Viaggio nella mafia di Enzo Biagi

Viaggio nella mafia la cronaca della televisione Viaggio nella mafia La prima puntata del programma "Thrilling" di Enzo Biagi Questa sera "Tutte le domeniche mattina" con Endrigo Il sexy tedesco nei telefilm del "Premio Italia" o t a o a a e — o a, mno ennla e a ga e me om è aiaa ave neprt ti la o i ta o. ota li I lettori de La Stampa avranno trovato nella prima puntata di Thrilling, il programma di Enzo Biagi andato in onda ieri sera sul « nazionale », molti motivi in comune con gli articoli che lo stesso Biagi va pubblicando sul nostro giornale. Anzi, uno dei pezzi forti della trasmissione è stato l'incontro con Maria Doto Olmo, figlia di Joe Adonis, incontro che proprio ieri mattina è stato descritto da Biagi in terza pagina con il titolo « Patriarca in esilio ». Potrebbe essere curioso stabilire un raffronto tra il giornalismo scritto e il giornalismo filmato. Ma qui non è agevole farlo in quanto l'intervista a Maria Doto, in tv, era solo una delle tante sequenze di una puntata mentre su La Stampa è stato l'argomento centrale di un articolo di due colonne e mezzo, e quindi assai più completo e approfondito. Comunque, poiché la tv offriva le immagini (di Adonis, di sua figlia, della sua permanenza in America e del suo esilio nelle Marche), i due servizi si integravano perfettamente, con reciproco vantaggio. Ma torniamo al programma: che in questo suo avvio è stato un viaggio drammatico nell'interno della mafia italo-americana (non nuovo, ripetiamo, per i nostri lettori, ma ora — come dire? — illustrato). C'erano tutti, consegnati ai posteri da spezzoni di documentari cinematografici: Al Capone, Lucky Luciano, Albert Anastasia (quello fulminato a colpi di mitraglia sulla poltrona del barbiere), Frank Costello e Vito Genovese che pare abbia ispirato a Mario Puzo la figura di Don Vito Corleone de Il padrino. C'erano tutti, grassi, magri, in gioventù e in vecchiaia, con la lobbia e i capo scoperto, con l'occhio di sfida e con lo sguardo trincerato dietro lo scintillio di paterne lenti, liberi e ammanettati, u rella impressionane . . .ani e di oriundi italiani che in America « si sono arrangiati » e sono diventati « uomini d'affari ». Enzo Biagi sa sempre come prendere il pubblico. Ha costruito questa prima puntata con la consueta abilità di giornalista e di narratore, attento a dosare insieme informazione e « spettacolo », che è poi la formula sicura in tv: ha unito cioè brani di repertorio (alcuni rari o addirittura inediti) a interventi personali, tendenti a fornire dati sulla criminalità ad altissimo potenziale che è sempre esistita in America e sui delitti della mafia, e a interviste tutte di notevole interesse: da quella già citata alla figlia di Adonis a quella ad un parroco di Bronx, padre Gigante, che nega l'esistenza della mafia e tesse un accorato e convinto elogio di Vito Genovese, dalle dichiarazioni di Gay Talese, autore di « Onora il padre » (che ha ricordato come fosse difficile per un italiano emigrato riuscire a sfondare con mezzi leciti e come molti dei grandi pionieri americani, possessori d'immense fortune, fossero stati dei malfattori e dei delinquenti) alle confidenze di una biondona cinquantenne in salsa piccante, Liz Renay, spogliarellista di vaste esperienze, amica di Anastasia e di Costello. Il programma, che durerà per altre cinque puntate, si occuperà oltre che di mafia italo-americana, anche di spionaggio, del commercio delle armi e dell'arruolamento di mercenari. Per il titolo da giallo, Thrilling, e per il contenuto che è effettivamente, realmente giallo, il successo popolare è dato per scontato. * * Sul