Mario Cecchi Gori e Carmine Cianfarani. Diverse, naturalmente, le posizioni esposte: mentre i produttori si sono dichiarati per un accentramento di potere escludendo, per quanto possibile, gli enti locali dalla Biennale di Venezia, i registi hanno insistito per una maggiore partecipazione di esponenti del mondo artistico e culturale. Secondo Rossellini la Mostra di Venezia dovrebbe essere aperta a tutti, per avere un panorama il più vasto possibile. Ma il regista ha riconosciuto « l'estrema difficoltà di dare indicazioni orientative sui criteri da seguire ». Antonioni ha sostenuto che un Festival come quello di Venezia non può rispondere alle esigenze dell'arte cinematografica: in esso prevalgono richieste di mercato ed aspetti puramente mondani mentre sarebbero necessarie discussioni appassionate e partecipazione popolare di pubblico. A suo giudizio, occorre che a dirigere la Mostra sia chiamata « la persona giusta », al corrente delle diverse produzioni e del loro livello, da scegliere dopo aver magari consultato le associazioni degli autori. Ha aggiunto tuttavia di dubitare « che un festival organizzato dal sistema possa offrire effettivamente un prodotto fruibile dal grosso pubblico e soprattutto dai giovani ». Assai critico è stato anche Elio Petri. Ha chiesto che nel Consiglio direttivo dell'Ente sia aumentato il numero degli esponenti della cultura e dell'arte. « I direttori dei Festival — egli ha detto — dovrebbero essere scelti non in base ai giochi di potere, ma attraverso una oculata selezione ». Ha sollecitato modifiche al nuovo statuto, per fare di Venezia e della sua Mostra cinematografica «un centro di assorbimento e di irradiazione verso tutta Europa degli aspetti più significativi dell'arte cinematografica, portando anche le rappresentazioni a diretto contatto con il pubblico». Per Maselli, Pontecorvo e Loy, che rappresentavano l'associazione degli autori cinematografici (Anaci, non esistono garanzie sufficienti perché l'Ente biennale si trasformi da fatto commerciale in fatto culturale. Hanno sostenuto anch'essi di considerare «discriminante» la struttura del Consiglio di amministrazione, dove gli esponenti delle maggiori organizzazioni professionali e sindacali sono in numero inadeguato. A loro parere deve essere inoltre riconosciuto agli autori il diritto di permettere o meno la partecipazione delle proprie opere. Altra necessità espressa è stata quella che il nuovo statuto offra « un utile terreno di scontro dialettico per esprimere nuovi contenuti democratici »; altrimenti saranno ripetute anche negli anni prossimi le « Giornate del cinema italiano ». Il rappresentante dell'Anica, Cianfarani, ha soprattutto rilevato l'esigenza di un organico rinnovamento dello statuto. Cecchi Gori ha chiesto che negli organi direttivi della Biennale sia prevista la partecipazione anche dell'industria cinematografica. La commissione proseguirà l'indagine conoscitiva do- mani- g. fr. cmciddendc

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