Il critico va al cinema
Il critico va al cinema Il critico va al cinema Responsabilità sociali e culturali della critica cinematografica ( Quaderno del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani), Ed. Marsilio, pag. 66, lire 800. Non sono molti anni che l'ufficio del critico cinematografico era considerato una sinecura, un modo privilegiato e invidiato di andare a! cinema evitando il botteghi no- ^n poco di gusto, un po co di raziocinio: non si ehie deva di più. Donde resela mazione filistea (di tipo ellit tico): «Beato lei che vede tanti film (senza pagare)! ». Ma ora le cose incominciano a cambiare. Il cinema è andato avanti, si è assottiglialo, presume ormai, nel meglio dei suoi prodotti, una coscienza artistica civile politica, latente in tutti ma sviluppata in pochissimi. E correlativamente ii fa largo il concetto d'una critica cinematografica che sia mediatrice delle nuove esigenze, col rischio, se così non fa, di restare un pensum, un compito pubblicistico sbrigato sulle prime impressioni. Lo stesso pubblico più ritardato, ma assuefatto ai mass media, s'aspetta che qualche altro ipeli le gatte per lui: e chi può essere questo « qualche altro » se non il nuovo critico cinematografico concresciuto col cinema stesso? Purtroppo il processo di adeguamento tra cinema e critica (sotto gli occhi severi dei pubblico che aspetta) ha ricevuto bensì l'avviata ma è ben lontano dall'essere concluso: e troppi sono ancora i critici cinematografici che impigliali nell'equivoco tra « discorso filmalo » e « discorso filmico » (Argan), vanno a rimorchio di quei film cui dovrebbero invece aprire la strada. Ciò si rileva, per notazioni lucidissime e spesso impietose (come vuole l'intelli- genzu), da questo Quaderno che comprende il fiore degli interventi (Adelio Ferrerò, Sergio Frosali, Ernesto G. Laura, Italo Moscati e Giorgio Tinazzi), avutisi nel convegno di Perugia del Sncci: un volumetto non solo di notevole importanza propedeu- tica. dando il via a problemi quali « La critica e l'organiz- ì zazione del pubblico », « Ve- j rifica dei poteri della criti- j ca cinematografica», « Ipotesi per una politica culturale » ecc., e di stregata lettura per le sue acuità verbali, ma anche di vivo interesse per1 chiunque porti amore a un cinema moderno, liberato, an-1 che nell'esegesi, da nocive in- ! fluenze esteriori, da sorpassa- j ti schematismi e pregiudizi.1 Lasciando poi di dire che è diffusa in tutti, perché tutti siamo un po' critici come sia- mo un po' medici, la curio-sita per l'« animale critico » e per ii come si muove o do-vrebbe muoversi nel campo assegnatogli. 1. p.
Persone citate: Adelio Ferrerò, Argan, Ernesto G. Laura, Giorgio Tinazzi, Italo Moscati, Sergio Frosali
Luoghi citati: Perugia
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