Banditi uccidono il custode d'una fabbrica che non cede le buste-paga degli operai

Banditi uccidono il custode d'una fabbrica che non cede le buste-paga degli operai Alle ore 14 in uno stabilimento del Bergamasco Banditi uccidono il custode d'una fabbrica che non cede le buste-paga degli operai Ferito un altro dipendente della ditta - L'ucciso aveva 48 anni ; il ferito 23 - Prima l'uno, poi l'altro, hanno tentato di opporsi ai due rapinatori che hanno fatto fuoco Gli assassini sono fuggiti senza bottino - Nelle buste-paga c'erano soltanto assegni (Dal nostro corrispondente) I lBergamo, 20 settembre. II custode di uno stabilimento è stato ucciso a colpi di rivoltella e un altro dipendente della ditta ferito gravemente da due banditi mascherati che hanno tentato una rapina alla « Radicifil » di Casnigo di Val Seriana. La rapina, sventata dal coraggioso guardiano, anche se fosse riuscita non avrebbe fruttato nulla ai banditi. Il loro obiettivo erano le buste paga, ma non sapevano che la retribuzione ai 500 dipendenti dello stabilimento da questo mese viene fatta con assegni che essi non avrebbero mai potuto incassare. La vittima è Guido Gualdi, 48 anni, ed era occupato presso lo stabilimento in qualità di guardiano. Il ferito, che lavora nella stessa ditta, è un genero del Gualdi: si chiama Angelo Merelli ed ha 23 anni. E' stato colpito da due proiettili al capo e ad una gamba. Ricoverato all'ospedale di Gazzaniga, le sue condizioni non destano preoccupazione. La sanguinosa rapina è avvenuta nel primo pomeriggio. Una « Giulia Junior » di colore chiaro è stata vista dall'operaio Natale Lanfranchi, di 32 anni, entrare nel cortile della tessitura « Radicifil », di proprietà di Paolo Radici. Dalla vettura sono scese due persone armate di pistola e con il volto coperto da calzemaglia. I due si sono diretti verso la.portineria nella quale si trovavano il Gualdi ed Angelo Merelli. Su un tavolo del locale c'era un pacchetto con 200 buste paga che i dipendenti della ditta avrebbero ritirato al termine del turno di lavoro. All'intimazione « Fuori i I soldi », il Gualdi ha risposto con un invito: « Non fate i sciocchezze ». E' iniziato allora, tra il bandito e il guardiano, un dialogo teso: l'uno a chiedere i soldi, l'altro a dire che non ce n'erano. Angelo Merelli, sorpreso nella guardiola dall'ingresso dei due banditi, ha fatto un disperato tentativo per andare a chiamare aiuto, ma la sua fuga non è riuscita: uno dei due banditi gli si è lanciato dietro e lo ha steso a terra con un colpo alla testa, inferto con il calcio della pistola. In quel momento, all'interno della guardiola, il dramma era giunto alla conclusione: il bandito, stanco di insistere, si è guardato in giro, ha visto sporgere da un cassetto semiaperto alcuni mazzetti di buste paga ed ha allungato la mano, impadronendosi di una quarantina di buste. Il guardiano gli si è gettato addosso, impegnando una colluttazione, ma il bandito, freddamente, gli ha scaricato addosso cinque colpi di pistola. Guido Gualdi si è accasciato a terra moribondo. Franco Angelo Merelli, che si stava riprendendo dal colpo alla testa, si lanciava a sua volta sul bandito. Ma neppure il tentativo del giovane ha avuto successo: ha percorso un metro, poi è caduto a sua volta, con un proiettile nel ventre, sparatogli contro dal secondo bandito, quello che lo aveva atterrato poco prima. A questo punto, però, lo stabilimento era ormai in al- cmI ] j | i j J I larme e alcuni operai, affac-1 I i ciatisi alle finestre, hanno ten tato di formare, i banditi lan-1 ciando oggetti vari. E' stato mutile: pur ammaccata, l'Alfa 1750 è riuscita ad allontanarsi, imboccando la strada che porta in Valle Seriana. Un coraggioso automobilista, Andrea Franchina, che stava sopraggiungendo e che I aveva visto i due uomini mascherati balzare sulla macchina, ha fatto scendere rapi- j damente la moglie e il figlio dalla sua « 850 » ed ha lanciato l'auto contro la vettura dei banditi, ma senza riuscire a fermarla. Più tardi i carabinieri, nel corso di ricerche effettuate nella zona, hanno compiuto quattro fermi di giovani colti in atteggiamento sospetto. Guido Gualdi, il guardiano ucciso, era suocero di Paolo Radici, proprietario dello stabilimento. L'azienda ha diramato in serata un comunicato in cui promette un compenso a chiunque sarà in grado di fornire ai carabinieri informazioni utili all'identificazione degli assassini. Circa mezz'ora prima della rapina di Casnigo, un bandito solitario ha tentato una rapina alla sede della filiale della Banca di credito bergaI masco di Gorno, in Val del ] Riso. La filiale era già stata « visitata » dai rapinatori il 15 j novembre dello scorso anno ed il « colpo » aveva fruttato tre milioni e mezzo. Questa volta, però, il rapi-1 natore è stato sfortunato perché nel frattempo è stata installata una barriera protettiva di vetro a prova di proiet| tile. Quando il rapinatore è i entrato ha cercato di abbatj tere il vetro per poter arrafJ fare le banconote poste nel I cassetto della cassa (col braccio infilato nello stretto spazio disponibile non vi riusciva), ma inutilmente. Il direttore, rag. Angelo Buttironi, è riuscito ad azionare il congegno d'allarme ed all'udire la sirena il rapinatore, in preda al panico, è fuggito a bordo di un'auto rinvenuta poi in serata su una strada di montagna di Goro. . ;:, I j Bergamo. Guido Gualdi e Angelo Merelli, ferito (Ansa)

Luoghi citati: Bergamo, Casnigo, Gorno, Goro