Tre del "22 Ottobre,, ritornano a Genova

Tre del "22 Ottobre,, ritornano a Genova Dal carcere di Bruxelles Tre del "22 Ottobre,, ritornano a Genova Saranno processati coi complici per il sequestro Gadolla, radio Gap e l'uccisione del fattorino Floris - In Belgio, scontano otto anni (Dal nostro corrispondente) Genova, 21 settembre. I tre componenti della banda « 22 Ottobre » detenuti in Belgio (Aldo De Scisciolo, Cesare Maino, Giuseppe Piecardo) saranno «prestati» dalle autorità belghe alla magistratura italiana per il processo (sequestro Gadolla, radio Gap, assassinio del fattorino Floris durante una rapina) che comincerà il 2 ottobre a Genova. I tre, che sono detenuti dal luglio dell'anno scorso nelle carceri di Bruxelles in quanto devono scontare otto anni di reclusione per avere rapinato un cambiavalute e avere tentato un « colpo » in una banca, giungeranno domani sera alle 17,45 a Modane. Al confine saranno presi in consegna dal vicecomandante della mobile di Genova, dott. Arrigo Molinari, il quale provvederà a trasportarli alle carceri di Marassi, dove già si trovano altri dodici complici in attesa di giudizio. La situazione dei tre imputati che domani arrivano dal Belgio non è chiara; neppure i loro difensori conoscono con esattezza le decisini della magistratura di quel paese. Si ignora infatti se De Scisciolo, Maino e Piecardo siano stati « prestati » alla magistratura italiana per il processo, al termine del quale perciò dovranno tornare in carcere a Bruxelles e scontare la pena per poi essere estradati in Italia (e restare in carcere per il tempo che sarà eventualmente stabilito dalla corte di assise). E' corsa infatti la voce, non confermata neppure negli ambienti giudiziari, d'un condono concesso ai tre detenuti dallo Stato belga. Dopo gli interrogatori ri. tualii che i tre subiranno in ] carcere, e dopo che la polizia potrà esaminare i docuj menti di accompagnamento, si potrà conoscere la verità. Il tre non hanno il ruolo di I semplici pedine nella sanguiI nosa e complessa vicenda del l « 22 Ottobre ». Parteciparono I infatti al rapimento di Sergio Gadolla; anzi, De SciscioI lo si trovava al volante dell l'auto sulla quale fu caricato il giovane la sera del sej canestro: poi collaborarono, sia pure non come protago| nisti, alla rapina dell'Istituto ì delle Case Popolari, quando Mario Rossi uccise il fattorino Alessandro Floris. I tre, però, dopo il tragico epilogo della rapina, visto che i loro complici cadevano nelle mani della polizia, sentendosi perduti, fuggirono attraverso vari Stati. Prima si recarono in Francia, ma si sentivano braccati dall'Interpol che stringeva le sue maglie intorno a loro. Sconosciuti nell'ambiente della « mala » che non voleva avere a che fare con loro per evitare guai maggiori con la polizia del proprio paese, furono costretti a vendere le proprie auto per vivere e per acquistare i biglietti della nave che li avrebbe portati in Sud-America. Il denaro del riscatto di Gadolla, 200 milioni, si era nel frattempo volatilizzato: 100 milioni erano rimasti nelle mani di Diego Vandelli, l'uomo più abile del gruppo, il quale non ne ha mai rivelato il nascondiglio. Nell'estate del 1971, fallita l'avventura sudamericana, i tre superstiti della banda si ritrovarono in Belgio: ma la loro organizzazione non funzionava più. Tentarono di rapinare una banca, ma il colpo fallì e De Scisciolo, Piecardo e Maino evitarono a stento la cattura. Poi riprovarono con un cambiavalute. Una rapina modesta che doveva portare la polizia belga all'identificazione degli autori e al loro arresto. In corte di assise furono condannati a 6 anni di carcere, la corte di appello di Bruxelles aggravò la pena, portandola a otto anni. Poi, per i tre cominciò una difficile battaglia legale al fine di evitare l'estradizione o almeno il processo in Italia, dove rischiano una pena maggiore. Accennarono anche a un tentativo di richiesta di asilo politico, ma il ruolo di « perseguitati » mal si adattava loro; perciò, dopo una serie di richieste e scambi di documenti a tutti i livelli, De Scisciolo, Maino e Piccardo domani torneranno in Italia. p. 1.