I fantasmi del "Cabaret"

I fantasmi del "Cabaret" LE PRIME VISIONI SULLO SCHERMO I fantasmi del "Cabaret" II film con Liza Minnelli, da Venezia al pubblico: amaro ritratto della Germania prenazista - "Il terrore con gli occhi storti": parodia del genere poliziesco con la coppia Noschese-Montesano - "La mano lunga del padrino": si sfrutta il nuovo filone della mafia «Cabaret», di Bob Fosse, con Liza Minnelli, Michael York, Helmut Griem, Marisa Beretison, Joel Grey. Produzione americana a colori. Cinema Gioiello e Nuovo Romano. (s. r.) Segnato dal franco successo di critica ottenuto pochi giorni fa, a] Festival di Venezia, Cabaret rivela le sue amare finezze anche agli spettatori normali. Bob Fosse ha pre-^ intesto da un musical dal me., sinio titolo, il quale ha nobile ascendenza: all'origine, le Storie berlinesi dello scrittore Christopher Isherwood e, più vicino a noi, la commedia di John Van Dru-1 ten I am a camera («Sono una macchina fotografica»), i presentata in Italia con la regìa teatrale di Antonioni, protagonista Monica Vitti. Con 1 am a camera il cinema s'è cimentato nel 1955 in una pellicola che ebbe interpreti .Tulie Harris, Lawrence Harvey e Shelley Winters. Di questi precedenti che pesano con autorevolezza il regista non si dà troppa cura, ed anche il musical, sua fonte diretta, è soltanto strumento di una rievocazione sorvegliata e pungente. Siamo negli anni che annunciano l'ascesa al potere dei nazisti in i Germania. In un Cabaret di j Berlino si specchiano, per brevi, efficaci allusioni (un Livolto, un ghigno, la presenza I roddi una camicia bruna) le tor- frabide inquietudini dell'epoca. | maIl Cabaret (ha osservato Leo I to Pestelli da Venezia) è appun- ' to: to inteso «come simbolo e \ carispio della corruzione, del fra-1 di diciume della Germania negli ' ciaanni che prepararono l'amen- allto delle croci uncinate». \ staIn pochi tratti riesce al ì BiaspLdì regista (merito rilevante) di delineare un « torvo studio d'ambiente ». Su questo stondo s'accampa, lavorata con acutezza, la storia d'amore \ Letra Sally, cantante in cerca j Addel grande successo artisti-1 Cico, e uno studente squattri- \ nato, conosciuto in una pen-1 gnala il sorgere della dittatura hitleriana. Le canzoni eccellenti (un poco alla Weill) riconducono i fatti al Cabaret, dando loro, sotto apparenze espressionistiche, commento e si- sione berlinese. Al duetto si \ teaggiunge, in subordine, la vi- i tancenda sentimentale di un gi- j riagolò ebreo riscattato alla di-1 sugnità e al matrimonio da una j Brricca correligionaria. Sono i stadue storie che si stringono | mper malinconici fili al disa- i pegio dell'epoca: Sally, incin-1 teta forse dello studente, si li- ! dabera del figlio e dell'amico j doper inseguire un miraggio di dicelebrità; la coppia ebrea ce- calebra le nozze quando già la | unferocia dei nuovi razzisti se- j bountiesaneviratognificato. Da segnalare tutte 1 nule esibizioni di Sally ed il : tuballetto oel presentatore con , tula dorma scimmia, di un era- : ddo grottesco razziale. La. asmorfia del banditore-clown I thriassume e ripete i sogghigni,! tole paure, le torve alterigie dei | tepubblico. Il merito del regi-1 vesta è nella misura avvertita I Udei racconto con una fluidità j cche si direbbe viscontiana, j ed un rispetto naturale per le matrici colte della storia e dell'epoca. Ci sono qualche rallentamento e qualche stanchezza, nascosti da Liza Minnelli, una « protagonista di straordinaria bravura », come già si rilevò al Festival. * * Il terrore con gli occhi storti di Steno, con A. Noschese, E. Montesano, 1. Biagini. Italiano, a colori. Cinema Corso. cn(a. v.) Il regista Steno è ttornato alla farsa dopo la po- ' ositiva ma isolata incursione - tnel campo drammatico (La ; dpolizia ringrazia, unico film sch'egli abbia firmato con no-1 dme e cognome: Stelano Van- ; lzina). E' un ritorno diverten- j mte: per memo d'un ameno I ™soggetto parodistico dovuto ralla collaborazione fra Scar- -SV&fcTa stelU~e swantuo, una svena ieDM e, una bnlame interpretazione, sil pubblico che cerca i film e«senza impegno» può trovare j nin questa satiretta il passa- ctempo desiderato. 1 sDue balordi morti di lame ;t(Noschese e Montesano), uno | econ ambizioni d'attore, l'altro 1 zcon velleità canore, «vogliono ; la celebrità», come i protago-1 nlsti d'un remoto film di j René Clair citato onestamen- ' to nei dialoghi. Incontrata un'ancheggiante sciocoherella , Che si finge attrice hollywoo-1 diana mentre e molto se le al'- ' fidano qualche «comparata» (Isabella Biagini), combinano | in tre un fìnto delitto di cui ! la bionda pseudo americana dovrebbe essere la vittima.. Ma nell'alloggio scelto per in- pscenare, con particolari da, thriller, l'efferato assassinio e ' stato in precedenza commes-1 so un omicidio vero, del qua-! le i due sprovveduti sono to- 'sto ritenuti gli autori. Ed essi si trovano alle calcagna, in uno scatenamento di fughe e inseguimenti, un commissario1(Francis Bianche) e il suo aiuto (Lino Banfi). Innocenti.ma incapaci di provarlo, i due passano guai su guai e la loro posizione s'aggrava per causa di successivi delitti a loro ugualmente imputati. Come d'uso, finale imprevedibile, Nei limiti d'una comica pa- rodia dei «polizieschi» con frange spionistiche (nell'ultima parte s'inserisce un delitto politico), il film è centrato: Noschese, che passa dalla caricatura di Fellini a quella di Volontà, e Montesano, spe cialista nel conferire simpatia all'insulsaggine, sono anche stavolta molto affiatati. E la I seBiagini, al suo solito modo, è j Mspiritosa. i at* * i avLa mano lunga del padrino, i vedì Nardo Bonomi, con Peter \ cocoinsiduvivoged'ch Lee Lawrence. Erika Blanc, Adolfo Celi. Italiano, colorì. Cinema Arlecchino. (g. c.) Prima del capostipi- Saffgd te, arrivano gli epigoni. Sfrut- i tu tando la macchina pubblicità-1 d ria messa in moto per il film i le sul «Padrino», con Marion j g Brando, i nostri distributori le stanno già immettendo sul mercato i suoi succedanei, i g per un filone ritenuto eviden-1 e temente redditizio. C'è solo i tu da augurarsi che gli altri prò- \ d dotti della serie siano più ere- i t dibili di questa storia di un i a carico di armi, sottratto da , v un giovane picciotto al suo | n boss mafioso, e dirottato da i pun impreciso posto di fron-i dtiera europeo a una misterio-1 nsa città araba del mediterra- ! nneo. Il delitto non paga, e la | sviolenza sullo schermo anco- j era meno. Il regista, impegna- \ pto a riprendere il maggior j t numero possibile di risse, tor- : I ture, ammazzamenti, e soprat- ! , tu to a soffermarsi sulla epi- . : dermide di Erika^ Blanc fino . ai limiti elei consentito ima I the cosa non è più consenti- a! to?) non deve avere avuto il i s | tempo per badare troppo alla [ a1 verisimiglianza, o almeno a j a I UTìa elementare logica di rac-1 p j conto. | v j — Li Milli i Cb Liza Minnelli in «Cabaret»

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