Vigilia al Fondo monetario in un'atmosfera molto tesa di Ennio Caretto

Vigilia al Fondo monetario in un'atmosfera molto tesa Lunedì l'assemblea a Washington Vigilia al Fondo monetario in un'atmosfera molto tesa I lavori, ai quali partecipano 123 Paesi, termineranno venerdì - Gli Usa hanno chiesto le dimissioni di Schweitzer, che intende rimanere fino alla scadenza del mandato - La "novità" della Romania (Bucarest vuole entrare nell'organismo) (Dal nostro corrispondente) New York, 22 settembre. Sono giunte oggi a Washington le prime rappresentanze dei 123 paesi che parteciperanno alla 27" assemblea del Fondo monetario internazionale, in programma da lunedì a venerdì prossimi. I lavori preliminari incominceranno domattina con una conferenza stampa del direttore del fondo stesso, Schweitzer, e si concluderanno domenica sera con la riunione del «Gruppo dei 10», le nazioni più industrializzate. In apertura d'assemblea, è atteso un discorso del presidente Nixon a illustrazione non solo della politica economica e monetaria americana, ma anche della ventilata riforma del sistema internazionale. All'assemblea, rappresenteranno l'Italia il ministro Malagodi, il Governatore della banca centrale Carli e il vice governatore Ossola. Il «Christian Science Monitor» definisce oggi la 27' assemblea del Fondo monetario internazionale «la più importante dal varo del sistema di Bretton Woods». L'autorevole quotidiano individua due compiti principali delle 123 rappresentanze: l'assestamento dopo le scosse impresse dagli Stati Uniti (inconvertibilità del dollaro in oro), dal Mercato Comune (riduzione dei margini di oscillazioni delle parità interne, progetto di banca centrale unificata) e dall'Inghilterra (fluttuazione della sterlina): l'impostazione della riforma del sistema monetario a lunga scadenza, parallelamente a quella dei commerci internazionali. Da notare che l'atmosfera è molto tesa: gli Stati Uniti vi hanno contribuito chiedendo la dimissione di Schweitzer, che intende però restare in carica un altro anno, sino alla fine d.l mandato. E' difficile che dalla 27' assemblea escano sorprese o decisioni cruciali. Per quanto riguarda i problemi immediati, la ripresa del dollaro e il calo del prezzo dell'oro hanno destato un certo ottiìnismo. Gli Stati Uniti si batteranno perché le cose rimangano come sono, e perché vengano semmai rafforzati i diritti speciali di prelievo, quale strumento di riserva. Un gruppo di esperti americani, capeggiato dall'ex ministro del Tesoro Fowler, ha proposto che tutti i pagamenti internazionali continuino ad essere in dollari: in cambio, gli Stati Uniti si impegnerebbero a risarcire i Paesi stranieri in caso di una nuova svalutazione. Per quanto riguarda il lungo termine, pochi credono nell'attuazione di una riforma prima di tre o quattro anni. Gli Stati Uniti condizionano la riforma monetaria a quella commerciale, mentre altri paesi si limitano a dire che sono responsabili della stabilità non solo quanti hanno bilancia dei pagamenti in passivo ma anche quanti l'hanno in eccessivo avanzo. Vi è chi vuole parità fisse tra valute, e chi vuole parità striscianti, che mutino cioè automaticamente a seconda del variare di certi indici (prodotto nazionale lordo, inflazione eccetera). Nel rapporto sulla riforma, il Fondo monetario internazionale ha prospettato solo varie alternative, senza adottare mozioni risolutive, e nel rapporto annuale non ha neppure sfiorato l'argomento. E' lecito aspettarsi battaglia grande tra Usa, Mec e Giappone. Una novità interessante è la domanda della Romania di entrare a far parte tanto del Fondo quanto della Banca Mondiale. La domanda sarà probabilmente accolta, e la Romania diverrà il secondo membro comunista dopo la Jugoslavia. Il senatore Reuss ha proposto al Congresso americano che la «membership» venga offerta anche all'Urss e alla Cina. Difficilmente però i due colossi comunisti sarebbero disposti ad «aprire i libri contabili all'ispezione occidentale», come ha scritto il New York Times. Ennio Caretto

Persone citate: Malagodi, Nixon, Reuss, Schweitzer, Woods