secondo canale, per ingannare il tempo in attesa di Giochi senza frontiere in Eurovisione, sono state trasmesse due amabili farse con Stan Laurei e Oliver Hardy che avranno sollazzato adulti e bambini. Pure la gazzarra di Giochi senza frontiere (giunti alla conclusione! avrà tenuto svegli i bambini. E' ima baraonda che dicono piaccia enormemente alla platea infantile. * * Stasera sul « nazionale » Tribuna politica (dibattito dcpci) e la manifestazione ca¬ nngtoslamrnleqogdddrpusqccicspcgplclopécpntcnnora Fcstivalbar 72. Sul « secondo » esordio di Gulp!, rubrica di fumetti e alle 21,30 circa il film di Carlo Tuzii Tutte le domeniche mattina con Sergio Endrigo, presentato al Festival di Venezia. Radio: sul « nazionale » alle 20,20 Quando la gente canta, folk italiano e alle 23 e 10 Trio Ferraresì-Filippini-Cani?io (musiche di Dvorak); sul « secondo » alle 20,50 Supersonic; sul « terzo » alle 17,35 Appuntamento con Nunzio Rotondo e alle 19,15 Concerto di ogni sera (Schubert e Satie). u. bz. I telefilm a Torino (u. bz.) Dopo aver esaurito la rassegna delle produzioni musicali (diciotto trasmissioni in gara, assente l'Italia: ma di questi diciotto balletti, molto facilmente non ne arriverà nemmenn uno sui nostri teleschermi perché il genere, da noi, non è gradito), ieri il Premio Italia, che si tiene, com'è noto, nel palazzo Rai di via Verdi, ha cominciato a sgranare il repertorio delle cosiddette produzioni drammatiche, ossia di telefilm. Anche qui, una domanda: quanti di questi telefilm, che ora vengono visionati da una giuria internazionale formata da funzionari dei vari enti radiotelevisivi, saranno ospitati dal video nostrano? Perché le rassegne del Premio Italia possano destare nel pubblico un'attenzione e una curiosità simili in qualche modo a quelle che suscitano le pellicole presentate in un festival cinematografico, bisogna che il pubblico sappia di certo che entro una settimana, due settimane o un mese, tutti i pezzi gli saranno offerti nel corso di uno speciale programma (possìbilmente non piazzato sul « secondo » dopo le 23). Se la gente non è sicura di questo e, invece, ha la sensazione precisa che le opere del Premio Italia siano per tre quarti riservate a una élite intellettuale e burocratica di addetti ai lavori, non può provare verso la solenne manifestazione che la più totale indifferenza ed il più completo disinteresse. Cosa dobbiamo raccontare, noi? La trama di telefilm che abbiamo visto in quattro gatti? Non ne vale la pena. Il momento che saranno messi a disposizione della normale platea di milioni di persone, ce ne occuperemo a fondo. Delle produzioni di ieri accenneremo soltanto ad una, per ragioni particolari. Sì tratta del lungometraggio della tv tedesca La fiera dei desideri realizzati di Franz Peter Wirth, un regista sconosciuto anche in Italia. L'aitante protagonista della storia si spoglia di continuo, esibendo ora uno slip rosso, ora uno verde, ora uno candido. Vi sono numerosi approcci con donne, baci furibondi, svariati toccamenti. L'aitante di cui sopra compie le seguenti azioni erotiche: butta una ragazza su un tavolo e cerca di violentarla; esplora una signora seminuda aprendole la vestaglia: avvinghia — in assenza del marito — un'altra distinta signora e si rotola con lei sul tappeto del salotto; fa il bagno, nudo, con una terza signora, nuda (e ben visibile in ogni dettaglio); infine riesce a violentare la prima ragazza stracciandole l'abito, scoprendole il seno e sbattendole più e più volte la testa sul pavimento. Ne abbiamo parlato perché è piuttosto improbabile che La fiera dei desideri realizzati venga trasmessa dalla tv italiana.