Paola Pigni nella terribile finale dei 1500

Paola Pigni nella terribile finale dei 1500 Record nel decathlon del russo Avilov, m 8,34 in lungo dell'americano Williams Paola Pigni nella terribile finale dei 1500 Oggi l'azzurra contro la fortissima Bragina e le altre più forti spécialiste - Il primatista del mondo eliminato per una caduta nelle batterie dei 1500 maschili - Il cuneese ha vinto in 3*44" la sua gara e ritorna oggi in semifinale - Qualificato anche Del Buono (Dal nostro inviato speciale) Monaco, 8 settembre. Quando Jim Ryun è cadu- ' Ito- inciampando nelle gambe : \ di Fordjo^r del Ghana al pe.\ nultimo giro della quarta bat-! ateria dei 1500 metri, i giorna- : listi americani in tribuna han- no lanciato un grido pieno \ cdi dolore e di rabbia. Nella ; mgiornata delle polemiche su ì tColteti e Matthews, con tre misere (per loro) medaglie d'oro in tasca nella disciplina più importante dei Giochi, l'eliminazione di Ryun è stata una botta durissima. Per il resto del mondo l'Olimpiade ha perso uno dei suoi protagonisti più attesi, anche se in quei due giri di pista Jim non aveva certo impressionato per facilità di corsa, per loro il dramma è doppio, sono possibili vittorie che sfumano, vuol dire vedere an| dure avanti l'Unione Sovietica i e lu Germania Est. Nella ca- a1gndttilaC1 duta di ryun _ un inciden. | te banale, da principiante — i c'è tutto il momento amerò I di una rappresentativa arri i vata a Monaco con la conviti i zi0Tle dl spaccare il mondo, e Posla ora di tronte ad una Ryun si e rmlzato serie di insuccessi. manca- j I ratto 500 metri esatti al tra gmrdQ Aveva picchiato con \ tro u bordo in cemeni0 della piste, il fianco gli duoleva.\ \FordjOur era anche lui an- I coro sul tartan con le gambe \ I infilate tra le sue. « Gentle I man Jim ». come lo chiamano 1 I gli americani, si è guardato [ i intorno smarrito come se si \ fosse svegliato da un brutto j | sogno Ma era la realtà: da-1 j vanti gli altri se n'erano già 1 andati, con Keino che aveva ; allungato il suo passo da leo | pardo in perenne agguato. . ! Ryun si è scosso, è partito in \ un inseguimento senza speranza che l'ha portato a « finire » ancora in 3'51", malgrado tutto il tempo perduto. Una specie di giro d'onore con il groppo in gola, il suo. mentre subito dopo l'arrivo Keino gli si faceva incontro Quasi per chiedergli scusa. per dirgli che lui si sarebbe anche fermato, ma gli altri n™ U avrebbero attesi, E' U destino amaro di un campione che — paradossal mente — se non avesse iscrit t0 nel '67 U suo nome in vetta alle graduatorie mondiali dei 1500 metri (3'33"1) e del miglio (3'51"3) non sarebbe nessuno, visto che in un modo o nell'altro è sempre « saltato » in tutte le gare importanti. Da stasera comunque il suo nome, nella storia dell'atletica mondiale, è situato a fianco di quello di Ron Clurke, l'uomo-record sempre sconfitto nei confronti diretti. Ryun ci teneva molto a questa Olimpiade. Anche se i tecnici americani più disincantati sostengono che l'atleta abbia ripreso a gareggiare nel '71, più per riavere la borsa dì studio che pensando alle Olimpiadi di Monaco, adesso Jim si era convinto di poter dire ancora la sua parola. Distrutto in Messico nel 1968 da Jipcho, il quale da fedele gregario aveva aperto la stra- da della vittoria a Keino, Jim Ryun aveva detto « basta alle- tica ». Due anni di anonimato,con qualche notizia su di lui solo per il matrimonio, il 18 gennaio del '69. La nascita di un figlio, l'inizio dell'atti- vita di fotoreporter per il « Capital Journal » di Topeka, fasi di una vita che sembrava portarlo sempre più lontano dalle piste. Poi, nel novembre del '70, le prime avvisaglie: « Jim Ryun ha ripreso, corre già 25 chilometri al giorno in allenamento ». Ha dovuto scendere da 88 chili a 79 prima di poter iniziare la parte più specifica della preparazione, ha dovuto vìncere una febbre del fieno che lo distruggeva ad ogni prima vera, e poi un grave esauri mento portato da un improv viso calo dei globuli rossi, II 22 gennaio del '71 ha dispu tato la sua prima gara, da allora