Un grande Bruckner a Stresa per le "Settimane musicali,, di Massimo Mila

Un grande Bruckner a Stresa per le "Settimane musicali,, L'inaugurazione dell'undicesima rassegna Un grande Bruckner a Stresa per le "Settimane musicali,, La "Settima sinfonia" con l'orchestra del Concertgebow di Amsterdam, diretta da Bernhard Haitink - In programma anche una Sinfonia giovanile di Mozart (Dal nostro inviato speciale) Stresa, 2 settembre. L'undicesima edizione delle Settimane Musicali di Stresa è stata inaugurata da un bel concerto sinfonico dell'orchestra del Concertgebouw di Amsterdam, una delle grandi del mondo, sotto la guida del suo direttore Bernhard Haitink. E' un'orchestra possente ed equilibrata, di pari livello in tutti i reparti, anche se la massa degli archi, morbidi, omogenei, le costituisca un'invidiabile piattaforma sonora. E! un'orchestra puramente sinfonica (forse nella sua vita quasi secolare non ha mai suonato un'opera) e gliene viene una tradizione di nobiltà che sì perpetua attraverso i rinnovamenti dell'organico e i nuovi direttori, del resto poco numerosi. La dirige attualmente Bernhard Haitink, che era successo nel 1961 a Eduard vati Beinum, dapprima in comune con Eugen Jochum, e poi da solo. E' un musicista esperto, che della sua orchestra conosce a menadito tutte le rotelle e tutti gli ingranaggi, e tuttavia non si limita ad amministrare un patrimonio ormai sicuro. Le sue concertazioni, anche dei lavori di re pertorio, sono minuziose e sempre aperte alla possibilità di scoperte estemporanee. Si direbbe che ogni concerto faccia storia a sé e nessuno fa testo: di qui un'alacrità di lavoro e una freschezza di reazioni che tiene lontano il pericolo dell'accademismo. Ieri sera orchestra e direttore si sono presentati con un bel programma, composto di due pezzi assai bene I assortiti, nonostante le difle1 renze macroscopiche che ap¬ parentemente corrono tra la leggerezza d'un Mozart giovanile e il peso d'una grande Sinfonia di Bruckner. Ma tra i quattro tempi dell'incantevole Sinfonia in si bemolle maggiore K. 319 e i quattro \ tempi della Settima in mi maggiore corrono curiose analogie nel taglio dei tempi a tre temi, e perfino nella frastagliatura ritmica dei rispettivi tempi lenti. Antitetici per caratteri artistici, Mozart e Bruckner avevano in comune la tradizione musicale e la semplicità infantile del genio nazionale austriaco. La Settima è forse la più bella delle nove — o undici — Sinfonie di Bruckner. Lunga la sua parte anche lei — dura un'ora e dieci — è tuttavia bene equilibrata nella architettura complessiva e in quella dei singoli tempi: la chiara struttura sonatistica, perfin troppo simmetrica nelle sue articolazioni ternarie, permette sempre di sapere a che punto si è, ed evita quello smarrimento angoscioso, come di sabbie mobili, che qualche volta afferra l'ascoltatore di altre Sinfonie. Inoltre gioca a favore della Settima l'innegabile bellezza dei temi, così spesso pervasi da un'alta e struggente malinconia. (Qualcuno ricorderà lo straordinario partito che dal commovente «Adagio » aveva tratto Luchino Visconti nel film Senso;. Il presagio della morte imminente di Wagner, per cui Bruckner nutriva una patetica venerazione, percorre i primi due tempi e vi istituisce anche una specie di quasi intollerabile punto di tensione. Al culmine del terribile « crescendo » dell'» Adagio » qualche direttore d'or- chestra viennese aveva inserito un colpo dì piatti che Bruckner non aveva scritto, ma che ci sta maledettamente bene, e da allora gli studiosi bruckneriani (una setta speciale, quasi di vestali) con¬ tinuano a discutere se le parole «gilt nicht » (non vale), scritte a quel punto sul margine della partitura, siano di pugno di Bruckner, o di qualche altro direttore. Il maestro Haitink ce l'ha messo, il colpo di piatti, con soddisfazione generale. L'esecuzione è stata persuasiva, sicura e autorevole, quale ci si può aspettare da un complesso orchestrale per il quale Bruckner e Mahler erano pane quotidiano già cinquanta anni fa, quando l'orchestra era diretta da Mengelberg. Il pubblico foltissimo si è ben reso conto di trovarsi di fronte a un complesso d'eccezione, e ha lungamente acclamato il direttore e l'orchestra, né sono mancate, dopo i settanta minuti della Sinfonia di Bruckner, grida non ironiche di « bis! ». Massimo Mila

Luoghi citati: Amsterdam, Stresa