Spitz "pigliatutto,, 7 medaglie

Spitz "pigliatutto,, 7 medaglie Ieri ha conquistato l'ultimo titolo ancora a tempo di record Spitz "pigliatutto,, 7 medaglie II fenomenale nuotatore ha contribuito con la frazione a delfino al successo della staffetta mista statunitense - II nuovo limite mondiale è di 3'48"2 - Le gare di nuoto si sono concluse con altri tre primati degli americani: Karen Moe (200 farfalla), Melissa Belote (200 dorso) e Mike Burton (1500 stile libero) (Dal nostro inviato speciale) Monaco, 4 seti ombre. Mark SpiU c stato buon profeta, olire che campione grandissimo. Si porta a casa sette medaglie olimpiche, tutte d'oro, come aveva promesso con orgogliosa sicurezza, si merita il (itolo di Tarzan degli Anni Settanta, imbattibile e affascinante come quel Johnny WeissfnuHer che regalò al nuoto il primo personaggio da mito sportivo. «Les .ieux olitnpiques ont leur flieui). scrivono ora i giornali francesi, sottolineando come il « dio delle piscine » abbia cancellato fino a questo punto dei Giochi qualsiasi auro vincitore lo plurivincitore). come Spitz abbia saputo aggiungere ad ogni suo successo il lussuoso accessorio di un record mondiale. Dominatore nello stile libero c nel delfino, velocissimo finisseur delle tre staffette americane (oggi però nella 4x100 mista si è esibito in terza frazione, quella a farfalla), Spitz è davvero il re dello sprint in aequa. A 22 anni ha trovalo mia costanza di rendimento, una maturità, una convinzione '•he sicuramente non aveva nel liloR a Città del Messico, dove fallì clamorosamente l'attacco alle medaglie. Si dice che nelle olimpiadi messicane Mark soffrisse di un complesso - Sehollander. di una sudditanza psicologica verso il piti titolato compagno di squadra. Proprio per questo, pare, cambiò addirittura università, passando dal famoso « College di Santa Clara» (clic per i nuotatori americani è come Oxford e Cambridge messi insieme por i canottieri inglesi) all'» Indiana University ». dove non c'era più Sehollander. « A Monaco mi rifarò dei Messico», aveva dello Spitz appena arrivato qui, col suo sorriso sicuro, un po' freddo soito i caratteristici balletti. Ha avuto ragione, ha vinto tutto. E agli americani fa piacere aggiungere che Spitz ha fatto tutto questo anche per i suoi genitori, che negli Stati Uniti non hanno mai messo piede in piscina, ma hanno voluto seguirlo qui a Monaco per vedere l'Europa e un po' di olimpiadi. Papà e mamma Spitz non sono ricchi, alloggiano in una modesta pensione di Gannisch, j a pochi chilometri da Monaco. Si divertono come norI malissimi « turisti olimpici », ! ma hanno un figlio che pare 1 un secondo re Mida. adatlafo | ai tempi, capace di trasforI mare in oro tutta l'acqua che | tocca. 'Oggi, ultima giornata ria trascorrere in piscina in queste olimpiadi, si aspe! lava solo Spitz, si parlava solo di Spitz. Passavano quasi solto silenzio le altre Ire vii Iorio, tutte accompagnale da immancabili recorri mondiali, dogli americani, trionfatori incontrastati delle olimpiadi acquatiche. Prima die arrivasse il turno della staffetta 4x100 mista, la gara elle « doveva », nei voti di tutti, regalare a Spitz la sottima medaglia d'oro, gli statunitensi stravincevano infatti nell'ordine: i 200 farfalla femminili, portando via tutt'e tre le medaglie con la Moc, la Colella, la Daniel e il primato del inondo in 2'15"57. i 200 dorso femminili, con Melissa Belote (che ha stabilito il nuovo record del mondo in 2'19"19) davanti all'altra americana Atwood; i 1500 stile libero, con Mike Burton. pure lui col nuovo limilo del mondo portato a 15'52"58. Quindi il gran tinaie. I quattro americani della staffetta mista — con Spitz nella frazione a farfalla eri Heidenreich nell'ultima, quella a crawl — rimontavano agevolmente alla distanza il distacco guadagnato a favore della Germania Est dal grandissimo Matthes, che toccava per primo dopo i cento metri a dorso i riti'"!, record del mondo eguagliato. Alla line, puntualissimo, giungeva il quarto primato mondiale per gli americani in 3'48"16. La me- j daglia d'argento andava alla i Germania Est. il bronzo al Canada. La bandiera a stelle o strisce saliva ancora una volta sul pennone più alto e Mark Spitz entrava definitivamente nella leggenda olimpica. E adesso, ehi si ricorda più di Sehollander? Antonio Tavarozzi