"Ritorno,, della scherma di Carlo Filogamo

"Ritorno,, della scherma Solo Ungheria e Urss ci precedono "Ritorno,, della scherma (con la Ragno e gli sciabolatori) (Nostro servizio particolare) Monaco, 11 settembre. La scherma Italiana esce a testa alta dai Giochi. Dopo dodici anni di eclisse, sopravvenuta al fulgore di Roma '60, essa è tornata a dare U proprio contributo prezioso di medaglie d'oro allo sport olimpico (ora sono 26, oltre alle 25 d'argento e 16 di bronzo). Per merito quasi esclusivo di Antonella Lonzi Ragno nel fioretto femminile e dei moschettieri della sciabola Maffel, Kigoll, Mario Tullio e Aldo Montano, oltre a Salvadorl (il torinese ingiustamente privai» della medaglia d'oro, riservata ai soli finalisti), slamo saliti al terzo posto nella classifica generale per Nazioni, che si continua a compilare in contrasto con gli ideali moniti utopistici del barone De Cittì in-ri i 11. Senza le disavventure — anche arbitrali — di Manti, il quale ha visto volatilizzarsi in modo quasi rocambolesco l'oro e le altre medaglie, senza quelle in misura minore del torinese Granlerl e del quartetto femminile, avremmo forse riconquistato clamorosamente lo scettro mondiale. E' toccato Invece all'Ungheria bruciare sul traguardo l'Urss, al termine di una lotta accanita ed incerta protrattasi fino all'ultimo atto, allorché l'operazionesorpresa iniziata già al Messico è andata In porto grazie al duplice colpo magistrale di Fenyvesl e del suol poderosi compagni della spada, degni emuli degli scabolatori d'un tempo. A «parità aurea» con i magiari, grazie allo sciabolatore Sidlak ed alle Intramontabili fiorettlste, l'Urss ha visto dimezzato il proprio argento e non le è bastato un bronzino ad evitare 11 cammino del gambero. Avanza invere la Polonia, dulia scelto quale terra di conquista li fioretto, modernizzato e reso quanto mai incisivo dal suol giovani, affiancati da un Woyda In stato di grazia. 1)1 delusione in delusione è passata la Francia, partita forse con 11 piglio troppo guascone del fiorettisti, 1 quali hanno soltanto rimediato due terzi posti, oltre all'ar¬ gento dello spadista LadegalUeric. Con la Svizzera (argento nella spada) e la Romania (bronzo nel fioretto femminile) si chiude la graduatoria delle setti- Nazioni che hanno partecipato ni dovizioso nani lutto di Olimpia. E' doveroso ancora citare le egregie prestazioni della Germania, del Giappone, di Cuba e della Svezia, che figurano fra le sei classificate nell'una o nell'altra specialità. Salvo rare eccezioni, sono state queste le Olimpiadi del trentenni e ultra, parecchi al coronamento della loro prestigiosa carriera. La scherma sembra ritardi troppo a mettersi al passo con le discipline sportive che fan largo ai giovani, forse perché ti fattore atletico conta meno di quello tecnico e psichico, che matura con l'età. Ciò vale pure per l'Italia, dietro la cui aurea facciata di Monaco le fondamenta continuano ad essere vacillanti, senza quel sostanziali progressi quelifativi che diano liete prospettive per Montreal '76. Fiorettisti e spadisti — Granlerl a parte — hanno miseramente fallito, forse per una errata preparazione a Frascati; svettiamo nella sciabola anche per 11 sagace indirizzo assimilato dal maestri ungheresi, ma dietro i «magnifici cinque» c'è 11 vuoto o quasi; nel settore femminile, dopo il canto del cigno della Ragno, il probabile addio alla scherma della Masciotta. Quando anche lei si ritirerà, cosa ci rimarrà, oltre alla rivelazione torinese Colllno? Svaniti I fumi inebrianti del successo, c'è da rimboccarsi dunque ie maniche onde operare affinché Monaco non resti soltanto una pagina di gloria ma diventi un trampolino di lancio verso la totale, auspicata rinascita In tutte le armi. Carlo Filogamo

Persone citate: Aldo Montano, Antonella Lonzi, De Cittì, Manti, Mario Tullio, Masciotta, Ragno