Formiche ed elefanti

Formiche ed elefanti S2tp(3r SpGTlCÌ©rG Formiche ed elefanti Talvolta, per uscire dai guai che la casa ci procura, non c'è che il legale - La parete del vicino; la data del riscaldamento; l'inquilino che non se ne va; la carrozzina di Maria Grazia Nella lotta tra formiche ed elefanti sembra che l'elefante debba aver sempre ragione anche se non ce l'ha. Ma non è questo il caso del signor Lino, proprietario di una casetta ad un solo piano che confina con un'altra di quattro piani « Oltre al primo piano — scrive il lettore — io usufruisco fino al tetto di due camini posti nella parete del vicino, larga 14 metri. Tale parete da molti anni necessita di essere intonacata e periodicamente cadono sul mio tetto calcinacci, che intasano la grondaia e rompono le tegole. Ho chiesto al vicino di fare le dovute riparazioni e mi sono offerto di pagare la parte mia, cioè l'area che occupano le due canne fumarie da me usate. Non ha accettato. Vuole il pagamento del 50 per cento delle spese del ponteggio e dell'intonacatura. Che cosa mi consigliano i vostri esperti?». Non basta la cortesia? Si rivolga all'avvocato kk Di affidarsi a un legale contro il suo vicino troppo esigente e richiedere i danni. Dice infatti il signor Fassinotti dell'Unione nazionale condomini: « Trattandosi di parete confinante tra due stabili, il proprietario è tenuto a mantenere in efficienza il suo, evitando di provocare danni alla proprietà finitima ». Faccia un ultimo tentativo con gentilezza signor Lino, se risulteranno vani i suoi sforzi di arrivare ad un compromesso, si rivolga all'avvocato. Un nostro fedele lettore fin dal lontano. 1910 scrive: « Sono proprietario di un alloggio in un condominio e vorrei sapere quando deve incominciare e finire il riscaldamento e se per anticiparlo o posticiparlo oltre i limiti stabiliti, l'amministratore può fare ciò che gli pare e piace oppure se deve convocare un'assemblea. In questo caso occorre la maggioranza? Si è tenuti a firmare? E chi non appone la sua firma è obbligato a pagare? In casa mia quest'anno c'è stata una grossa polemica in materia: chiaritemi le idee ». kk Si scagliano parole pungenti come lance contro gli amministratori ogni volta che ci si trova di fronte a qualcosa che nel condominio non procede come si vorrebbe. Nel caso prospettato dal lettore « trattandosi di servizio a carattere stagionale è sufficiente — secondo l'esperto — la maggioranza semplice sia per determinare l'inizio del riscaldamento sia la sua cessazione ed eventualmente anche il suo prolungamento. Non è obbligatorio convocare un'assemblea; basta che l'amministratore sottoponga la proposta alla firma degli utenti e se avrà la maggioranza, la decisione sarà valida ». Ai dissenzienti non resta che rassegnarsi ed accettare le decisioni della maggioranza pagando naturalmente il dovuto. Resta la libertà di aprire le finestre nel caso che faccia troppo caldo. I diritti dell'inquilino e della " maggioranza " « Sono un pensionato con un figlio di 14 anni studente — scrive un lettore —. Attualmente affitta in Torino un appartamento che pago 72 mila lire mensili più 17 mila mensili di riscaldamento. Avrei trovato un alloggio da acquistare composto di tre camere, cucinotta, bagni, ripostiglio, ma questo è occupato da una famiglia di tre persone con il capo famiglia operaio e la figlia impiegata. Il loro contratto di affitto scade il 30 settembre '72 e la quota e di 36 mila mensili. L'inquilino per lasciar libero l'alloggio entro il 30 settembre, ha chiesto di trovargli un altro alloggio di suo gradimento e di pagargli le spese del trasloco, aggiungendo che per legge avrebbe diritto a restare ancora tre anni. Comperando l'alloggio ho diritto, come pensionato, di occuparlo subito? ». kk La legge — risponde il signor Fassinotti dell'Unione Condomini — favorisce l'inquilino, il quale può restare nell'alloggio fino al 31 dicembre '73. però non vieta accordi privati. Solo una trattativa tra le parti può anticipare la soluzione del problema ». Alla signora Maria Grazia nascerà fra poco il secondogenito. « Dorè metterò la sua ctdinptgdvmasgndtsqtsuEicdn«nsvnnmddCdpdsgvsgtdhsdndf carrozzina? » domanda. « Abito al quarto piano di un condominio in un alloggio preso in affitto. L'ascensore è assai piccolo e non consente