aveva ripreso fiducia, La lunga strada della ripresa ha avuto il suo culmine il 9 luglio scorso, quando vinse i 1500 metri delle selezioni Usa per Monaco in 3'41"5, prendendosi la rivincita su Wottle che l'aveva dominato negli 800. Ecco ancora altre speranze, non sapeva che tutto sarebbe finito con una sciocca caduta, un errore davvero incredibile. Pensare che la giornata si era iniziata bene per gli americani che piazzavano i loro tre uomini al primo, secondo e quarto posto nelle qualificazioni del lungo. Williams (m 8,34) e Carrimgton (8.22) si sono segnalati per le loro misure eccezionali mentre Rovinson ha saltato « solo » 7,99. Vittime illustri in questa selezione, il sovietico Tes Ovanesian e il recordman europeo il tedesco I Schnarz. Arese, che come Ryun cercava una misura di se stesso all'esordio sulla scena olimpica, è stato anche lui in coda, ma con un metro di spaziò da chi lo precedeva. E' andato via sciolto, l'azzurro, attento a non perdere il passo, ma soprattutto a non prendere spinte e chiodate. E poi, con un ultimo giro in progressione, è andato via a tutti vincendo facile facile la sua batteria in 3'44", ritmo molto blando all'inizio ma per il vincitore un efficace 53"4 all'ultimo giro. E' stato il miglior finish nelle sette batterie odierne che hanno fatto vittime illustri, a partire da Ivanov (il sovietico che stracciò Arese a Torino in giugno), al tunisino Guettaya che sconfisse Franco ai Giochi del Mediterraneo l'anno scorso, all'inglese Kirkbride, al giamaicano Dyce che precedette il cuneese nelle ultime indoor americane. Dei qualificati, solo Keino e Vasaio hanno impressionato, altri hanno già dovuto tirare il collo dove Arese è andato 1 via sereno, facendo risorgere | ' nuove speranze. E nelle seI mifinali di domani ci sarà anche Gianni Del Buono, finito quinto nella batteria della sfortuna di Ryun e della vittoria di Keino, ma ripescato in quanto fra i migliori tempi dei non qualificati come piazzamento. Per Arese nessuna illusione, domani le semifina,li saranno già un impegno diverso, ma stasera Franco è rientrato al villaggio con la convinzione di poter ancora giocare le sue carte. Dalla primavera sia Arese che Tino Bianco pensano che sui 1500 metri delle Olimpiadi — tre gare in tre giorni, batteria, semifinale e finale — peseranno in modo decisivo le capacità di recupero a sforzi ripetuti consecutivi. Il campione d'Europa si è preparato ad assorbire bene questa serie di fatiche, e oggi non ha certo speso molto, è arrivato quasi fermando e con un filo di sorriso sulle labbra. E' bello ritrovare fiducia proprio sulla pista delle Olimpiadi. Nella giornata, due sole finali. La tedesca Est Anneliese Erhardt ha vinto senza patemi i 100 ostacoli femminili, il sovietico Nikolai Avilov, ventiquattrenne studente in legge di Odessa, si è imposto nella gara delle gare, il decathlon, portando il record mondiale dello statunitense i Bill Toomey da 8417 a 8 mila i 454 punti. Una competizione i drammatica, ricca di cedii menti e resurrezioni, conclusa \ 1 dalle durissime « serie » dei \ 1500 metri, che hanno visto I gli atleti, al termine di due | giorni di prove, crollare, al suolo stremati. E mentre Avilov si difendeva nella gara di fondo, massacrante per un gigante di un metro e novanta, per 86 chili di peso, più forte che agile, il connazionale Litvinenko saliva dall'ottavo posto alla medaglia d'argento, dimostrandosi il miglior del lotto nella corsa lunga. Magnifica la serie di Avilov: 11" netti sui 100 metri, 7,68 nel salto in lungo, 14 metri e 35 centimetri nel getto del peso, 2.12 nel salto in alto, 48" e 5 sui 400 metri nella prima giornata, e oggi 14"3 sui 110 ostacoli, 46,98 nel lancio del disco, m 4,55 di asta, 61,66 nel giavellotto, quindi 4'22"8 nei millecinque. Un atleta magnifico, un'altra botta per gli statunitensi, che hanno perso anche il record del mondo. Bruno Perucca SibìdsnlLacflscCrrBsaidtvsudldAOn— I 1 ' I Monaco. Kcino cerca di consolare Ryun dopo la caduta. A destra, l'arrivo di Arese sul belga Mignot e il tedesco Tuemmler (n. 404) (Telel'oto)