Criticata la politica monetaria inglese di Renato Proni

Criticata la politica monetaria inglese Dalla stessa Banca d'Inghilterra Criticata la politica monetaria inglese L'Istituto centrale ha avvertito il governo che in futuro dovrà essere maggiormente contenuta l'inflazione - L'andamento economico (Nostro servizio particolare) Londra, 11 settembre. La Banca d'Inghilterra — nel suo bollettino trimestrale — Ita avvertito il governo e la nazione che il primo obiettivo economico, per il prossimo futuro, deve essere il contenimento dell'inflazione, che è già giunta ad «un livello inaccettabile». L'analisi della Banca centrale inglese appare critica della politica monetaria perseguita dal governo. Essa fa notare che negli scorsi 12 mesi, la base monetaria è aumentata del 20 per cento e nel secondo trimestre di quest'anno del 30 per cento. A questo livello di espansione della base monetaria, corno insegna Milton Friedman. l'inflazione è destinata ad avanzare. Tuttavia, il governo britannico è stato costretto a seguire questa politica (unendola a classiche misure keynesiane dì alleggerimento fiscale) per espandere l'economia nazionale, che languiva ad un tasso di sviluppo del 2 per cento annuo, e per cercare di risolvere il problema politico e sociale della disoccupazione che aveva toccato un milione di unità. Ora, sostiene però la Banca d'Inghilterra, l'economia si sta espandendo e perciò è necessario dare la priorità al controllo dell'inflazione. La banca afferma, inoltre, che la promessa del governo di riportare la sterlina su una parità fissa e la sua successiva stabilità «sarà pjù facile se ci saranno maggiori prospettive di una marcata e duratura moderazione nel tasso di aumento dei prezzi e dei costi all'interno del Paese». In atte sa, tuttavia, di una eventuale (ma poco probabile) politica dei redditi, la Banca d'Inghil terra è favorevole alla fluì Inazione della sterlina. La fluttuazione stessa, con la conseguente svalutazione- effettiva della moneta inglese del 6 per cento, ha contribuì to, però, all'inflazione. Il tasso di aumento dei prezzi, attualmente, si aggira tra il 7 e l'i per cento, ma nel 1970 e nel 1971 è stato ancora più alto. L'aumento dei costi industriali, in 5 anni, ha già provocato una svalutazione della sterlina del 14 per cento (nei 1967) e l'attuale fluttuazione (con una svalutazione pratica del 6 per cento). Se il governo non riuscirà a contenere l'inflazione, le industrie britanniche perderanno presto quel margine di competitività che avevano acquistato sui mercati esteri. Il governo inglese — per motivi politici — non troverà facile dare retta alla Banca d'Inghilterra sulla priorità della lotta anti-inflazionistica, mentre nel Paese ci sono ancora 900 mila disoccupati. Le autorità inglesi preferirebbero arrivare ad una forma di accordo con i sindacati e la Confindustria per limitare gli aumenti dei salari. Renato Proni

Persone citate: Milton Friedman

Luoghi citati: Londra