di trasportare la carrozzina su e giù, come io sarei ben lieta di fare. Il condominio, attraverso l'amministratore, non mi permette di tenerla vicino all'ingresso o nel primo sottoscala, ma mi impone, come già feci quattro anni fa alla nascita del mio primo figlio, di tenere la carrozzella in cantina, dove c'è l'uscita dell'ascensore per i garages. Da questo punto io sono costretta ad uscire per lo stesso passaggio delle auto superando un dislivello molto faticoso. E' vero che il condominio può impormi tutto questo? ». kk Far ciò che vogliamo e che ci risparmia fatica è un desiderio umano, ma sempre nel rispetto dei diritti altrui. « Trattandosi di un condominio — precisa il signor Fassinotti — il regolamento prevede il divieto di occupazione, anche temporanea, dei vani considerati di proprietà comune. Pertanto la richiesta dell'amministratore a nome dei condomini è legittima ». Ci dispiace deludere l'attesa di una futura mamma, ma provi ad immaginare il suo disappunto se qualcuno sostasse con una bicicletta negli stessi vani, nei quali lei vorrebbe poter lasciare la sua carrozzina. « Portatemi i capelli vi (arò la parrucca » Una buona notizia per la signora Chiara di Settimo e per tutte le lettrici che come lei desiderano una parrucca. Ci ha scritto Paola, artigiana specializzata nella confezione di questo accessorio della vanità femminile: « Se la signora ha la quantità necessaria di capelli e questi sono in buono stato di conservazione, io sono in grado di farle una bella parrucca a prezzo di concorrenza: 25 mila lire di fattura. Faccio questo lavoro da anni e tutte le mie clienti sono sempre state soddisfat¬ te. Fisso i capelli ad uno o due per volta con l'uncinetto sulla calotta in tulle di cotone, completa di elastico nella parte posteriore e di pettine sul davanti; eseguo il taglio, la tinta e la messa in piega desiderata a meno che la cliente non voglia provvedere da sé a queste operazioni ». La signora Paola ha precisato che per una parrucca corta (i capelli devono essere di circa 20-25 cm di lunghezza) ne occorrono 120-140 gr; si arriva invece a circa 200 gr per una parrucca di capelli lunghi (50 cm). ti Posso procurare io stessa capelli italiani di ottima qualità — ci ha detto — ed in questo caso il prezzo per una parrucca completa, tipo "Napoleon", sale a 40 mila lire ». Se la signora Chiara è ancora interessata alla confezione di una parrucca con i tagli in suo possesso, ci scriva. Le invieremo l'indirizzo di questa abile artigiana, affinché possa rendersi conto se rivolgendosi a lei spenderà bene soldi e capelli. Stirare è un'arte ma occorre abilità Jolanda e Marilena vivono in due punti opposti della città, non si conoscono e forse non si conosceranno mai, ma sono accomunate da un problema di stiratura: l'una si preoccupa, da brava moglie, della « piega dei pantaloni del marito che dopo il lavaggio non resta più netta e precisa come era in origine »; la seconda lamenta che « maglie e pullover lavati e stirati in casa diventano molli, senza consistenza ». « Gli specialisti avranno un segreto? » chiede Jolanda e Marilena incalza: « Secondo me in tintorìa per stirare i pullover si usa la paraffina» Confessiamo che la faccenda della paraffina ci è parsa una idea bislacca e tale l'hanno ritenuta anche i tecnici delle tintorie specializzate, a cui abbiamo chiesto lumi per le due lettrici. Rispondendo a Jolanda hanno detto: « Se un segreto c'è, è nelle macchine per stirare che abbiamo ormai tutti adottato. Esse fungono come da pressa ed è chiaro che un paio di pantaloni stirati in questo modo conserveranno la piega più a lungo rispetto ad una normale stiratura fatta in casa ». In quanto alle maglie, molto dipende dalla qualità della fibra con la quale sono confezionate e dal tipo di lavaggio al quale si sottopongono. « In tintoria sì stirano o con macchine apposite o con due ferri, cioè prima con il ferro a vapore, poi con quello normale. In nessun caso però si adoperano appretto o prodotti similari. E tanto meno la paraffina ». Saremo costretti a lasciare Jolanda e Marilena con il loro cruccio? Chi sa che con l'esperienza non acquistino da sole un'arte dello stirare da darci in seguito qualche buon consiglio.

Persone citate: Dorè, Fassinotti, Maria Grazia, Marilena

Luoghi citati: Torino