Akii-Bua, Wottle, Danek e Nordwig

Akii-Bua, Wottle, Danek e Nordwig Quattro favolose finali nella terza giornata dell'atletica Akii-Bua, Wottle, Danek e Nordwig . Nei 400 ostacoli prima medaglia d'oro per l'Uganda e record mondiale: 47"8 - Il campione ha 26 fratelli - Incredibile rincorsa dello statunitense negli 800, il sovietico Arzanov battuto sul filo - Nel disco decisione all'ultimo lancio - Il tedesco Est supera Seagren nell'asta con metri 5,50 (Dal nostro inviato speciale/ i Monaco, 2 settembre. America, Europa, Africa, j sul podio delle Olimpiadi di atletica, in una giornata grigia, fredda, con spruzzate di pioggia che hanno disturbato non poco i campioni del salto con l'asta, proprio alla stretta finale. Sul posto più alto, alla premiazione, il volto straripante felicità di Akii-Bua l'atleta dell'Uganda che ha sbalordito nei 400 ad ostacoli; il viso buono di Ludwig Danek, il discobolo cecoslovacco che solo alla fine della carriera comincia a trovare la strada della vittoria; ia poderosa Stecher-Messner, velocista della Germania Est; il berrettino bianco di Dave Wottle, il favoloso mezzofondisi a statunitense che manda all'aria tutte le teorie sulle tattiche di corsa; la maschera dura di Wolfang Nordwig al termine della estenuante battaglia con Seagren per la medaglia d'oro degli acrobati dei Giochi. Fra tanti campioni, l'uomo del giorno è John Akii-Bua, gigante africano che ha portato avanti il nome dell'Ugan¬ da in una delle specialità pitidifficili dell'atletica, i 400 ad ostacoli, che richiedono velo- cità e notevoli capacità te-cniche. Una gara che è tutta ".in susseguirsi di movimenti coordinati, di passi contati — tredici per il vincitore — fra ostacolo ed ostacolo. Fi nito anche il mito dell'atle ta africano istintivo, nipote, figlio, o lui stesso corridore della savana. Non è cosa nuova, ma l'occasione è valida per ricordare che dal Kenya all'Uganda, dal Sudan alla Costa d'Avorio, sono anni che lo sport ha trovato ima dimensione europea, con allenatori per lo più inglesi che hanno fatto scuola nella scia di quel John Velzian che ha insegnato l'atletica a Keino, anche se ora il fiero keniota dice: « Non ho coach, mai avuto. Faccio tutto da solo ». Akii-Bua non è così superbo. Il suo trainer è il britannico Malcolm Arnold; ha cercato, prima di tutti, lui sulle gradinate, per gridargli il suo grazie alzando le mani strette, alte sul capo, come i pugili. Ha 24 anni questo nuovo « mostro » della atletica, che ha portato oggi il record del mondo, nei 400 ad ostacoli, a 47"8, quattro decimi in meno del precedente di Hemery, il quale ha difeso, da campione qual è, il titolo olimpico del Messico, finendo terzo, superato di un soffio anche dall'americano Ralph Mann. La famiglia patriarcale da i cui nasce Akii-Bua conta 27 figli. Il padre ha avuto sei [mogli. «.4Z77?eno undici fra-1 ! ielli sono più bravi di me ». I ha detto scherzando poco I tempo fa ad Oslo, quando si rivelò in anticipo campione da Olimpiade battendo gli americani. Oggi pareva im| pazzire per la gioia: ha vinto I con una progressione lenta | ma costante, le lunghe gambe l a compasso sugli ostacoli, sul I ginocchio sinistro un piccolo | cerotto a ricordo di un incidente in batteria. I Hemery, che dopo un periodo oscuro aveva ripreso I con calma preparandosi al I j meglio, chilometri e chilome-1 tri in campagna ed ei.tenuan- ti scalate ai mucchi di carbo-1 ne presso casa sua, a Ciren-. cester, nulla ha potuto contro ul'azione poderosa dell'africa- j no, come pure lo statuniten- i se Mann. Dopo il traguardo | Akii-Bua ha continuato a cor- rere mandando baci al pub- jblico, saltando ancora gli I ostacoli, improvvisando scei nette per i fotografi. E' salito j sul podio con attorno al cai po un nastrino con i colori | del suo Paese — giallo, rosso e nero —, ha baciato la medaglia d'oro, la prima dell'Uganda nella storia dello sport. Gli ha risposto Wottle, per I l'America, nella finale degli j 800 metri, una gara incerta sin sul filo di lana, decisa solo dal cronometraggio al centesimo di secondo fra lo statunitense e l'orgoglioso i sovietico Arzanov, che non I voleva credere al responso del tabellone. Per entrambi l'45"9, medaglia d'oro al I biondo Dave Wottle, nato I nell'Ohio, laureando in stoI ria naturale, ventitreenne, j sposato, con un figlio. Ha il naso all'insù, una certa aria da ragazzino impertinente | che non si toglie mai il berì rettino. Nemmeno sul podio, , dove peraltro ha onorato l'inno nazionale tenendo la ma| no destra ben ferma sul cuore. Wottle ha vinto alla sua maniera, che nessun atleta al mondo, non possedendo il I suo cambio di marcia qual- siasi sia il ritmo di gara, può copiare. Ha perso dieci metri fn partenza, contro tuti: ii che insegnano a u..Ui - .- .ie in gruppo, si è riagganciato con una progressione sicura, senza strappi affaticanti, è ripartito a ottanta metri dal traguardo mentre in testa Arzanov sem- tà,l'avobrava andarsene sicuro verso la medaglia d'oro, debellata la resistenza dei kenioti Boit e Ouko, del tedesco Ovest Kemper. E con gli ottantamila spettatori senza respiro per l'emozione, Wottle ha rimontato metro su metro, appaiando sul filo il sovietico che, esausto, è crollato a terra appena dopo il traguardo. Il cronometraggio elettronico ha «visto» primo Wottle, secondo giustizia. E' un atleta favoloso, fresco, dalle doti ancora sconosciute, praticamente al suo primo anno di attività ad alto livello. Fra due forze scatenate, in piena ascesa, la commovente figura di Ludwig Danek, che ha conquistato a 35 anni la medaglia d'oro che meritava già prima, se non si fosse sempre emozionato agli appuntamenti importanti. Il cecoslovacco cominciava ad affermarsi quando Consolini « chiudeva » la sua carriera partecipando ancora alle Olimpiadi di Roma. E' un j grande ammiratore del po ! vero Adolfo. « Un campione I che mi ha insegnato tante spNotrodeto dotenfacesasu« me sotr« alegaI lu: m a a i i cose ». dice ancora parlando del gigante azzurro. Danek | con un lancio di metri 64.40 i quasi in chiusura di gara ha | battuto un altro veterano, l'americano Jay Silvester, e i il borioso Richy Bruch, l'atleI ta svedese che sa ottenere i ì risultati (compreso il 68,40 | del record del mondo, che i divide con Silvester) soltan- 1 i to nella sua Malmò. dove co-1 I nosce e sa sfruttare tutti gli i ] spifferi di vento che arriva- 1 no dal mare. Quasi sei ore di gara so-1 no state necessarie per risolvere- il duello fra Nordwig e Seagren nel salto con 1 l'asta, che il tedesco Est ha voluto stravincere salendo a 5,50 dopo essersi già assicurato la medaglia d'oro a 5.45. I due rivali si sono appena guardati, a gara finita, provati da una tensione che du-1 ra da anni in questo ristretto gruppo di campioni di i una delle specialità più difficili dell'atletica. Una gara ! fatta di millimetri, tutto regolato con precisione assoluta: il peso e la potenza dell'attrezzo, il punto della impugnatura, il numero dei passi della rincorsa, i movi- benscicvspzpsfadaememi di svincolo e il pas- I V . — a : i n; e saggio sull'ostacolo, lassù in ! alto. Nordwig ha sbagliato un solo salto (a parte quelli finali a metri 5,56), alla mij stira di 5,30 che ha passato - soltanto alla seconda prova, i Per i! resto. 5,10, 5,35 e 5,40 1 al primo tentativo. Una se-, lezione-implacabile Seagren, medaglia d'oro in Messico, e stato l'ultimo a cedere sol- I gliando a 5,45, ma si erano già persi per strada — sin | da ieri — Dionisi e Isaksson, ; quindi oggi il greco Papani: colau (a metri 5,20), l'altro' I svedese Lagerqvist (a 5,30),; I il numero due statunitense I Johnson (a 5,35). Nordwig ' ha battuto avversari, umidi- i tà, pioggia; Seagren, quando l'avversario ha passato i 5,50, voleva andarsene, per lui lo spettacolo del trionfo di Nordwig era durato anche troppo. Una salve di fischi del pubblico lo ha inchiodato sulla panchina. E cosi ha dovuto assistere anche ai tre tentativi del tedesco a 5,56, falliti di poco. Misura non certo scelta a caso. Nordwig sa che gli ultimi record dei suoi grandi avversari, il « mondiale » di Seagren a 5,63 e l'europeo di Isaksson a 5,59, sono stati realizzati con attrezzi particolari, le famose « aste verdi » messe fuori legge ai Giochi dopo la lunga e nota polemica. Ha voI luto cioè dimostrare quale sia il limite con gli attrezzi a disposizione di tutti, anche per questo Seagren ha la- sciato lo stadio distrutto. Bruno Perucca 1 I | Monaco. Lo statunitense David Wottle, con il caratteristico berrettino, corona il suo inseguimento bruciando sul filo Arzanov. Terzo è Boit (Tel.)